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IL DIRITTO FALLIMENTARE - Cedam

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Il diritto fallimentare delle società commerciali<br />

Anche qui vi è una disponibilità concessa dalla banca con tecnica rotativa<br />

(nel senso che l’esposizione debitoria del cliente per ciascun tipo d’operazione<br />

non può superare certi limiti); ed anche qui di solito s’individua<br />

un conto di supporto, sul quale convogliare tutti i flussi monetari (i netti<br />

ricavi, i successivi utilizzi, i pagamenti dei terzi); ma è chiaro che il «ritmo»<br />

delle operazioni è diverso da quello dei comuni rapporti con i fornitori e la<br />

clientela, con la conseguenza di dover prestare attenzione – quando si valuta<br />

la regolarità dei movimenti del conto (sia esso un semplice conto di<br />

supporto, appositamente acceso, o il conto corrente ordinario del fallito,<br />

sul quale affluiscono i predetti versamenti) – alle specifiche finalità per le<br />

quali, di fatto, è stato utilizzato.<br />

6.10. I giro-conti interni. – Più delicati sono i problemi posti dall’addebito<br />

sul conto di rate di mutuo, d’interessi e di provvigioni. Anche qui la<br />

stella polare è costituita dalla regolarità dei flussi e dalle concrete modalità<br />

d’utilizzo del conto nel periodo precedente alla crisi dell’impresa.<br />

Tuttavia, occorre valutare una serie d’elementi:<br />

a) innanzi tutto, è chiaro che il conto non può essere utilizzato solo per<br />

pagare le rate di uno o più mutui, con i relativi accessori. Se le rimesse compiute<br />

dal correntista (o da terzi) fossero indirizzate a quest’unico scopo, dovrebbero<br />

essere qualificate come dei veri e propri pagamenti, volti ad estinguere<br />

un rapporto finanziario, e come tali andrebbero trattati: con l’applicazione,<br />

cioè, della revocatoria, salvo a vedere se si riferiscono a pretese munite<br />

di congrue e consolidate coperture ipotecarie sui beni del debitore (nel<br />

qual caso l’atto sfugge alla revoca, perché non ha arrecato alcun danno alla<br />

massa);<br />

b) la soluzione è più incerta quando il conto viene utilizzato in maniera<br />

promiscua e riceve rimesse di tutti i tipi; o quando serve a collegare l’estinzione<br />

di un debito ad una specifica fonte di reddito (il pensiero corre ai patrimoni<br />

destinati). In casi del genere, oltre alla regolarità dei flussi, occorre<br />

considerare la natura dell’operazione sottostante, con i suoi riflessi sulla revocabilità<br />

del singolo versamento;<br />

c) èchiaro, infine, che l’addebito d’effetti scaduti, d’interessi e provvigioni<br />

su un conto sostanzialmente bloccato non può essere esentato dalla<br />

revoca, anche quando la coesistenza di voci attive e passive può dare la sensazione<br />

di un perdurante utilizzo.<br />

6.11. Conclusioni. – Per concludere sul punto, mi pare evidente che la<br />

disciplina delle revocatorie delle rimesse continua a mostrare un rilevante<br />

grado di complessità, anche se si è completamente modificato l’angolo visuale<br />

dal quale la materia deve essere esaminata.<br />

Tutto ciò non deve sorprendere, sia perché la regolazione dei flussi di<br />

risorse è un problema completamente nuovo, per il quale non esistevano

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