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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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2. La teoria<br />

2.1. BAKUNIN e il collettivismo<br />

L’asse portante di tutti gli esperimenti svoltisi all’interno <strong>de</strong>l movimento anarchico e<br />

trattati nei capitoli prece<strong>de</strong>nti fu il tentativo di raggiungere la completa libertà <strong>de</strong>gli<br />

individui. Sin dai suoi precursori, come STIRNER, era questa la questione intorno alla<br />

quale ruotavano tutte le proposte di organizzazione <strong>de</strong>lla società <strong>de</strong>ll’avvenire. Con<br />

STIRNER e con PROUDHON – anche se con quest’ultimo in una forma meno radicale<br />

– si privilegiava soprattutto la libertà individuale nel senso stretto <strong>de</strong>lla parola. Fu soltanto<br />

con BAKUNIN che si cominciò a pensare alla possibilità di raggiungere questa libertà<br />

all’interno di un’organizzazione sociale e, di conseguenza, a pensare a proposte di<br />

organizzazioni effettivamente sociali <strong>de</strong>lla società futura.<br />

Secondo BAKUNIN, il raggiungimento <strong>de</strong>lla completa libertà individuale – il vero<br />

scopo <strong>de</strong>lla rivoluzione sociale dal punto di vista anarchico – dipen<strong>de</strong>va dall’instaurazione<br />

<strong>de</strong>lla completa uguaglianza – e non soltanto di quella politica, <strong>de</strong>i cittadini davanti alla<br />

legge, difesa e promossa dalla Rivoluzione Francese – ma soprattutto di quella economica<br />

e sociale tra gli uomini. Egli riteneva che l’uguaglianza politica, difesa dalla sud<strong>de</strong>tta<br />

rivoluzione, era servita soltanto a gettare le basi per un altro tipo di dominazione, e che<br />

neppure la fratellanza, altro i<strong>de</strong>ale rivoluzionario, era riuscita a mascherare questa<br />

contraddizione, data l’impossibilità di realizzare una vera fratellanza tra disuguali.<br />

Aggiungeva ancora che finché non si fosse stabilita una vera “uguaglianza economica e<br />

sociale, finché una minoranza qualunque [potesse] divenire ricca, proprietaria, capitalista non<br />

per il lavoro proprio di ognuno, ma per eredità, l’uguaglianza politica [sarebbe stata] una<br />

menzogna” 181 (BAKUNIN, 1977c:49).<br />

181 BAKUNIN citava il caso <strong>de</strong>ll’insurrezione di Babeuf come l’ultimo tentativo rivoluzionario <strong>de</strong>l<br />

XVIII secolo di raggiungimento di questa uguaglianza. Babeuf e i suoi volevano “espropriare tutti i<br />

proprietari e tutti i <strong>de</strong>tentori <strong>de</strong>gli strumenti di lavoro e di altri capitali a beneficio <strong>de</strong>llo Stato<br />

repubblicano, <strong>de</strong>mocratico e sociale, di modo che lo Stato (…), solo proprietario di tutte le ricchezze<br />

mobili e immobili diveniva anche l’unico datore di lavoro, l’unico padrone <strong>de</strong>lla società; e munito al<br />

tempo stesso <strong>de</strong>lla onnipotenza politica avocava esclusivamente a sé l’educazione e l’istruzione uguale<br />

per tutti i fanciulli, e obbligava tutti gli individui in età maggiore a lavorare e vivere secondo l’uguaglianza<br />

e la giustizia” (BAKUNIN, 1977:54). In questa società, però, secondo l’anarchico, ogni libertà<br />

spariva, schiacciata dal potere <strong>de</strong>llo Stato. BAKUNIN sottolineava che la teoria <strong>de</strong>ll’uguaglianza<br />

stabilita forzatamente dallo Stato aveva i suoi fondamenti nella Repubblica di Platone e che altri<br />

esempi di tentativi di instaurazione <strong>de</strong>ll’uguaglianza sociale potevano essere trovati tra i primi<br />

cristiani oppure nella rivolta contadina guidata da Thomas Mûnzer in Germania, nel XVI secolo.<br />

Tutti questi tentativi, però, fallirono sia perché le persone non erano sufficientemente pronte per<br />

poter praticare l’uguaglianza, sia perché nell’unire l’uguaglianza al potere, tutti questi tentativi<br />

finirono per esclu<strong>de</strong>re la libertà.<br />

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