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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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(MAGNAGHI, 2000a:128). Uno <strong>de</strong>i compiti <strong>de</strong>llo statuto <strong>de</strong>i luoghi è, quindi, quello di<br />

evi<strong>de</strong>nziare qualitativamente e quantitativamente sia le attività economiche che i mo<strong>de</strong>lli<br />

insediativi con valori d’uso singoli e civici – diversi pertanto da quelli di puro sfruttamento<br />

economico e di mercato – con l’obiettivo di attuare trasformazioni che aumentino il<br />

valore <strong>de</strong>l patrimonio territoriale.<br />

Secondo VENTURA, una sorta di statuto <strong>de</strong>i luoghi esiste già, ed è costituito dalle<br />

diverse norme contenute “nel coacervo di leggi che a vario titolo regolano, o vincolano,<br />

direttamente l’edificazione e l’uso <strong>de</strong>l suolo. Alcune di esse sono indipen<strong>de</strong>nti dai luoghi,<br />

ovvero sono le stesse in ogni luogo, altre sono in funzione <strong>de</strong>lla natura <strong>de</strong>lle cose contenute<br />

nei luoghi (…). (…) E in ogni luogo possono giustapporsi le une alle altre i più vari tipi di<br />

norme” (VENTURA, 2000:170).<br />

Sempre secondo l’autore, gli studi da fare – le indagini e osservazione sul terreno,<br />

la <strong>de</strong>scrizione e l’interpretazione <strong>de</strong>i dati ottenuti al fine di mettere in evi<strong>de</strong>nza i valori<br />

ritenuti intrinseci di quel territorio – <strong>de</strong>vono fondarsi sui principi <strong>de</strong>ll’edificazione intesa<br />

come “l’arte, la téchne, la sapienza <strong>de</strong>l costruire e abitare i luoghi” (VENTURA, 2000:179), da<br />

sempre presenti nel nostro pensare e agire. I tre principi che fondano questa accezione<br />

<strong>de</strong>ll’edificazione sono la sicurezza, la bellezza e la comodità. Ognuno di questi go<strong>de</strong>, in<br />

occasione di una presa di <strong>de</strong>cisione, <strong>de</strong>llo stesso diritto di diventare il <strong>de</strong>terminante,<br />

oppure di complementarsi con gli altri. In questa prospettiva, lo statuto <strong>de</strong>i luoghi diventa lo<br />

strumento che permette di integrare tra loro questi tre principi sia amministrativamente<br />

che concettualmente, attraverso l’interpretazione e la <strong>de</strong>scrizione <strong>de</strong>lla totalità <strong>de</strong>l<br />

territorio fatta di modo unitario. Da quanto <strong>de</strong>tto si capisce che la prospettiva di azione e<br />

gli scopi <strong>de</strong>llo statuto <strong>de</strong>i luoghi sono molto diversi da quelli <strong>de</strong>lla scienza mo<strong>de</strong>rna,<br />

soprattutto per quanto riguarda lo stabilimento <strong>de</strong>i vincoli e <strong>de</strong>i limiti all’uso <strong>de</strong>lle risorse<br />

presenti in un territorio 245 .<br />

L’autore ricorda la necessità di <strong>de</strong>scrivere il territorio luogo per luogo, e questo<br />

perché ognuno è diverso da un altro, ognuno ha le sue qualità, le sue caratteristiche, i suoi<br />

valori, affinché sia possibile i<strong>de</strong>ntificare ciò che esiste “da conservare e riprodurre, da curare<br />

e mantenere in essere o da lasciare al corso naturale <strong>de</strong>l ciclo di vita; quali sono le risorse<br />

suscettibili di uso senza consumo, di trasformazione senza distruzione. Occorre i<strong>de</strong>ntificare<br />

(…) i vari luoghi e valutare quale loro i<strong>de</strong>ntità si vuol mantenere nel tempo e nello spazio. E<br />

245 VENTURA ritiene che mentre la scienza indaga sui vincoli <strong>de</strong>lla natura per poterli violare e così<br />

propiziare il progresso <strong>de</strong>lla tecnica e <strong>de</strong>lla tecnologia, lo statuto <strong>de</strong>i luoghi cerca di stabilire limiti al<br />

suo uso per garantire la sua valorizzazione e trasmissione alle generazioni future. Per questa<br />

ragione, secondo lui, esso non può essere fondato soltanto sulla scienza, ma <strong>de</strong>ve servirsi di<br />

principi, quali quelli appena citati, che hanno una logica che va oltre quella proposta dalla razionalità<br />

scientifica.<br />

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