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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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al liberalismo, consi<strong>de</strong>rati rispettivamente una dottrina parziale <strong>de</strong>ll’eguaglianza e una dottrina<br />

parziale <strong>de</strong>lla libertà.<br />

La libertà comunque, per Bakunin, non è solo un fine, una meta mai completamente<br />

raggiungibile alla quale ten<strong>de</strong>re, non ha cioè solo una valenza etica. La libertà è anche un<br />

mezzo, una scienza, una prassi politica, e come tale ha dunque una diretta ed immediata<br />

valenza operativa” (PANI & VACCARO, 1997:58). Più avanti, BAKUNIN dichiara che<br />

l’autorità è la nemica naturale <strong>de</strong>lla libertà e afferma che essa si incarna in due archetipi,<br />

l’uno i<strong>de</strong>ale, dio, e l’altro materiale, lo Stato. Secondo lui, la “scienza <strong>de</strong>lla libertà permette di<br />

cogliere gli elementi generali che compongono la struttura autoritaria <strong>de</strong>lla società, e che si<br />

trovano sempre presenti in ogni società aldilà <strong>de</strong>lla diversa forma che assumono in tempi e<br />

luoghi diversi. Essi sono: la divisione gerarchica <strong>de</strong>l lavoro, il monopolio <strong>de</strong>l sapere<br />

socialmente utile ai fini <strong>de</strong>l comando politico, le classi e lo stato.<br />

Questi elementi sono intimamente legati tra di loro come in una catena, per cui è<br />

impossibile pensare di assolutizzarne uno e di far passare in secondo piano tutti gli altri,<br />

pensare che l’abolizione di uno possa comportare l’abolizione di tutti gli altri. La divisione<br />

generale e gerarchica <strong>de</strong>l lavoro tra manuale e intellettuale produce ed è prodotta dal<br />

monopolio <strong>de</strong>l sapere che ren<strong>de</strong> possibile la subordinazione <strong>de</strong>l lavoro manuale a quello<br />

intellettuale. Questi fattori sono l’origine e la causa <strong>de</strong>lla diseguaglianza sociale: la loro<br />

cristallizzazione gerarchica <strong>de</strong>termina la divisione in classe <strong>de</strong>lla società (distribuzione<br />

gerarchica <strong>de</strong>lla proprietà, monopolio <strong>de</strong>i mezzi di produzione) e l’esistenza <strong>de</strong>llo stato<br />

(distribuzione gerarchica <strong>de</strong>l potere, monopolio <strong>de</strong>l potere politico)” (PANI & VACCARO,<br />

1997:60).<br />

“Allo Stato Bakunin vuol sostituire la libera fe<strong>de</strong>razione <strong>de</strong>i lavoratori: essi si riuniranno<br />

prima nelle associazioni, poi nei comuni cui è affidata la gestione <strong>de</strong>lla proprietà a livello<br />

locale; i comuni si fe<strong>de</strong>reranno in regioni, le regioni in nazioni e infine le nazioni in una<br />

gran<strong>de</strong> fe<strong>de</strong>razione internazionale. Ogni organismo dovrà essere autonomo e potrà scin<strong>de</strong>re<br />

anche i legami che lo uniscono alla fe<strong>de</strong>razione, così come ogni individuo potrà liberamente,<br />

se lo riterrà opportuno, allontanarsi dall’associazione, e dal comune 18 .<br />

Bakunin individua nelle classi più oppresse e miserabili <strong>de</strong>lla società, negli elementi<br />

déclassés, nel sottoproletariato <strong>de</strong>lla città e nei contadini, la forza motrice <strong>de</strong>lla rivoluzione<br />

sociale. Il suo proponimento è quello di collegare il sottoproletariato <strong>de</strong>lle città e <strong>de</strong>lle<br />

campagne per l’azione rivoluzionaria comune. Nella classe operaia così come la inten<strong>de</strong> Marx,<br />

egli ve<strong>de</strong> un’aristocrazia che sfrutta la massa <strong>de</strong>i lavoratori, in particolare modo i contadini”<br />

(TARIZZO, 1976:48).<br />

18 La base di quest’organizzazione è il fe<strong>de</strong>ralismo di PROUDHON.<br />

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