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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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8. Conclusione<br />

Le esperienze vissute dagli immigranti italiani in Brasile discusse in questo capitolo<br />

hanno in comune l’importante segno lasciato da loro nel paesaggio agrario brasiliano e<br />

nella creazione di una nuova cultura contadina. A San Paolo gli immigranti italiani furono<br />

responsabili, da un lato, <strong>de</strong>ll’espansione <strong>de</strong>lle piantagioni <strong>de</strong>l caffè per tutto l’ovest <strong>de</strong>llo<br />

stato, nelle aree previamente occupate dalle foreste, dall’altro <strong>de</strong>ll’introduzione di una serie<br />

di nuove colture – il grano, le patate, le vite e altre alberi di frutta – che risultarono nel<br />

cambiamento <strong>de</strong>lle abitudini alimentari <strong>de</strong>lle popolazioni locali. Dagli anni ’20 in poi,<br />

furono anche gli attori <strong>de</strong>lla diversificazione <strong>de</strong>lla produzione e conseguentemente <strong>de</strong>l<br />

paesaggio agrario nelle antiche aree produttore di caffè, dove il latifondo monocolturale<br />

die<strong>de</strong> luogo a un mosaico di piccole unità di produzione contadine dove venivano coltivati<br />

generi agricoli di diversi tipi, <strong>de</strong>stinati al consumo <strong>de</strong>lla famiglia e al commercio nei<br />

mercati locali.<br />

Nel sud <strong>de</strong>l Brasile, nello stato di Rio Gran<strong>de</strong> do Sul, essi furono responsabili <strong>de</strong>lla<br />

trasformazione di aree di foresta vergine in aree di effervescente produzione contadina,<br />

seguendo il mo<strong>de</strong>llo <strong>de</strong>lle comunità contadine venete: piccoli appezzamenti di terra<br />

<strong>de</strong>stinati inizialmente alla policoltura per l’autoconsumo e posteriormente alla<br />

monocoltura <strong>de</strong>lla vite, introdotta da loro stessi, per la produzione <strong>de</strong>l vino. Nel centro di<br />

queste aree un piccolo paese offriva i servizi indispensabili e la possibilità di<br />

socializzazione, portata avanti soprattutto dalla Chiesa, durante molto tempo l’unica<br />

responsabile per il contatto tra le varie comunità contadine disperse.<br />

Sempre nel sud, nello stato <strong>de</strong>l Paraná, ebbe luogo la breve ma importantissima<br />

esperienza di comunismo anarchico, con la costruzione di una vera e propria comunità<br />

contadina, la Colonia Cecilia, che sarà trattata nel capitolo successivo. Anche qui, l’antico<br />

“mare ver<strong>de</strong>” formato dalla foresta vergine die<strong>de</strong> luogo a un mosaico colorato formato dai<br />

campi di lavoro comunitario con le diverse coltivazioni <strong>de</strong>stinate al consumo <strong>de</strong>lla comunità e<br />

alla commercializzazione, e dal nucleo <strong>de</strong>lla colonia composto dai laboratori artigianali, dalla<br />

scuola, dalle abitazioni <strong>de</strong>lle famiglie e dal baraccone <strong>de</strong>stinato all’abitazione <strong>de</strong>i singoli,<br />

dove avevano luogo anche i pasti collettivi, le serate dove si discutevano di filosofia e<br />

politica, si svolgevano le feste e le calorose assemblee che tracciavano il <strong>de</strong>stino <strong>de</strong>lla<br />

comunità.<br />

La ri<strong>de</strong>finizione <strong>de</strong>l paesaggio agrario brasiliano e l’innovazione per cui passò<br />

l’agricoltura tra la fine <strong>de</strong>ll’Ottocento e i primi <strong>de</strong>l Novecento è, senza dubbio, opera <strong>de</strong>lla<br />

“brava gente” che lì immigrò portando con sé il sogno contadino <strong>de</strong>lla produzione<br />

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