16.06.2013 Views

DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

emissione nell’ambiente di più sostanze di quelle che esso è in grado di assorbire; la<br />

riduzione <strong>de</strong>i flussi di energia e di materiali a livelli meno rischiosi.<br />

Rispetto alla discussione fatta su sviluppo e crescita, GRECO sottolinea le tre<br />

posizioni più importanti. La prima, quella proposta da H. DALY con il mo<strong>de</strong>llo di steadystate<br />

(stato stazionario) 229 , ripren<strong>de</strong>ndo il discorso greco <strong>de</strong>ll’eudoeconomia – benessere e<br />

sviluppo <strong>de</strong>lle relazioni umane – ritiene che lo sviluppo <strong>de</strong>bba basarsi sulla crescita <strong>de</strong>lla<br />

produzione di beni immateriali anziché di beni materiali. DALY, infatti, concepisce lo<br />

sviluppo sostenibile come “sviluppo senza crescita – ossia senza crescita <strong>de</strong>l volume <strong>de</strong>lla<br />

produzione (inclusa quella intermedia) oltre le capacità di rigenerazione e di assorbimento<br />

<strong>de</strong>ll’ambiente. Il cammino <strong>de</strong>l progresso futuro è sviluppo, non la crescita” (DALY, 2001:21).<br />

La seconda posizione sostiene che non esiste nessuna necessità di cambiare il<br />

mo<strong>de</strong>llo di sviluppo in quanto lo stesso evolvere <strong>de</strong>lla tecnica e <strong>de</strong>lla tecnologia avrebbe<br />

reso la crescita economica compatibile con l’ambiente, attraverso la diminuzione<br />

<strong>de</strong>ll’intensità di materia ed energia necessarie a produrre la stessa quantità di ricchezza. La<br />

terza, invece, richiama l’attenzione sulla necessità di cambiare il mo<strong>de</strong>llo economico,<br />

sottolineando il fatto che l’aumento <strong>de</strong>i consumi <strong>de</strong>termina comunque l’aumento <strong>de</strong>lla<br />

quantità di materia ed energia necessarie alla produzione di ricchezza, fatto che invalida la<br />

tesi difesa <strong>de</strong>lla seconda posizione. Quelli che condividono quest’ultima posizione<br />

ritengono che in “una società avanzata che ha soddisfatto le esigenze fondamentali di beni<br />

materiali <strong>de</strong>i suoi cittadini lo sviluppo <strong>de</strong>ll’uomo può essere perseguito attraverso la ricerca di<br />

uno stato immateriale di benessere: la salute, la cultura, la qualità <strong>de</strong>lla vita. In questa visione<br />

<strong>de</strong>llo sviluppo è contenuta non solo la sostenibilità ambientale (stato stazionario <strong>de</strong>i consumi<br />

di materia/energia, attenzione alla qualità <strong>de</strong>ll’ambiente quale aspetto primario <strong>de</strong>lla qualità<br />

<strong>de</strong>lla vita) ma anche la sostenibilità sociale (è prioritario fornire tutti i cittadini <strong>de</strong>i beni<br />

materiali fondamentali), condizione senza la quale lo sviluppo sostenibile per<strong>de</strong> di significato e<br />

diventa, semplicemente, irrealizzabile” (GRECO, 2002:45).<br />

È in questo contesto che TAROZZI richiama l’attenzione sulla necessità di<br />

restituire al termine sostenibilità la sua dimensione di auto, ossia, la self-reliance. Pensare,<br />

dunque, a un concetto di autosostenibilità “come una miscela di sostenibilità (il continuare a<br />

conseguire gli obiettivi di un progetto nel tempo, anche quando non vi sia più assistenza al<br />

229 DALY si basa sugli scritti di economia classica di MILL il quale, anziché i<strong>de</strong>ntificare lo stato<br />

stazionario con la fine <strong>de</strong>l progresso, riteneva che “«una condizione stazionaria <strong>de</strong>l capitale e <strong>de</strong>lla<br />

popolazione non implica affatto uno stato stazionario <strong>de</strong>l progresso umano» e che in effetti vi sarebbe<br />

stata maggiore possibilità di «perfezionare l’arte <strong>de</strong>lla vita […] una volta che le menti <strong>de</strong>gli uomini non<br />

fossero più assillate dalla gara per la ricchezza». Diversamente da molti economisti classici, Mill cre<strong>de</strong>va<br />

che le leggi che governano la produzione non <strong>de</strong>terminassero rigidamente la distribuzione (…). Nel<br />

linguaggio di oggi, Mill argomentava a favore <strong>de</strong>llo sviluppo sostenibile – sviluppo senza crescita – vale a<br />

dire, sviluppo qualitativo senza crescita quantitativa” (DALY, 2001:6).<br />

279

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!