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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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accolto <strong>de</strong>i frutti più alti, problema che si risolve da solo quando l’albero attinge l’età<br />

matura, quando la disposizione <strong>de</strong>i rami permette un facile arrampicata.<br />

Rispetto ai meriti di questo tipo di pratica, FUKUOKA ne cita cinque:<br />

“1. Raggiungere la forma naturale per mezzo di una precoce potatura formativa riduce al<br />

minimo il lavoro e gi sprechi e favorisce alti rendimenti.<br />

2. Un albero a radici profon<strong>de</strong> adattato all’ambiente circostante, la cui porzione superiore sia<br />

in equilibrio con il sistema radicale, cresce rapidamente, è sano, resistente al freddo, al gelo e<br />

alla siccità e sopporta strenuamente le calamità naturali.<br />

3. L’assenza di rami superflui riduce al minimo la necessità di potare. La buona penetrazione<br />

<strong>de</strong>lla luce solare e la ventilazione riducono le possibilità di produrre un raccolto pieno solo ad<br />

anni alterni e di attacchi di malattie e insetti.<br />

4. Se la forma <strong>de</strong>ll’albero dovesse per forza essere cambiata per adattarlo alla topografia locale<br />

o a pratiche meccanizzate, il ritorno alla potatura sarebbe un’operazione semplice e senza<br />

difficoltà inutili.<br />

5. Le tecniche di potatura usate in frutticoltura tendono a cambiare con il passare <strong>de</strong>l tempo,<br />

ma la forma naturale di un albero rimane sempre la stessa. L’uso <strong>de</strong>lla forma naturale è il<br />

migliore approccio possibile per una coltivazione di frutti stabile e ad alti rendimenti senza<br />

spreco di lavoro” (FUKUOKA, 2001:248).<br />

La proposta di FUKUOKA per la frutticoltura naturale rispetta le stesse regole <strong>de</strong>lla<br />

sua agricoltura naturale.<br />

Nel suo po<strong>de</strong>re FUKUOKA coltiva diverse varietà di agrumi sulle pendici <strong>de</strong>l<br />

monte vicino a casa sua e il suo agrumeto si è formato rilevando la terra <strong>de</strong>i pendii<br />

circostanti che erano stati abbandonati. Dato che in diversi di questi pendii i pini erano<br />

stati tagliati pochi anni prima, il suo lavoro è stato quello di scavare <strong>de</strong>lle fosse secondo le<br />

linee ipsometriche e piantare gli alberi di agrumi. “Tagliai la maggior parte <strong>de</strong>i germogli di<br />

pino, ma lasciai che alcuni ricrescessero come frangivento. Poi ho interrotto la crescita <strong>de</strong>i<br />

cespugli e <strong>de</strong>l manto erboso <strong>de</strong>l terreno e ho seminato il trifoglio.<br />

Dopo sei o sette anni finalmente le piante di agrumi fruttificarono. Ho tolto la terra di<br />

dietro le piante per formare terrazze e il frutteto appare a<strong>de</strong>sso un po’ diverso da tutti gli altri”<br />

(FUKUOKA, 1980:82). Secondo lui, mentre le piante crescevano sotto le piante forestali<br />

rigermogliate non esisteva nessuna traccia di danni di insetti. Soltanto quando i cespugli e i<br />

nuovi getti <strong>de</strong>gli alberi furono tagliati, ren<strong>de</strong>ndo la terra più simile a un frutteto è che<br />

apparvero gli insetti.<br />

Per migliorare il terreno <strong>de</strong>l frutteto FUKUOKA fece uso anche <strong>de</strong>ll’acacia<br />

Morishima: questa “pianta [cresceva] tutto l’anno e [metteva] fuori nuovi germogli in tutte le<br />

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