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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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In contraddizione a quanto proposto dalla creazione <strong>de</strong>i sud<strong>de</strong>tti marchi, l’UE ha<br />

continuato, in questi anni a emanare leggi che compromettono la tipicità <strong>de</strong>l prodotto,<br />

neutralizzando quindi i possibili effetti di tutela <strong>de</strong>i marchi che essa stessa crea. È il caso<br />

<strong>de</strong>lle polemiche scatenate in Italia nel 2003 rispetto all’autorizzazione per la sostituzione<br />

<strong>de</strong>l burro di cacao con altri grassi vegetali nell’elaborazione <strong>de</strong>lla cioccolata, <strong>de</strong>lle<br />

normative igieniche che hanno messo a rischio di scomparsa prodotti tipici in linea di<br />

massima protetti. Tali polemiche hanno messo l’Europa davanti alla magnitudine e<br />

importanza <strong>de</strong>l patrimonio alimentare che si rischiava di per<strong>de</strong>re per poter a<strong>de</strong>guarsi alle<br />

norme igieniche comunitarie. Il risultato è stato l’apertura per applicare regole specifiche<br />

ad alcuni prodotti, affidando agli Stati il compito di metterle in pratica. È vero che questo<br />

crea una speranza, ma è altrettanto vero che i tempi d’attesa per questi a<strong>de</strong>guamenti sono<br />

lunghi e la necessità di intervenire urgente.<br />

Tenendo conto di questa urgenza Slow Food ha creato l’Arca. Il Manifesto <strong>de</strong>ll’Arca<br />

(ALLEGATO N° 3), datato 29 giugno 1997, è stato redatto con l’obiettivo di pensare ad<br />

azioni per salvaguardare e rimettere in circolazione i prodotti agricoli e artigianali con<br />

forte legame con il territorio e a rischio di scomparsa. Diventa quindi chiara la necessità di<br />

pensare a un progetto articolato “su un doppio livello, scientifico e divulgativo. Il primo si<br />

impegna a <strong>de</strong>finire metodi e criteri di ricerca; a caratterizzare il lavoro dal punto di vista<br />

etnobotanico, zoologico e storico; a favorire la preparazione scientifica di esperti <strong>de</strong>l settore; a<br />

creare un centro di documentazione. Quanto alla promozione, si <strong>de</strong>ci<strong>de</strong> di stilare e far<br />

circolare un elenco di prodotti a rischio, di analizzarli, di divulgarne la conoscenza, di<br />

reinserirli nel circuito commerciale; di promuoverne l’utilizzo da parte <strong>de</strong>i ristoratori; di<br />

sollecitare le istituzioni sul tema <strong>de</strong>lla salvaguardia.<br />

Una Commissione scientifica, insediatasi nel gennaio 1999, individua i criteri di<br />

selezione <strong>de</strong>i prodotti che Slow Food inten<strong>de</strong> far salire sull’Arca. Cinque sono i requisiti<br />

indispensabili: 1. <strong>de</strong>vono essere di qualità eccellente; 2. <strong>de</strong>vono essere specie, varietà, ecotipi<br />

vegetali e popolazioni animali autoctoni o bene acclimatati in un territorio specifico, o ancora<br />

trasformati a partire da materie prime locali e/o trasformati, lavorati, stagionati secondo<br />

pratiche tradizionali locali. Inoltre, tali prodotti 3. <strong>de</strong>vono essere legati in senso ambientale,<br />

socio-economico e storico a un’area specifica; 4. <strong>de</strong>vono essere realizzati in quantità limitata,<br />

da azien<strong>de</strong> di piccole dimensioni; 5. <strong>de</strong>vono essere a rischio di estinzione, reale o potenziale”<br />

(PETRINI, 2003:95).<br />

L’obiettivo non è quello di occuparsi di quella fetta di biodiversità che arriva sulla<br />

tavola. I prodotti da far salire sull’Arca <strong>de</strong>vono avere un futuro commerciale ed essere<br />

capaci di raggiungere prezzi superiori perché di qualità superiore. Più che prodotti “tipici”,<br />

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