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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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il giornale «Sempre avanti!» di Livorno <strong>de</strong>l 1891 – che propugnava la costituzione di un<br />

nuovo partito socialista e l’accettazione di “tutti i mezzi senza preconcetti” – e il giornale<br />

«Il Socialista» di Pisa <strong>de</strong>l 1883, che sosteneva la partecipazione elettorale con candidature<br />

di protesta. In questo giornale Rossi pubblica in prima pagina, nel dicembre <strong>de</strong>l 1883,<br />

sempre sotto pseudonimo, l’articolo Vantaggi e possibilità di una colonia socialista.<br />

“Il costante controllo <strong>de</strong>lle autorità, unito probabilmente alla necessità di stringere più<br />

stretti rapporti con il movimento socialista romagnolo e lombardo, lo convincono, nel 1882, a<br />

partecipare ad un concorso di veterinario condotto a Gavardo, nella provincia bresciana65. Trasferitosi nel piccolo paese, non rinunc[iò] (…) a svolgere una intensa attività di<br />

propaganda, dando il via a tutta una serie di iniziative per i contadini <strong>de</strong>lla zona,<br />

dall’istituzione di una cooperativa di mutuo soccorso alla pubblicazione di un giornale, «Dal<br />

campo alla stalla», alla trasformazione <strong>de</strong>lla condotta veterinaria «a tutta cura gratuita». A<br />

Gavardo il Rossi intesse […] anche una fitta serie di relazioni con i maggiori esponenti <strong>de</strong>l<br />

socialismo bresciano, iniziando la propria collaborazione all’«Avanti!» fondato dall’amico<br />

Andrea Costa, con cui [ebbe] frequenti rapporti epistolari” (ZANE, 1989:8)<br />

Fu in questo periodo che l’anarchico elaborò compiutamente la sua teoria sulla<br />

creazione <strong>de</strong>lle colonie sperimentali in quanto strumento indispensabile per appren<strong>de</strong>re,<br />

dalla sperimentazione pratica, quali forme fossero più adatte alla prospettiva di un<br />

cambiamento sociale. Tanto che, nel 1884, nella quarta edizione <strong>de</strong>l suo opuscolo Un<br />

comune socialista, inserì l’enunciazione “<strong>de</strong>lla necessità di applicare alla ricerca scientifica nel<br />

campo socialista il metodo sperimentale; realizzare cioè colonie socialiste sperimentali in<br />

modo da poter studiare «i fenomeni nuovi» che ne [fossero emersi] e «quali forme di vita<br />

sociale» siano «più consentanee all’indole umana», fondandosi sulla convinzione che<br />

l’evoluzione <strong>de</strong>lla società <strong>de</strong>bba avvenire ineluttabilmente in senso socialista” (ANDREUCCI<br />

e DETTI, 1978:405).<br />

65 Secondo ZANE, Gavardo era, nella seconda metà <strong>de</strong>ll’Ottocento, un villaggio di economia<br />

sostanzialmente agricola ma con importanti attività industriali e artigianali. La popolazione era in<br />

buona parte <strong>de</strong>dita all’agricoltura. Il contratto più diffuso era quello a mezzadria, applicata su po<strong>de</strong>ri<br />

di piccole dimensioni e con coltivazioni promiscue, soprattutto grano e vite. I braccianti di solito<br />

integravano i magri guadagni provenienti dai lavori agricoli stagionali impegnandosi in altre attività<br />

come facchini, mattonai, ecc. Di rilievo era anche l’allevamento <strong>de</strong>i bachi <strong>de</strong>lla seta che aveva<br />

importante commercio presso il setificio locale. Le coltivazioni <strong>de</strong>lla vite e <strong>de</strong>i cereali erano in linea<br />

di massima <strong>de</strong>stinate al consumo familiare. Le tecniche agricole e di produzione rimasero inalterate<br />

per tutta la seconda metà <strong>de</strong>ll’Ottocento, fatto a cui Giovanni Rossi si oppose svariate volte. Con<br />

l’arrivo <strong>de</strong>l tram a vapore Gavardo ebbe maggiori opportunità di commercializzazione, fatto che<br />

contribuì a incentivare l’industria e l’artigianato locale. La vita politica era controllata da un gruppo<br />

<strong>de</strong>limitato e compatto, anche se non omogeneo, composto per esponenti <strong>de</strong>lla borghesia agraria.<br />

Nel mondo cattolico, un gruppo eterogeneo con alla testa don Giuseppe Brunelli, con cui Rossi<br />

ebbe numerosi scontri.<br />

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