DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

l’utopia passa ad avere un significato più ampio, passando a rappresentare tutti i progetti
sociali che non riconoscevano la divisione della società in classi e neppure l’inevitabilità
della lotta di classe e della rivoluzione sociale.
Tutti questi teorici erano favorevoli alla valorizzazione delle piccole comunità
agricole autonome. Le comunità concepite da OWEN – dove vigeva l’uguaglianza e i beni
prodotti erano divisi in maniera equa – non dovevano aver più di 3000 abitanti. I loro
affari, interni ed esterni, erano gestiti da Consigli Generali composti da membri della
comunità con età compresa tra 30 e 40 anni per gli affari interni, e tra 40 e 60 anni per
quelli esterni. OWEN concepiva anche la federazione delle comuni agricole. Le sue idee
sono state messe in praticha attraverso l’esperienza di New Harmony, di cui si è già parlato
nel secondo capitolo di questa tesi.
FOURIER era il teorico del lavoro attraente. Secondo lui, c’era posto e lavoro per
tutti e la scommessa era quella di far diventare il lavoro piacevole e attraente a tutti,
attraverso una divisione armoniosa dei compiti tra uomini e donne, i cui rapporti
dovevano essere paritari. Il reddito di ciascuno sarebbe proporzionale al tipo e qualità del
lavoro svolto e ai capitali eventualmente investiti. Le persone avrebbero vissuto in
comunità di non più di 1800 individui, i falansteri. “Nelle comunità di Fourier sarebbero state
valorizzate l’agricoltura non estensiva, la floricoltura e l’artigianato, lasciando solo un piccolo
spazio all’industria. Massima disponibilità, poi, per attività ludiche: balli, banchetti, spettacoli.
Nelle falangi il cibo sarebbe consumato in comune ed in comune si sarebbero educati i
bambini” (OLIVARES, 2003:14). Secondo OLIVARES, la più famosa esperienza di
questo genere è stata la Brook Farm negli Stati Uniti, esperienza però di vita breve.
CABET, infine, descrive nei dettagli il suo mondo ideale nel suo Viaggio in Icaria, del
1840, opera che riscosse un grande successo. “Icaria è convenientemente isolata dal resto del mondo
[…]. È divisa in un centinaio di province, più o meno uguali per dimensioni e per popolazione. Ogni provincia
è divisa in dieci comuni della stessa grandezza all’incirca. Il principale capoluogo è situato approssimativamente
al centro della provincia e le città al centro del comune.
Ogni comune comprende, oltre alla città, otto villaggi e molte fattorie, proporzionatamente disseminate
sul suo territorio. Un’estesa rete di strade, ferrovie e vie d’acqua collega ogni parte del paese” (BERNERI
apud OLIVARES, 2003:14). A Icaria tutto rientrava in un unico capitale sociale, dalla
proprietà personale degli abitanti ai prodotti agricoli e industriali. La sua organizzazione
politico-istituzionale era un misto di democrazia diretta e rappresentativa, esistendo una
Rappresentanza Popolare di duemila deputati e un’unica Camera, con il potere di
preparare la costituzione e le leggi. Esisteva un “Esecutivo, composto da un presidente e 15
membri, completamente subordinato all’organo legislativo.
392