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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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i più atti fossero sempre i più forti, afferma che in quanto fattore <strong>de</strong>ll’evoluzione <strong>de</strong>lle specie<br />

era il mutuo appoggio, e non la lotta tra le specie, quello più importante e <strong>de</strong>cisivo.<br />

Il primo articolo, Il mutuo appoggio negli animali 205 , inizia dalla discussione <strong>de</strong>l<br />

concetto <strong>de</strong>lla lotta per l’esistenza come fattore <strong>de</strong>ll’evoluzione secondo Darwin e<br />

Wallace. Secondo KROPOTKIN, lo studio <strong>de</strong>gli animali nei loro habitat naturali metteva<br />

in evi<strong>de</strong>nza il fatto che nonostante ci fosse tra le specie diverse un’enorme guerra per la<br />

sopravvivenza, all’interno di una stessa specie ciò che si verificava era il mutuo sostegno, l’aiuto<br />

reciproco, la mutua difesa, essendo quindi la socialità una legge <strong>de</strong>lla natura tanto quanto lo<br />

era la lotta tra i simili. Da parte sua, la natura metteva in evi<strong>de</strong>nza il fatto che i più atti alla<br />

sopravvivenza erano quelli che avevano acquisito le abitudini di solidarietà – come per<br />

esempio l’aiuto per l’allevamento <strong>de</strong>lla prole, la sicurezza e la soddisfazione <strong>de</strong>i fabbisogni<br />

<strong>de</strong>gli integranti di uno stesso branco – da ciò risultando che in quanto fattore <strong>de</strong>ll’evoluzione<br />

<strong>de</strong>lle specie era il mutuo appoggio, e non la lotta tra le specie, quello più importante e <strong>de</strong>cisivo.<br />

L’anarchico non nega l’esistenza <strong>de</strong>lla lotta per la vita né il fatto che soltanto i più adatti<br />

sopravvivono, ma domanda con quali armi questa lotta fosse meglio sostenuta e quanta<br />

influenza essa avesse esercitato nell’evoluzione <strong>de</strong>l regno animale.<br />

KROPOTKIN fa notare che in certi casi la capacità di sopravvivenza era legata non<br />

alla forza, ma alla capacità di adattamento alle nuove circostanze. Ritiene pertanto <strong>de</strong>l<br />

tutto sbagliato l’uso <strong>de</strong>ll’espressione competizione, anche perché poteva succe<strong>de</strong>re che<br />

fossero proprio le specie più <strong>de</strong>boli quelle che riuscivano a rispon<strong>de</strong>re più velocemente ai<br />

cambiamenti avvenuti. La stessa consi<strong>de</strong>razione vale per ciò che riguarda una stessa<br />

specie. Inoltre, secondo l’anarchico, prima di arrivare allo sterminio dovuto alle eventuali<br />

difficoltà di adattamento alle nuove caratteristiche <strong>de</strong>ll’ambiente in cui vivevano, le specie<br />

avevano l’alternativa <strong>de</strong>lla migrazione verso ambienti meno ostili, fattore la cui importanza<br />

non poteva essere trascurata. Quindi, conclu<strong>de</strong> l’anarchico, “la competizione non è la<br />

regola <strong>de</strong>l mondo animale né nel genere umano. Essa è ristretta negli animali a periodi<br />

eccezionali, e la selezione naturale trova molte migliori occasioni per operare. Delle condizioni<br />

migliori sono create dalla eliminazione <strong>de</strong>lla concorrenza per mezzo <strong>de</strong>l reciproco aiuto e <strong>de</strong>l<br />

205 Nel libro esso è composto <strong>de</strong>i due primi capitoli.<br />

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