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IL DIRITTO FALLIMENTARE - Cedam

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Parte II - Giurisprudenza 313<br />

società venditrici, stante la scarsa valenza probatoria, valutata anche in relazione<br />

alla sommarietà dell’indagine che deve effettuare questo tribunale).<br />

Su invito del collegio arbitrale, sollecitato da Edizione Holding s.p.a., i<br />

legali di Simod s.p.a. hanno prodotto copia della scheda contabile relativa<br />

alla posizione «deb. FINCAL 2000» (doc. 49 reclamata), da cui si evince<br />

che gli «acconti» per euro 4.686.163,00, risultanti dal bilancio di esercizio<br />

2004 della Simod s.p.a. (cui Edizione Holding s.p.a. aveva fatto riferimento<br />

fin dal ricorso introduttivo, asserendo, ma non provando, che sarebbero<br />

pervenuti dall’ing. Caltagirone, sulla considerazione che detto importo corrispondeva<br />

ad un terzo circa del fatturato della società e al 25,97% del<br />

prezzo offerto dall’acquirente, rapportato al numero di azioni di proprietà<br />

della società), corrispondono all’incasso di un bonifico di pari importo pervenuto<br />

dalla società «FINCAL 2000». Dalla visura camerale (doc. 50 reclamata)<br />

emerge che Presidente del C.d.A. di tale società èAlessandro Caltagirone,<br />

figlio dell’ing. Francesco Gaetano Caltagirone e che la società FIN-<br />

CAL 2000 appartiene al gruppo Caltagirone (si veda il patto parasociale del<br />

20-23 luglio 2004 (doc. 51 reclamata), relativo all’esercizio del diritto di voto<br />

nella B.N.L., rinvenuto nell’archivio storico dei patti parasociali comunicati<br />

alla Consob ai sensi dell’art. 122 D.Lgs. n. 58/1998, nel quale, fra i<br />

«Partecipanti», figura anche «la società FINCAL 2000 S.p.A. che fa capo<br />

al controllo dell’Ing. Francesco Gaetano Caltagirone»).<br />

Si è, dunque, avuto riscontro che gli importi ricevuti da Simod s.p.a.<br />

provengono dal gruppo Caltagirone.<br />

Oltre a ciò va valorizzato un altro dato documentale.<br />

Dal bilancio d’esercizio di Fincal 2000, chiuso al 31 maggio 2005, si rileva<br />

che sotto la voce «crediti verso altri», viene indicato l’importo di euro<br />

35.958.469,00 (corrispondente a circa il 26% del prezzo complessivo di<br />

cessione delle azioni ad euro 23,50 l’una), che, nella nota integrativa al bilancio,<br />

viene individuato come «caparra corrisposta a seguito di impegno<br />

contrattuale condizionato» (doc. 53 reclamata).<br />

Orbene, anche ammettendo una qualche approssimazione del redattore<br />

del bilancio, tale dicitura è univoca e conferma che tra i reclamanti e l’ing.<br />

Caltagirone vi è stato un vero e proprio accordo, la cui serietà e vincolatività<br />

si desume proprio dall’esistenza e dall’importo di tale caparra. È, infatti,<br />

francamente poco credibile ritenere, come fanno i reclamanti, che quest’ultimo,<br />

da oltre un anno, abbia versato un importo di euro 35.958.469,00 solo<br />

per garantire la serietà di una semplice offerta, senza alcun obbligo delle<br />

controparti.<br />

Terzo elemento da valorizzare è il fatto che sia voluta convocare l’assemblea<br />

per la modifica dello stato sociale (dall’avviso risulta che vi è stata<br />

richiesta di un socio rappresentante più di un decimo del capitale sociale e,<br />

oltre ad Edizione Holding s.p.a., i soli azionisti di SEP titolari di più di un<br />

decimo del capitale sociale sono il Caovilla e la Gedit s.r.l.).

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