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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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MARTINS l’utilizzo <strong>de</strong>gli ex schiavi dopo l’abolizione <strong>de</strong>lla schiavitù era poco probabile<br />

dato che, per loro, la libertà passava ad assumere un senso di negazione <strong>de</strong>l lavoro, anche<br />

se temporanea. Inoltre, era impossibile affidare al ridotto numero di lavoratori liberi, già<br />

esistenti durante il periodo schiavista, l’incarico di portare avanti il lavoro nelle fazendas di<br />

caffè. Così, dalla crisi <strong>de</strong>l sistema schiavista e dall’impossibilità di contare sulla<br />

manodopera nazionale, emerse la questione <strong>de</strong>ll’immigrazione e <strong>de</strong>lla colonizzazione: la<br />

soluzione doveva essere cercata altrove.<br />

Altrove c’era l’Italia con cui il Brasile stabilì un accordo di emigrazione. Fu questo il<br />

periodo in cui gli anarchici italiani <strong>de</strong>cisero emigrare in Brasile per costruire l’utopia <strong>de</strong>l<br />

comunismo anarchico. Il “20 febbraio 1890, Giovanni Rossi e altri cinque compagni –<br />

Cattina e Achille Don<strong>de</strong>lli, Evangelista Bene<strong>de</strong>tti, Lorenzo Arrighini e Giacomo Zanetti<br />

partono da Genova per il Brasile, a bordo <strong>de</strong>l «Città di Roma», antica nave da carico<br />

trasformata in nave da passeggeri” (MÜELLER, 1989:244/245). Portavano con loro la<br />

piccola somma di 2500 lire, raggiunta dalle sottoscrizioni. Ritenuti da una parte <strong>de</strong>l<br />

movimento anarchico in Italia “disertori”, essi erano mossi dall’i<strong>de</strong>a “di cercare nelle<br />

solitudini americane un pezzo di terra da coltivare – loro, inesperti e quasi sprovvisti di tutto –<br />

per ve<strong>de</strong>re essi stessi e per mostrare agli altri se e come <strong>de</strong>gli uomini vivrebbero senza leggi e<br />

senza padroni” (ROSSI (Cardias), 1993:23) 120 .<br />

Riguardo alla partenza per il Brasile ci sono <strong>de</strong>lle divergenze tra le fonti consultate e,<br />

molte di esse, come sottolinea DE MELLO NETO, sono in realtà poco fondate<br />

scientificamente. L’autore si riferisce soprattutto a CERCHIAI, SCHMIDT, STADLER<br />

DE SOUZA, MASINI che si riferiscono a trattative realizzate negli ultimi anni <strong>de</strong>lla<br />

120 A proposito <strong>de</strong>lla critica a loro diretta, Rossi nel suo discorso afferma che nessuno di loro aveva mai<br />

riconosciuto capi né discipline, neppure apparteneva a nessun esercito, ragione per cui non<br />

potevano essere chiamati disertori. Inoltre, ricorda che furono le circostanze, più che la loro volontà<br />

personale, a spingerli verso il Brasile.<br />

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