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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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Verso la fine <strong>de</strong>l XVII secolo immense zone erano state trasformate in un <strong>de</strong>serto<br />

percorso da greggi e mandrie, e numerosi villaggi e città erano scomparsi. Secondo<br />

BRENAN, tale crollo aveva vari motivi, tra cui l’incremento <strong>de</strong>l commercio estero <strong>de</strong>lla<br />

lana – soprattutto con l’introduzione <strong>de</strong>lla pecora merino dall’Africa – che aveva<br />

soppiantato quello <strong>de</strong>lla setta e “rubato” le terre alle coltivazioni agricole di alimenti.<br />

Castiglia s’avvantaggiò e trasformò i suoi campi in pascoli, mentre le fabbriche lì installate<br />

cominciarono a provve<strong>de</strong>re alla filatura. Tramontò così il tempo <strong>de</strong>lla civiltà andalusa e<br />

<strong>de</strong>lla sua complessa, ma fragile, economia basata sull’equilibrio tra un’agricoltura e<br />

un’industria altamente sviluppate.<br />

Nei quattro secoli successivi, l’allevamento ovino spo<strong>de</strong>stò ampiamente l’agricoltura<br />

e portò la scarsa popolazione <strong>de</strong>l paese sull’orlo <strong>de</strong>lla fame. Furono realizzati molti<br />

progetti per tentare di risolvere il problema, ma lo Stato non posse<strong>de</strong>va né le risorse<br />

economiche né l’autorità necessaria per ren<strong>de</strong>rli operanti. Soltanto nel XVIII secolo,<br />

soprattutto nel 1766 quando la grave crisi economica provocò disordini in tutta la Spagna,<br />

il governo di Carlo III <strong>de</strong>cise di dare nuovo impulso all’agricoltura, affrontando il<br />

problema di ren<strong>de</strong>re alienabili i mayorazgos 160 e le terre affittate di proprietà <strong>de</strong>i comuni 161 .<br />

“Nel 1771 fu compilato il famoso Expediente consultivo (…). Il documento raccomandava<br />

in particolare i seguenti punti: conce<strong>de</strong>re agli affittuari a<strong>de</strong>guate garanzie (canoni d’affitto fissi,<br />

il divieto di sublocazione e di sfratto); obbligare i grandi proprietari ad affittare le terre incolte;<br />

suddivi<strong>de</strong>re tra i vicini più poveri i bienes di propio in appezzamenti inalienabili; creare in<br />

prossimità <strong>de</strong>i villaggi speciali lotti di terreno produttivo. Si dovette atten<strong>de</strong>re l’avvento <strong>de</strong>lla<br />

Repubblica nel 1931 perché tutte queste misure (…) avessero forza di legge” (BRENAN,<br />

1970:108/109) 162 . Nel 1812 le Cortes di Cadice misero in vendita sul mercato le terre<br />

comunali per pagare il <strong>de</strong>bito pubblico, scatenando la corsa <strong>de</strong>i borghesi <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rosi di<br />

160 L’istituzione <strong>de</strong>l mayorazgo o maggiorasco era antichissima e consisteva nella consegna <strong>de</strong>ll’eredità al<br />

figlio primogenito che restava impedito di ven<strong>de</strong>rla. Dopo alcune generazioni questa pratica<br />

propiziò la formazione di grandi latifondi, dato che normalmente il primogenito cercava di unirsi in<br />

matrimonio a donna di pari condizioni.<br />

161 “I comuni posse<strong>de</strong>vano in Spagna due tipi di terre: i bienes <strong>de</strong> propio, <strong>de</strong>stinati all’affitto, e con il ricavato<br />

<strong>de</strong>i quali erano pagate le spese <strong>de</strong>lla municipalità; le tierras comunes o concejiles, terre di uso pubblico aperte a<br />

tutti gli abitanti <strong>de</strong>l villaggio e raramente affittate. (…) Ma la legge <strong>de</strong>l 1° maggio 1855 ne impose la<br />

vendita e la somma ricavata (dopo le consuete <strong>de</strong>trazioni operate dai caciques e dai funzionari locali) fu<br />

versata all’erario <strong>de</strong>llo Stato subendo poi una forte svalutazione” (BRENAN, 1970, nota 2 p. 108).<br />

162 Le riforme obiettivavano mettere a disposizione <strong>de</strong>i contadini le immense superficie incolte<br />

appartenenti ai comuni, di cui in realtà si erano impossessati i caciques o i po<strong>de</strong>rosos per far pascolare il<br />

loro bestiame. “Furono suggeriti due metodi: a) lasciare le terre ai comuni e distribuire in lotti quelle<br />

arabili ai vicini più poveri, a intervalli di qualche anno (sorteo periódico <strong>de</strong> las tierras <strong>de</strong> labor). (…); b) creare<br />

proprietà individuali (cotos) inalienabili, indivisibili, non cumulabili, che avrebbero pagato un canone fisso<br />

(censo) allo Stato. (…) Per quanto riguardano le grandi proprietà, era opinione generale che si<br />

dovessero obbligare i proprietari ad affittarle in piccoli appezzamenti, a un canone fisso e in perpetuo: in<br />

altre parole si suggeriva l’adozione <strong>de</strong>l contratto enfiteutico o censo, consi<strong>de</strong>rato più pru<strong>de</strong>nte<br />

<strong>de</strong>ll’espropriazione” (BRENAN, 1970, nota 1 p. 109). (Il grassetto è mio).<br />

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