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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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Politica Agricola e Rurale Comune per l’Europa (CARPE), con l’obiettivo “di assicurare una<br />

politica agricola e rurale economicamente efficiente e ambientalmente sostenibile e stimolare lo sviluppo integrato<br />

<strong>de</strong>lle aree rurali <strong>de</strong>ll’Unione Europea” (BUCKWELL, 1998a:14).<br />

La nuova politica agricola e rurale comunitaria ha quindi una base d’appoggio più<br />

ampia. Essa infatti si fonda non solo sulle esigenze <strong>de</strong>i produttori ma anche su quelle <strong>de</strong>i<br />

consumatori e quelle <strong>de</strong>ll’ambiente, <strong>de</strong>l paesaggio e <strong>de</strong>lla cultura rurale. I principi fondanti<br />

sono:<br />

“- la plurifunzionalità <strong>de</strong>ll’agricoltura, soprattutto alla sua capacità di fornire servizi pubblici e non<br />

solo <strong>de</strong>rrate;<br />

- l’impostazione plurisettoriale ed integrata <strong>de</strong>ll’economia rurale, attraverso la differenziazione <strong>de</strong>lle<br />

fonti di reddito e <strong>de</strong>lle attività in più o meno diretta connessione con quella agricola;<br />

- la flessibilità <strong>de</strong>gli aiuti allo sviluppo rurale fondata sul principio di sussidiarietà e di partnership a<br />

livello locale;<br />

- la trasparenza nella elaborazione e gestione <strong>de</strong>i programmi attraverso una normativa più semplificata<br />

e favorendo la concertazione locale.<br />

Gli assi portanti sui quali si sviluppano poi le diverse misure in relazione ai principi<br />

richiamati riguardano:<br />

- la salvaguardia <strong>de</strong>l settore agricolo e forestale;<br />

- la competitività economica <strong>de</strong>lle zone rurale;<br />

- la salvaguardia ambientale e la tutela <strong>de</strong>l patrimonio rurale” (FANFANO, 2000:10).<br />

In a<strong>de</strong>mpimento di queste direttive, in Italia la Regione Toscana si è dotata di uno<br />

strumento normativo quadro – la LR 5/95 – contenente gli indirizzi e principi chiave – tra<br />

cui il più importante era la sostenibilità – per il governo e la pianificazione su diverse scale<br />

<strong>de</strong>l territorio regionale. In questo contesto i diversi livelli di governo <strong>de</strong>l territorio<br />

vengono chiamati a riconoscere le risorse <strong>de</strong>l territorio in quanto “invarianti strutturali” e<br />

a pensare a forme di sviluppo che siano in grado di trasformarli in valori con lo scopo di<br />

valorizzare il loro patrimonio territoriale.<br />

Le successive leggi regionali 64/95 e 25/97 hanno posto l’accento sulla centralità<br />

<strong>de</strong>l territorio rurale per il raggiungimento <strong>de</strong>lla sostenibilità <strong>de</strong>llo sviluppo. Attraverso<br />

queste leggi l’agricoltura passa a essere vista come un “settore in grado di fornire ‘servizi<br />

senza mercato’ e di supportare le naturali vocazioni locali che hanno come base il territorio”<br />

(FANFANO, 2000:11). Viene incentivata la multisettorialità <strong>de</strong>llo sviluppo rurale, in<br />

particolare i fenomeni come il part-time e l’autoconsumo. Nell’ambito, poi, <strong>de</strong>l PIT (Piano<br />

di Indirizzo Territoriale), “la sostenibilità <strong>de</strong>llo sviluppo <strong>de</strong>l territorio aperto viene perseguita<br />

(…) attraverso obiettivi di:<br />

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