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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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materia prima di cui mancano, e garantendo loro l’esistenza durante alcuni mesi, affinché [potessero]<br />

produrre ciò che occorre all’agricoltore. (…)<br />

E finalmente dar valore alle terre improduttive che non [mancavano], e migliorare quelle che<br />

non [producevano] ancora né la quarta parte, né la <strong>de</strong>cima parte di ciò che esse [avrebbero potuto<br />

produrre], quando [fossero state] sottoposte alla coltura intensiva, e a quella per orto e giardinaggio”<br />

(KROPOTKIN, 1948:45).<br />

Relativamente alla forma di retribuzione <strong>de</strong>l lavoro svolto, dopo aver criticato<br />

duramente il salariato collettivista che, secondo lui, altro non era che la riproposizione <strong>de</strong>l salariato<br />

capitalista, KROPOTKIN presenta come compito principale <strong>de</strong>lla rivoluzione la creazione di una<br />

situazione dove il sistema <strong>de</strong>l salariato fosse reso impossibile e impraticabile, diventando così il<br />

comunismo l’unica soluzione accettabile. Tale fatto sarebbe avvenuto con la realizzazione e<br />

diffusione pubblica di un inventario di tutti i beni disponibili e <strong>de</strong>lla procedura da adottare per<br />

poter acce<strong>de</strong>re a essi. In ogni quartiere si sarebbero organizzati gruppi di volontari – i volontari <strong>de</strong>lle<br />

<strong>de</strong>rrate – responsabili <strong>de</strong>lla distribuzione <strong>de</strong>i viveri e sarebbero bastati pochi giorni perché tutto<br />

funzionasse in piena normalità.<br />

Riguardo all’utilizzazione <strong>de</strong>i generi in comune, l’unica forma di organizzazione<br />

possibile, secondo KROPOTKIN, sarebbe stata quella adottata dai comuni agrari nei paesi<br />

europei attraverso il mo<strong>de</strong>llo <strong>de</strong>lle comunaglie, e cioè, libero accesso a tutto ciò che esistesse in<br />

abbondanza – fosse esso la legna da ar<strong>de</strong>re, i pascoli per il bestiame, la terra da coltivare, ecc. – e<br />

razionamento e distribuzione <strong>de</strong>lle razioni alle famiglie, di tutto ciò che esistesse in piccole<br />

quantità, riservando, nei casi estremi, le ultime razioni disponibili a quelli che ne avessero più<br />

bisogno. Tale sistema avrebbe dovuto essere messo in pratica non solo tra i contadini ma anche<br />

nelle città. L’anarchico era contrario alle mense nazionali proposte dai teorici che, per giustificarle,<br />

invocavano i vantaggi <strong>de</strong>l risparmio sia <strong>de</strong>i combustibili che <strong>de</strong>lle <strong>de</strong>rrate, ritenendo che nessuno<br />

avesse il diritto di obbligare chiunque fosse a consumare le sue <strong>de</strong>rrate in un modo e non in un<br />

altro: “vogliamo che ciascuno possa consumare il suo alimento come meglio gli piace, in seno alla sua<br />

famiglia, o con i propri amici, o anche alla trattoria, se lo preferisce.<br />

Certamente sorgeranno grandi cucine al posto e invece <strong>de</strong>lle trattorie (…).<br />

E quando la cucina comune – il forno comune <strong>de</strong>ll’avvenire – non sarà più un luogo di<br />

fro<strong>de</strong>, di falsificazione e di avvelenamento, si acquisterà l’abitudine di rivolgersi a questo forno per<br />

avere belle e pronte le parti principali <strong>de</strong>l pasto, – salvo a ritoccarle con un’ultima cottura e col<br />

condimento, ciascuno a suo piacere” (KROPOTKIN, 1948:51).<br />

Dopo aver esposto i motivi che lo portavano a cre<strong>de</strong>re che la rivoluzione attesa si<br />

sarebbe sparsa dappertutto in Europa per effetto domino, passa a trattare <strong>de</strong>lla questione <strong>de</strong>l<br />

rifornimento <strong>de</strong>lle città. Secondo lui, doveva essere stabilita un’intesa tra città e campagna: le città,<br />

invece di obbligare i contadini a consegnare la loro produzione ai magazzini di distribuzione in<br />

cambio di buoni di lavoro senza valore reale, avrebbero dovuto offrire ai contadini i prodotti stessi<br />

di cui essi avessero veramente bisogno. Ciò avrebbe comportato un cambiamento nella struttura<br />

industriale, aumentando l’offerta di prodotti utili e necessari e diminuendo quella di articoli di<br />

lusso. “È qui, secondo noi, tutta la questione. Offrire all’agricoltore, in cambio <strong>de</strong>i suoi prodotti, non<br />

pezzi di carta qualunque sia il loro valore iscrittovi, ma «gli oggetti stessi» di consumo, <strong>de</strong>i quali il<br />

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