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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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1922:241). BAKUNIN proponeva che la terra appartenesse soltanto a quelli che la<br />

coltivassero con le proprie braccia 185 e che l’unico ere<strong>de</strong> possibile fosse il fondo di<br />

educazione e istruzione che avrebbe avuto il compito di garantire la formazione e il<br />

mantenimento di tutti, dalla nascita fino alla maggiore età.<br />

L’altro tema affrontato da BAKUNIN fu quello <strong>de</strong>lla cooperazione. Anche lui ne<br />

era un difensore, ma su altre basi rispetto alla cooperazione di tipo borghese che, secondo<br />

lui, avrebbe avuto come risultato o il completo fallimento <strong>de</strong>ll’esperienza, o il successo e il<br />

cambiamento <strong>de</strong>lla vita di pochi, dando seguito alla formazione di un quarto stato e, al di<br />

sotto di questo, di un quinto stato, ancora più miserabile 186 . Secondo lui, una possibilità di<br />

azione pratica che avesse come risultato il cambiamento materiale <strong>de</strong>lle condizioni di vita<br />

<strong>de</strong>lla classe operaia tramite l’emancipazione <strong>de</strong>l lavoro dalla dominazione <strong>de</strong>l capitale<br />

poteva compiersi tramite la formazione di associazioni e di società cooperative di prestito,<br />

di consumo e soprattutto di produzione.<br />

A questo proposito, BAKUNIN richiamava l’attenzione su ciò che aveva già <strong>de</strong>tto<br />

l’AIL: “La cooperazione sotto tutti i suoi aspetti è incontestabilmente una forma equa e<br />

razionale <strong>de</strong>l futuro sistema di produzione. Ma affinché essa possa raggiungere i suoi scopi, che sono<br />

l’emancipazione <strong>de</strong>lle masse lavoratrici, la loro retribuzione in funzione <strong>de</strong>l prodotto integrale <strong>de</strong>l loro lavoro e<br />

la soddisfazione <strong>de</strong>i loro bisogni, la terra ed il capitale, sotto qualunque forma, <strong>de</strong>vono essere convertiti in<br />

proprietà collettiva” (BAKUNIN, 1977b:223). Organizzate su queste basi, le cooperative<br />

185 Queste furono le i<strong>de</strong>e che BAKUNIN cercò, senza successo, <strong>de</strong> introdurre all’interno <strong>de</strong>l<br />

programma <strong>de</strong>lla Lega <strong>de</strong>lla Pace e <strong>de</strong>lla Libertà, al quale aveva contribuito a redigere (il testo si<br />

incontra all’interno <strong>de</strong>l libro L’i<strong>de</strong>a anarchica e l’Internazionale sotto il titolo Fe<strong>de</strong>ralismo e<br />

Socialismo). Sempre nello stesso libro, sotto il titolo La questione <strong>de</strong>ll’eredità: rapporto <strong>de</strong>lla<br />

commissione sulla questione <strong>de</strong>ll’eredità, adottato dall’Assemblea Generale <strong>de</strong>lla Sezione<br />

di Ginevra, BAKUNIN insisteva sull’importanza <strong>de</strong>ll’abolizione <strong>de</strong>l diritto di eredità come l’unica<br />

possibilità di eliminare lo sfruttamento <strong>de</strong>l lavoro dalla parte <strong>de</strong>l capitale e <strong>de</strong>lla proprietà. Per lui, in<br />

quanto la proprietà e il capitale si trovassero monopolizzati nelle mani di una classe – la borghesia<br />

– che, proprio per questo monopolio era dispensata di lavorare, lo sfruttamento e l’oppressione <strong>de</strong>l<br />

lavoro e <strong>de</strong>l lavoratore continuerebbero a esistere. L’unica forma di eliminare questo privilegio e<br />

quindi eliminare l’ineguaglianza artificiale tra gli uomini sarebbe attraverso l’eliminazione <strong>de</strong>l diritto<br />

di eredità, non da ciò che chiama eredità sentimentale e che consiste nella trasmissione di piccoli<br />

oggetti e/o abilità di generazione in generazione tra familiari o amici, ma sì di quello fondato sulla<br />

giurispru<strong>de</strong>nza, base <strong>de</strong>lla famiglia giuridica e <strong>de</strong>llo Stato e che assicura agli eredi la possibilità di<br />

vivere senza lavorare. “Noi vogliamo che tanto il capitale quanto la terra, in una parola tutti gli<br />

strumenti e tutte le materie prime <strong>de</strong>l lavoro, cessando di essere trasmissibili per diritto d’eredità,<br />

divengano una volta per sempre proprietà collettiva di tutte le associazioni produttive. L’eguaglianza e<br />

per conseguenza l’emancipazione <strong>de</strong>l lavoro e <strong>de</strong>i lavoratori si ottengono soltanto a questa condizione”<br />

(BAKUNIN, 1922:196). Per raggiungere questo obiettivo dal punto di vista <strong>de</strong>lla giustizia umana,<br />

ci sono due cammini: quello <strong>de</strong>lle riforme e quello <strong>de</strong>lla rivoluzione, l’ultimo <strong>de</strong>i quali, riteneva<br />

l’anarchico, era quello più breve.<br />

186 La cooperazione di tipo borghese, se aveva insegnato ai lavoratori i vantaggi <strong>de</strong>ll’unione, li aveva<br />

anche fatto capire che quel cammino non li avrebbe mai condotto alla loro auspicata<br />

emancipazione. Il risultato di questo fatto fu l’abbandono <strong>de</strong>lla cooperazione come strumento di<br />

lotta da parte <strong>de</strong>i lavoratori e l’in<strong>de</strong>bolimento <strong>de</strong>l sistema cooperativo.<br />

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