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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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tutte le esigenze <strong>de</strong>lla collettività – i confini amministrativi, sia comunali che provinciali, possono divenire<br />

anacronistici e non funzionali – [si ritenne] che [dovesse essere] valutato il potenziale <strong>de</strong>lle ‘omogeneità<br />

territoriali’, base per una vera valorizzazione oggettiva e soggettiva <strong>de</strong>l regionalismo” (ANCI TOSCANA,<br />

1996: 6).<br />

Il risultato di questi lavori è stato la pubblicazione <strong>de</strong>l manifesto Agricoltura e<br />

territorio: un laboratorio per lo sviluppo sostenibile <strong>de</strong>lla Toscana e al tempo stesso<br />

l’individuazione di tre aree, tenendo conto <strong>de</strong>l concetto di “omogeneità territoriali”, dove<br />

si potesse verificare la validità <strong>de</strong>ll’approccio proposto: la Valdichiana, la Val di<br />

Cornia/Colline Metallifere e la Bassa Val<strong>de</strong>lsa/Valdarno inferiore.<br />

1.1. Un manifesto per la Toscana<br />

Il punto di partenza <strong>de</strong>l sud<strong>de</strong>tto manifesto è stata la consapevolezza che la crescita<br />

<strong>de</strong>lla produzione non vuol dire necessariamente crescita <strong>de</strong>l benessere. Anzi, il mo<strong>de</strong>llo di<br />

sviluppo dominante ha spesso trascurato questo secondo punto, a spese <strong>de</strong>ll’ambiente e<br />

<strong>de</strong>lla qualità <strong>de</strong>lla vita <strong>de</strong>lla collettività insediata. Gli autori <strong>de</strong>l manifesto ammettevano<br />

quindi come priorità l’i<strong>de</strong>ntificazione di nuovi indicatori di misura <strong>de</strong>llo sviluppo, <strong>de</strong>lla<br />

qualità ambientale, <strong>de</strong>lla ricchezza, “in grado di apprezzare la qualità ambientale come<br />

ragione di insediamento di attività pregiate; di selezionare processi che [aumentassero] la<br />

produttività media <strong>de</strong>lle risorse; di valutare in modo appropriato il peso e il ruolo <strong>de</strong>l capitale<br />

naturale, <strong>de</strong>i cicli <strong>de</strong>lla biosfera, <strong>de</strong>lla materia e <strong>de</strong>ll’energia.<br />

In questo cambiamento epocale <strong>de</strong>lla scala di valori <strong>de</strong>llo sviluppo [assumevano] un<br />

ruolo centrale proprio i fattori rimossi o <strong>de</strong>gradati dalla crescita industrialista e dal potere<br />

esclusivo <strong>de</strong>l mercato: i valori e le i<strong>de</strong>ntità territoriali e urbane; l’agricoltura tradizionale e la<br />

sapienza ambientale che l’[accompagnava]; i sistemi ambientali relitti ma non ancora<br />

<strong>de</strong>sertificati; i luoghi e gli insediamenti storici accerchiati dalle periferie <strong>de</strong>lla metropoli; i<br />

saperi e le culture contestuali; le manifatture locali e i sistemi appropriati di produzione e di<br />

servizio; gli ordinamenti insediativi e colturali <strong>de</strong>lla collina e <strong>de</strong>lla montagna” (ANCI<br />

TOSCANA, 1996: 7/8). La scommessa era quella di trovare un dialogo tra le energie<br />

creatrici <strong>de</strong>lla società e i sedimenti di lunga durata presenti nel territorio che si voleva<br />

valorizzare.<br />

Gli autori <strong>de</strong>l manifesto ritenevano all’epoca che nella Toscana esistessero tante<br />

risorse da valorizzare come per esempio il patrimonio storico archeologico, forestale e<br />

naturalistico; il paesaggio agricolo collinare che conservava ancora i suoi caratteri originari;<br />

il paesaggio montano; il paesaggio costiero; il mantenimento di mo<strong>de</strong>lli socioculturali<br />

antichi (le tradizioni civiche, le feste, i momenti di i<strong>de</strong>ntificazione collettiva, l’abitudine<br />

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