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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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convinti <strong>de</strong>gli altri, ma nessuno costretto. In seguito, tutto fu messo in comune: terre,<br />

<strong>de</strong>naro, animali, strumenti di lavoro, case, ecc. Il sindacato dirigeva la produzione, ma<br />

soltanto in quanto strumento tecnico: era l’assemblea comunale quella che presie<strong>de</strong>va<br />

tutto. Fu costituito un comitato amministratore <strong>de</strong>lla vita locale, il quale controllava il<br />

<strong>de</strong>naro, assegnava i mezzi di sussistenza a ogni famiglia e una volta alla settimana, leggeva<br />

il rapporto <strong>de</strong>lle sue attività – in particolare il bilancio tra gli acquisti e le vendite – perché<br />

fosse discusso e approvato dall’assemblea.<br />

Nei primi tempi, data la necessità di provve<strong>de</strong>re a un razionamento, fu<br />

<strong>de</strong>terminata quale dovesse essere la quantità di viveri – in moneta – capace di garantire la<br />

sussistenza <strong>de</strong>lle famiglie. Libero accesso invece fu garantito all’olio e alla legna, data la<br />

loro abbondanza. Per poter acce<strong>de</strong>re agli altri alimenti, “era stato fatto uno schedario nel<br />

quale figurava ogni famiglia, col numero e l’età <strong>de</strong>lle persone componenti. Ogni persona aveva<br />

diritto a ciò che si chiamava (…) una razione. La razione <strong>de</strong>gli uomini era fissata in una peseta<br />

e venti, quella <strong>de</strong>lle donne in una peseta e dieci. (…) I ragazzi più piccoli avevano mezza<br />

razione. A partire dai sei anni, (…) si passava alla razione intera.<br />

Una volta stabiliti il numero <strong>de</strong>lle razioni e le quantità corrispon<strong>de</strong>nti <strong>de</strong>i prodotti<br />

per ogni famiglia, questa riceve[va] una tessera speciale. La cosa più importante in essa [era]<br />

un cartellino attaccato alla copertina interna nel quale si legge[va]: anno 1937 – primo trimestre –<br />

numero di razioni – valore in pesetas – resto <strong>de</strong>ll’anno prece<strong>de</strong>nte – totale. In calce una nota: vale per<br />

procurarsi ogni genere di prodotti, eccetto l’olio, la legna ed il vino che sono di libero consumo.<br />

In ogni pagina cinque caselle uguali per scrivervi il valore <strong>de</strong>lle spese fatte; le famiglie<br />

po[teva]no così sapere se consuma[va]no in un mese o trimestre più di quanto loro spetta[va].<br />

Po[teva]no quindi acquistare per il valore indicato nella tessera ed al ritmo che loro<br />

conv[eniva]. Se vo[leva]no conservare un fondo di riserva, questa riserva [veniva] annotata, e<br />

rimane[va] per il trimestre successivo.<br />

Non si paga[va]no più affitti. L’abitazione [era] completamente socializzata. Le cure<br />

mediche [erano] gratuite. (…) Anche la farmacia fu collettivizzata. (…)<br />

I <strong>de</strong>nari occorrenti si procuravano mediante il commercio. Si ven<strong>de</strong>vano i prodotti<br />

all’esterno e se ne riscuoteva il prezzo. Con queste pesetas che costitui[va]no un fondo<br />

comune, si comperava fuori ciò che occorreva alla collettività o si pagavano i servizi ricevuti.<br />

Ma all’interno il piccolo commercio era sparito. I commercianti erano entrati<br />

spontaneamente nella collettività. Alla loro attività di prima si sostituì una cooperativa”<br />

(LEVAL, 1952: 183/184).<br />

Riguardo al lavoro agricolo, l’autore sottolinea che l’area seminata si era triplicata,<br />

e questo perché prima buona parte <strong>de</strong>i contadini, non avendo soldi per comprare le<br />

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