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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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nazioni, giustificando così la specializzazione <strong>de</strong>l lavoro all’epoca già consolidata tra le nazioni.<br />

L’anarchico critica questa concezione <strong>de</strong>ll’economia – ritenuta interessante anche da alcuni<br />

rivoluzionari che inten<strong>de</strong>vano mantenerla dopo la rivoluzione – e riafferma ancora una volta la<br />

necessità di pensare al lavoratore come una persona, di dare a tutti le stesse opportunità di<br />

svilupparsi integralmente e quindi di eliminare sia la divisione che la differenziazione <strong>de</strong>l lavoro.<br />

Nel sedicesimo capitolo, Il <strong>de</strong>centramento <strong>de</strong>lle industrie458, KROPOTKIN tratta <strong>de</strong>l<br />

processo di espansione <strong>de</strong>ll’attività industriale per i paesi che, fino a poco prima, erano stati<br />

condannati dalle teorie economiche appena menzionate a rimanere produttori di <strong>de</strong>rrate agricole<br />

per la loro più alta competitività produttiva in quel settore e il ritardo, obbligato, nello sviluppo<br />

<strong>de</strong>ll’attività industriale. Tratta anche di come questa espansione da un lato portasse alla crescita<br />

economica per i nuovi paesi “industriali” – anche se i veri beneficiari erano gli industriali – mentre<br />

dall’altro, portasse la classe operaia <strong>de</strong>i paesi che prima avevano il monopolio <strong>de</strong>lla produzione<br />

industriale a uno stato di miseria cronica, dato che si trattava di un processo senza ritorno.<br />

L’anarchico sottolinea anche come tale <strong>de</strong>centramento <strong>de</strong>lle industrie mettesse in crisi la sud<strong>de</strong>tta<br />

teoria <strong>de</strong>lla specializzazione produttiva, facendo notare che, invece, ciò che si verificava non solo<br />

nel settore industriale ma anche in tutti gli altri rami produttivi era la ten<strong>de</strong>nza al <strong>de</strong>centramento<br />

economico.<br />

“Ogni nazione trova utile di combinare in casa sua l’agricoltura con la maggior varietà possibile<br />

di officine e di manifatture. La specializzazione di cui gli economisti ci hanno parlato era buona per<br />

arricchire alcuni capitalisti: ma essa non ha alcuna ragione di essere, e si ritrae invece ogni vantaggio<br />

dacché ogni paese, ogni bacino geografico, possa coltivare il suo grano e i suoi legumi, e fabbricare in<br />

casa sua tutti i prodotti manifatturati ch’esso consuma. Questa diversità è la migliore garanzia <strong>de</strong>llo<br />

sviluppo completo <strong>de</strong>lla produzione per mezzo <strong>de</strong>l mutuo concorso di ciascuno <strong>de</strong>gli elementi di<br />

progresso: mentre che la specializzazione è la sosta <strong>de</strong>l progresso stesso.<br />

L’agricoltura non può prosperare che a lato <strong>de</strong>ll’industria. E dacché una sola officina fa la sua<br />

apparizione, una varietà infinita di altre officine d’ogni specie, «<strong>de</strong>bbono» elevarsi intorno ad essa,<br />

affinché mutualmente sostenendosi, stimolandosi l’un l’altra con le loro invenzioni, insieme crescano e<br />

si sviluppino” (KROPOTKIN, 1948:151/152). KROPOTKIN conclu<strong>de</strong> sottolineando ancora una<br />

volta l’importanza di avere come scopo lo sviluppo interno di tutti i settori produttivi e di ridurre<br />

al minimo indispensabile la dipen<strong>de</strong>nza verso l’esterno.<br />

L’ultimo capitolo, L’agricoltura, ripropone la tesi <strong>de</strong>lla ricerca <strong>de</strong>ll’autosufficienza<br />

presentata nel capitolo prece<strong>de</strong>nte: ogni comune, secondo KROPOTKIN, doveva <strong>de</strong>dicarsi alla<br />

produzione <strong>de</strong>lle <strong>de</strong>rrate necessarie al fabbisogno integrale <strong>de</strong>i suoi membri. Ripren<strong>de</strong>ndo la<br />

discussione sulla necessità di pensare al lavoratore come a un lavoratore integrale, presenta l’i<strong>de</strong>a<br />

che ciascun membro <strong>de</strong>lla società, oltre a realizzare il suo proprio lavoro, avrebbe dovuto <strong>de</strong>dicare<br />

anche un piccolo numero di ore al giorno alla produzione di generi agricoli <strong>de</strong>stinati<br />

all’autoconsumo. L’anarchico ritiene che anche chi non aveva mai fatto l’agricoltore avrebbe<br />

potuto svolgere questo lavoro senza nessun tipo di difficoltà potendo contare sui progressi <strong>de</strong>lla<br />

458 Tale capitolo è uno <strong>de</strong>i pilastri fondanti <strong>de</strong>l libro Campi, fabbriche e officine, dove KROPOTKIN presenta la<br />

tesi <strong>de</strong>lla necessità di integrare il più possibile i tre settori <strong>de</strong>ll’economia nonché di produrre prima per il<br />

mercato interno, cercando attraverso la soddisfazione <strong>de</strong>lle necessità interne di ridurre i rischi che la<br />

dipen<strong>de</strong>nza esterna troppo accentuata può portare all’economia di un paese.<br />

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