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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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disponibili. Davanti al loro manifesto <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio di “stabilirsi presso un fiume navigabile fu<br />

loro suggerito il territorio di St. Mattheus, lungo il corso <strong>de</strong>ll’Iguassù.<br />

Fu così che, lasciato momentaneamente a Curytiba il resto <strong>de</strong>l gruppo<br />

su i primi <strong>de</strong>ll’aprile 1890 [narrava il Rossi] […] Evangelista Bene<strong>de</strong>tti ed io, dopo alcuni giorni di<br />

esplorazioni, ci stabilimmo in una casetta di legno abbandonata, a 18 Km. sud da Palmeira; sul<br />

margine di una zona di 10 Km. quadrati, costituita da prateria e da boschi, e riservata per noi al<br />

prezzo medio di L. 15 per ettaro pagabile ratealmente” (GOSI, 1977:65) 126 .<br />

Le campagne intorno a Palmeira erano, secondo Rossi, costituite da colline a<br />

<strong>de</strong>clivio, in parte erbose – localmente chiamate “campos” – e in parte boscose, assai elevate<br />

sul livello <strong>de</strong>l mare, con clima mite e salubre. Inoltre, esisteva una parte di terreno<br />

municipale divisa in lotti e con <strong>de</strong>lle piccole abitazioni in legno che dovevano ancora<br />

essere assegnate ai nuovi contadini.<br />

Riguardo all’agricoltura, Rossi i<strong>de</strong>ntificò due forme diverse di pratica agricola: una,<br />

quella <strong>de</strong>l “campo” – dove si praticava la coltivazione <strong>de</strong>lla manioca 127 – e quella <strong>de</strong>l bosco, a<br />

cui si riferisce come “qualche cosa di originale. Qui vi sono boschi di ogni età (…). Tutti<br />

questi boschi possono essere roçati; vale a dire inceneriti e coltivati. Il brasiliano preferisce i<br />

boschi che hanno dai 40 ai 60 anni di età, perché di fronte ad una certa facilità di lavoro<br />

danno un reddito assai elevato. Durante l’inverno penetra in questi boschi, di proprietà sua o<br />

di proprietà pubblica, e con una scure particolare atterra le piante più sottili, mentre adopera<br />

una scure ordinaria per abbattere le piante più grosse. (…) Alla primavera successiva danno<br />

fuoco su diversi punti a tutto questo legname abbattuto, ed il bosco diviene una fornace. Se gli<br />

alberi abbattuti erano sottili e completamente essiccati, il terreno rimane coperto di brace e<br />

cenere; altrimenti vi si trovano tronchi incrociati per ogni verso. In un caso o nell’altro<br />

l’agricoltore entra nella roça e con la punta di un bastone fa in terra <strong>de</strong>i buchi, dove getta il<br />

seme <strong>de</strong>l granturco, <strong>de</strong>i fagiuoli neri e <strong>de</strong>lle zucche. Poi abbatte gli alberi attorno alla roça,<br />

facendoli ca<strong>de</strong>re in modo che costituiscano una barriera insuperabile per il bestiame. Niente<br />

altro ha da fare fino al raccolto, che riesce fenomenalmente abbondante, se per eccezione la<br />

stagione non corre o troppo asciutta o troppo piovosa. Terminato il raccolto, il brasiliano<br />

abbandona la roça, che senza altro lavoro non produrrebbe bene il secondo anno, e va ad<br />

attaccare il bosco in un altro punto; il colono europeo, invece, dopo avere roçato il suo lotto di<br />

126 Il testo scritto dal ROSSI e citato da GOSI è stato pubblicato sull’edizione livornese <strong>de</strong>l 1891 <strong>de</strong>l<br />

libro Un comune socialsta.<br />

127 Tubercolo con vari usi: da mangiarsi appena cotto oppure cotto e poi fritto come contorno alla<br />

carne. Dalla sua trasformazione industriale o artigianale si estraggono la farina di manioca – usata<br />

nei pasti in sostituzione al riso, soprattutto nel nord est – il pulviglio – usato nella produzione di<br />

biscotti – la farina di tapioca – usata nel nord est per un tipo di “crespelle” in sostituzione al pane,<br />

normalmente mangiato a colazione.<br />

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