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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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non sbordano sopra i corridoi tra le aiuole. Inoltre, tali specie presentano proprietà<br />

antibatteriche e antinematelmintiche, formando una barriera protettiva per gli altri ortaggi. Le<br />

liliacee andranno piantate a zig zag, sfruttando l’altezza <strong>de</strong>i bordi e, nei vuoti, saranno inseriti<br />

vari tipi d’insalata, dalla lattuga alla cicoria. In questo modo, si lascia anche una biomassa di<br />

radici nei lati <strong>de</strong>lle aiuole. In ogni caso, è ben ricordarsi di non ripetere la coltivazione <strong>de</strong>gli<br />

stessi ortaggi nella me<strong>de</strong>sima area di terreno, e questo sia per evitare la proliferazione <strong>de</strong>i<br />

parassiti che si trasmettono più facilmente quando si ripete per anni la coltivazione di uno<br />

stesso ortaggio sullo stesso terreno, sia per ottimizzare la quantità di biomassa e l’utilizzo <strong>de</strong>lla<br />

rizosfera nei lati <strong>de</strong>i bancali” (FABBRICINI e DE FALCO, 2003:71). Infine, si copre con<br />

la pacciamatura di paglia, cartone o altro materiale e l’orto è pronto.<br />

Il lavoro successivo è quello di tenerlo sempre pulito, cioè, bisogna stare attenti alle<br />

erbe spontanee che vengono tolte manualmente. Si <strong>de</strong>vono anche i<strong>de</strong>ntificare spazi vuoti<br />

e riempirli con altre piante, e separare le eventuali concentrazioni di piante <strong>de</strong>llo stesso<br />

tipo, spostandole e mescolandole insieme alle altre. “L’attenzione è quella di tenere il terreno<br />

sempre il più occupato possibile. Più è occupato, più è pieno di radici e più è vivo, perché le radici sono quelle<br />

che danno nutrimento alla ‘flora intestinale’ <strong>de</strong>lla terra, ai microrganismi e ai batteri. Attraverso ai loro<br />

essudati creano <strong>de</strong>gli zuccheri che i batteri vanno a succhiare. Contemporaneamente loro forniscono invece tutta<br />

un’altra serie di sostanze. Essenzialmente mettono in moto quello che si chiama ciclo ossigeno-etilene, cioè,<br />

sviluppano etilene, che è un gas che è in grado di, attraverso il suo ciclo, le sue trasformazioni chimiche, il suo<br />

procedimento chimico, ren<strong>de</strong>re solubili i minerali e in più li trattiene alla terra. Perché la presenza di etilene<br />

trasforma il ferro, dalla forma ferrosa in forma ferrica.<br />

(…)<br />

Quando è in forma ferrica, (…) fa da calamita, trattiene a sé gli altri minerali, microrganismi.<br />

Quando c’è molto etilene la vita microbiana, microbiologica si ferma, si arresta. Non muoiono, ma restano<br />

come paralizzati. È un ciclo che dura sui venti minuti più o meno. Resta paralizzata. E in questo momento<br />

di fermo <strong>de</strong>i batteri, l’ossigeno rientra nei micrositi, l’etilene va fuori e si espan<strong>de</strong> nell’aria come gas che aiuta<br />

tra l’altro la vegetazione, e rientra ossigeno. Rientrando ossigeno si riossida il ferro. Il ferro quando è ossidato<br />

per<strong>de</strong> la capacità magnetica, quindi molla questi oligoelementi, minerali, ecc. che restano in forma solubile,<br />

quindi la pianta li può assorbire. Subito dopo ricomincia la vita <strong>de</strong>i batteri, ricominciano a riprodurre etilene e<br />

riblocca la vita. È come una respirazione <strong>de</strong>lla terra che dura venti minuti. Questo tipo di respirazione ce l’hai<br />

però solo nei terreni che sono non traumatizzati. Laddove viene pestato, i micrositi vengono schiacciati, la vita<br />

batterica si allontana” 310 .<br />

Secondo DE FALCO, il lavoro più grosso da fare il primo anno è il controllo <strong>de</strong>lle<br />

erbe spontanee, che vanno tolte preferibilmente a mano. L’uso di qualche strumento è<br />

310 Antonio DE FALCO, in intervista concessa il 5 novembre 2003.<br />

350

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