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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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Davanti all’impossibilità di mettere in pratica il risultato di quella ricerca attraverso i<br />

comuni, GASPERINI ha pensato, insieme ad altri professionisti che si erano impegnati in<br />

questo progetto e che cre<strong>de</strong>vano nella sua viabilità, alla creazione di un consorzio, senza<br />

fine di lucro, che potesse lavorare sulla valorizzazione <strong>de</strong>i prodotti tipici <strong>de</strong>ll’agricoltura.<br />

Così è nato, nell’ottobre <strong>de</strong>l 2000, il Consorzio Radici, avente come obiettivo “principale<br />

quello (…) di essere strumento <strong>de</strong>lla produzione <strong>de</strong>l territorio, sostenendo al massimo la sostenibilità <strong>de</strong>llo<br />

sviluppo (…) all’interno di ogni settore, in questo caso la produzione agricola. Il vino non è il nostro punto di<br />

riferimento essenziale, anzi, noi il vino lo vogliamo adoperare al massimo ma come un motore o per lo meno nel<br />

periodo che va per portare dietro i prodotti tipici e valorizzare insieme anche questi” 420 .<br />

Per quanto riguarda la questione <strong>de</strong>l vino, GASPERINI punta sulla necessità di<br />

valorizzare il prodotto locale – il Sangiovese – anziché introdurre le viti che producono i<br />

vini che hanno più mercato o che vanno di “moda”, come è il caso <strong>de</strong>l Merlot. “Qui c’è il<br />

Sangiovese e il Sangiovese come viene qui non viene da nessuna altra parte nella nostra Toscana. Bene,<br />

dobbiamo valorizzare il Sangiovese! Che poi si chiami Val di Cornia, si chiami Brunello, si chiami<br />

Montepulciano di Abruzzo, si chiami Morellino di Scansano o qualche altra cosa è sempre un (…)<br />

Sangiovese che ovviamente dobbiamo in qualche modo valorizzare e rispettare” 421 .<br />

L’azione <strong>de</strong>l Consorzio è quella, da un lato, di individuare i prodotti locali che<br />

hanno possibilità di mercato – quelli in produzione e quelli la cui produzione è stata<br />

interrotta per qualche motivo – e contattare i produttori interessati a <strong>de</strong>dicarsi a essi.<br />

Dall’altro, individuare i mercati per questi prodotti, contattando le reti di<br />

commercializzazione e cercando di chiu<strong>de</strong>re per quanto possibile – anche se non è questo<br />

lo scopo principale – le filiere produttive, garantendo così la chiusura <strong>de</strong>l ciclo ecologico.<br />

Per ottenere migliori risultati il Consorzio Radici ha costituito cinque gruppi di<br />

lavoro tecnicoscientifici, ognuno <strong>de</strong>i quali responsabile per una tematica specifica, tutti<br />

composti da docenti universitari e specialisti. Il primo gruppo è quello agronomico, che<br />

si occupa <strong>de</strong>ll’individuazione <strong>de</strong>lle specie colturali adatte a un giusto recupero produttivo e<br />

<strong>de</strong>lla tipicità, <strong>de</strong>lle quantità e <strong>de</strong>ll’area necessaria a poter iniziare la produzione. Il secondo<br />

gruppo è quello <strong>de</strong>lla sostenibilità <strong>de</strong>gli investimenti, preposto a indicare la fattibilità e<br />

sostenibilità economica e finanziaria <strong>de</strong>lle ipotesi di filiere indicate dal gruppo<br />

agronomico. Il terzo gruppo è quello <strong>de</strong>lle linee urbanistiche, architettoniche ed<br />

edilizie per il progetto di recupero, responsabile per la realizzazione di studi di<br />

approfondimento e la presentazione proposte di riqualificazione <strong>de</strong>l sistema ambientale e<br />

insediativo per il recupero <strong>de</strong>ll’ex fornace di laterizi <strong>de</strong>i Forni di Suvereto e <strong>de</strong>l territorio di<br />

420 Walter Gasperini, in intervista concessa il 7 luglio 2003.<br />

421 I<strong>de</strong>m ibi<strong>de</strong>m.<br />

434

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