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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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3. essere in armonia con l’ambiente (eco<strong>de</strong>velopment 225 ) (I. Sachs, 1980), vale a dire stabilire<br />

<strong>de</strong>lle relazioni di solidarietà diacronica con le generazioni future <strong>de</strong>gli abitanti <strong>de</strong>l pianeta-<br />

Terra” (TAROZZI, 1998:26/27).<br />

In altre parole, si passa a capire che non ci può essere sviluppo sostenibile senza la<br />

soddisfazione <strong>de</strong>i bisogni fondamentali e senza che esso nasca dalle comunità insediate. Il<br />

rapporto <strong>de</strong>lla Dag Hammrskjöld Foundation sottolinea per la prima volta la necessità di<br />

cambiare la linea conduttrice <strong>de</strong>lle politiche di sviluppo e di mettere al centro <strong>de</strong>gli sforzi<br />

la soddisfazione <strong>de</strong>i bisogni umani tramite anche politiche di ridistribuzione <strong>de</strong>l reddito.<br />

Gli autori <strong>de</strong>l rapporto insistono sul fatto che lo sviluppo <strong>de</strong>bba essere consi<strong>de</strong>rato come<br />

sviluppo <strong>de</strong>ll’uomo e, così essendo, che esso nasca dall’interno <strong>de</strong>lla società che <strong>de</strong>ve<br />

<strong>de</strong>finire stili di vita e di sviluppo propri. Uno sviluppo così, oltre a tenere in<br />

consi<strong>de</strong>razione quelli che vengono chiamati i «limiti ultimi» riferiti sia all’uso <strong>de</strong>lle risorse,<br />

sia al contesto in cui sono utilizzati, stimolerebbe la creatività e condurrebbe a una<br />

migliore utilizzazione <strong>de</strong>i fattori di produzione, allo stesso tempo in cui ridurrebbe la<br />

vulnerabilità e la dipen<strong>de</strong>nza verso l’esterno.<br />

Un altro importante pregio di questo rapporto è quello di aver messo un’altra luce<br />

sul rapporto accesso alle risorse/questione <strong>de</strong>mografica. “Dando per scontato che le risorse<br />

sono limitate, una discussione rigorosa <strong>de</strong>ve prima i<strong>de</strong>ntificare chi consuma le risorse e per<br />

225 Emerso dalla polemica tra i difensori <strong>de</strong>lla crescita selvaggia e quelli <strong>de</strong>lla non-crescita, il concetto di<br />

ecosviluppo si fonda in primo luogo “sui postulati etici complementari di solidarietà sincronica con la<br />

presente generazione e di solidarietà diacronica con le generazioni future. (…)<br />

In secondo luogo, l’ecosviluppo è uno strumento euristico per porre un insieme coerente di questioni<br />

sull’ambiente, inteso come potenziale di risorse che possono e <strong>de</strong>bbono essere costantemente al servizio<br />

<strong>de</strong>ll’umanità” (SACHS, 1988:63). Non si tratta, quindi, di proporre la non-crescita, ma di prospettare<br />

nuove modalità di crescita, nel rispetto <strong>de</strong>lle dinamiche <strong>de</strong>ll’ambiente e <strong>de</strong>lle realtà sociali, culturali<br />

ed economiche locali. Così, l’ecosviluppo rifiuta le scelte universaliste e stimola quelle endogene,<br />

plurali, e offre al pianificatore un nuovo ruolo, quello di “stimolare lo sforzo di immaginazione sociale<br />

concreta necessario per i<strong>de</strong>ntificare tanto i bisogni materiali e immateriali, quanto i mezzi per soddisfarli,<br />

cambiamenti strutturali compresi, sempre vigilando affinché i risultati immediati non comportino costi<br />

sociali ed ecologici eccessivi per l’avvenire. Un «altro sviluppo» si appoggia su cinque pilastri: <strong>de</strong>ve essere<br />

endogeno; contare sulle proprie forze; pren<strong>de</strong>re come punto di partenza la logica <strong>de</strong>i bisogni; <strong>de</strong>dicarsi a<br />

promuovere la simbiosi tra le società umane e la natura; restare aperto al cambiamento istituzionale”<br />

(SACHS, 1988:65).<br />

L’ecosviluppo è, quindi, “uno stile di sviluppo che, in ogni ecoregione, insiste sulle soluzioni specifiche<br />

<strong>de</strong>i loro problemi particolari, tenendo conto <strong>de</strong>i dati ecologici nello stesso modo di quelli culturali, <strong>de</strong>lle<br />

necessità immediate così come di quelle a lunga sca<strong>de</strong>nza. Opera, pertanto, con criteri di progresso<br />

relativizzati a ogni singolo caso, con particolare attenzione all’adattamento all’ambiente, di cui parlano gli<br />

antropologi. Senza negare l’importanza <strong>de</strong>gli interscambi (…), l’ecosviluppo cerca di evitare le soluzioni<br />

universaliste e le formule generalizzate. Anziché attribuire uno spazio eccessivo all’aiuto esterno, dà un<br />

voto di fiducia alla capacità <strong>de</strong>lle società umane di i<strong>de</strong>ntificare i loro problemi e di proporre soluzioni<br />

originali, anche se ispirandosi alle esperienze altrui. Reagendo contro il trasferimento passivo e lo spirito<br />

d’imitazione, stimola la fiducia in sé stessi. Resistendo a un ecologismo esagerato, suggerisce la costante<br />

possibilità di uno sforzo creativo affinché si possa utilizzare con libertà le possibilità offerte dall’ambiente<br />

(…). La diversità <strong>de</strong>lle culture e <strong>de</strong>lle realizzazioni umane ottenute in ambienti paragonabili sono<br />

testimoni eloquenti di queste possibilità. Il successo presuppone la conoscenza <strong>de</strong>ll’ambiente e la volontà<br />

di raggiungere un equilibrio durevole tra l’uomo e la natura” (SACHS, 1986:18). La traduzione è mia.<br />

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