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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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<strong>de</strong>ll’organizzazione collettiva <strong>de</strong>lla produzione che più tardi furono tradotte nel motto «da<br />

ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo quanto ha fatto».<br />

Gli anarchici erano dunque contrari a qualsiasi forma di organizzazione che per<br />

poter esistere si dovesse basare su un’autorità regolatrice esterna. L’unica azione che essi<br />

accettavano dallo Stato era il cambiamento <strong>de</strong>l diritto d’eredità fino alla sua completa<br />

abolizione. Lo scopo era quello di abolire l’ineguaglianza economica ereditaria/artificiale<br />

<strong>de</strong>lle classi, in quanto garante <strong>de</strong>ll’ineguaglianza di accesso ai mezzi materiali di sviluppo:<br />

la “giustizia vuole l’eguaglianza <strong>de</strong>l punto di partenza all’inizio <strong>de</strong>lla vita, affinché tale<br />

eguaglianza dipenda dall’organizzazione economica e politica <strong>de</strong>lla società, e affinché<br />

ciascuno, fatta astrazione dalle naturali differenze, sia soltanto figlio <strong>de</strong>lle proprie opere”<br />

(BAKUNIN, 1922:57).<br />

L’unica ineguaglianza accettata da BAKUNIN e da quelli che gli succe<strong>de</strong>ttero era<br />

dunque quella naturale, appartenente all’individuo. Tale ineguaglianza era, tra l’altro,<br />

ritenuta un bene, una qualità, la vera ricchezza <strong>de</strong>ll’umanità, ciò che la ren<strong>de</strong>va “un tutto<br />

collettivo nel quale ciascuno completa[va] tutti gli altri e di tutti gli altri [aveva] bisogno: di<br />

modo che la infinita diversità <strong>de</strong>gli individui umani [era] la causa, la base principale <strong>de</strong>lla loro<br />

solidarietà, [e] un argomento onnipotente a favore <strong>de</strong>ll’uguaglianza” (BAKUNIN, 1922:242).<br />

A questo proposito, BAKUNIN argomentava che soltanto quando si fosse stabilita<br />

“l’eguaglianza <strong>de</strong>l punto di partenza per tutti gli uomini sulla terra, solo allora – salvaguardando<br />

tuttavia i diritti superiori <strong>de</strong>lla solidarietà, che [era] e [sarebbe restata] sempre il più potente<br />

produttore di tutte le cose sociali, intelligenza e beni materiali, solo allora [avremo potuto] dire<br />

(…) che ogni uomo [era] figlio <strong>de</strong>lle proprie opere. Ed ecco la conclusione: affinché le<br />

capacità singole [potessero prosperare] e (…) dare tutti i loro frutti, [era] necessario cioè che le<br />

classi [fossero] abolite: [dovevano] scomparire la proprietà individuale ed il diritto d’eredità,<br />

[doveva] venire il trionfo economico, politico e sociale <strong>de</strong>ll’eguaglianza” (BAKUNIN,<br />

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