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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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onapartista” (HOBSBAWM, 1988:106). La rivoluzione die<strong>de</strong> all’esercito una superiorità<br />

senza prece<strong>de</strong>nti: senza contare su molte risorse, esso conquistò tutta l’Europa non tanto<br />

perché poteva ma soprattutto perché doveva farlo. E Napoleone seppe poi sfruttare il<br />

prestigio acquisito dalle vittorie <strong>de</strong>ll’esercito da lui condotto. “Divenne Primo Console, poi<br />

Console a vita, poi Imperatore. E al suo arrivo, come per miracolo, i problemi insolubili <strong>de</strong>l<br />

Direttorio trovarono una soluzione. Nel giro di tre anni la Francia ebbe un Codice Civile, un<br />

concordato con la Chiesa e persino, simbolo importantissimo di una stabilità borghese, una<br />

Banca Nazionale. E il mondo ebbe il suo primo mito secolare” (HOBSBAWM, 1988:108).<br />

Per il mondo, Napoleone era allo stesso tempo l’uomo che aveva fatto la<br />

Rivoluzione e quello che aveva riportato l’ordine. Per i francesi, era il sovrano più<br />

fortunato di tutta la loro storia. “Aveva trionfato gloriosamente all’estero; ma in patria aveva<br />

anche instaurato o restaurato tutto il sistema <strong>de</strong>lle istituzioni francesi quali esistono fino ad<br />

oggi. Vero è che la maggior parte <strong>de</strong>lle sue i<strong>de</strong>e – forse tutte – erano già state anticipate dalla<br />

Rivoluzione e dal Direttorio (…). Ma i suoi pre<strong>de</strong>cessori le avevano soltanto anticipate: egli le<br />

metteva in pratica. Il gran<strong>de</strong> e luminoso monumento <strong>de</strong>lla giurispru<strong>de</strong>nza francese, il Codice<br />

che venne preso a mo<strong>de</strong>llo in tutto in mondo borghese non anglosassone, era napoleonico.<br />

Sua era la gerarchia <strong>de</strong>i funzionari, dai prefetti in giù, <strong>de</strong>i magistrati, <strong>de</strong>lle università e <strong>de</strong>lle<br />

scuole. Le grandi «carriere» <strong>de</strong>lla vita pubblica francese, l’esercito, i servizi di stato, l’istruzione,<br />

il diritto, recano ancor oggi l’impronta di Napoleone” (HOBSBAWM, 1988:109/110).<br />

4. Camminando verso il 1848<br />

Secondo HOBSBAWM, il periodo tra il 1789 e il 1848 fu un’età di superlativi. La<br />

superficie conosciuta, mappata e in comunicazione tra sé, così come la popolazione<br />

mondiale, era più gran<strong>de</strong> che mai. Le città si moltiplicavano rapidamente, la produzione<br />

industriale raggiungeva cifre superate solo dal commercio internazionale. La scienza<br />

progrediva, l’inventiva umana rivoluzionava il mondo e la conoscenza veniva ampiamente<br />

diffusa, con un numero di pubblicazioni tra libri e giornali mai visto prima. Ma tanti<br />

trionfi avevano anche un lato oscuro. La rivoluzione industriale aveva reso il mondo il più<br />

squallido e insicuro in cui l’uomo aveva mai vissuto. C’era tantissima povertà. Le<br />

condizioni materiali <strong>de</strong>i lavoratori non erano migliori che nel passato e, in alcuni casi, era<br />

anche peggiori. I paladini <strong>de</strong>l progresso attribuivano tale situazione agli ostacoli che la<br />

vecchia società imponeva alla libera iniziativa; i nuovi socialisti l’attribuivano invece alla<br />

forma di conduzione <strong>de</strong>lla nuova società. Ma entrambi cre<strong>de</strong>vano in “un avvenire di<br />

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