DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

illuminate dalla luce fioca delle candele. Vicini ai contadini d’un tempo per gli aspetti della cultura materiale,
gli elfi si distinguono per l’organizzazione sociale sostituendo ‘la tribù’ alla famiglia estesa, la convivialità alla
cultura della rinuncia e del sacrificio, il cosmopolitismo e l’apertura al nuovo, al localismo e al timore per
l’innovazione propri della civiltà contadina. Vivono in una condizione di frugalità volontaria, di ‘povertà
ragionata’, esprimendo in questo modo, nei minuti comportamenti quotidiani, un’etica di responsabilità nei
confronti della natura” (OLIVARES, 2003:64) 394 .
L’economia interna alla confederazione dei villaggi si basa sullo scambio e sul dono.
Esiste anche una cassa comune di tutto il popolo elfico che viene alimentata soprattutto
dai soldi ricavati con lavori esterni durante l’estate, quando diversi di loro si recano agli
eventi musicali come Arezzo wave, Sound plash e Pistoia blues per lavorare come
pizzaioli, portando in un vecchio furgone due o tre forni semoventi per preparare pizze
fatte con farina biologica e ortaggi da loro prodotti durante tutti i festival. Sono ormai
conosciuti e attesi dagli habitués. I soldi della cassa comune vengono usati per l’acquisto dei
prodotti che non riescono ad ottenere da soli, come tè, caffè, pastasciutta, riso, ecc.
Da quando si sono potuti rilassare dal punto di vista legale, gli elfi hanno
cominciato a organizzare delle feste-incontro, con l’obiettivo di socializzare con gli esterni.
Invitavano tutti, senza pregiudizi ideologici, religiosi o di qualsiasi altro tipo. Tuttora sono
organizzate le feste della luna piena, dei solstizi e degli equinozi, ogni volta in un villaggio
diverso. Sono momenti di gioia ma anche occasione di incontri, scambio, confronto.
Qualche volta praticano anche l’esperienza purificatoria dei pellerossa, la sweath-lodge (la
capanna sudatoria).
L’esperienza elfica è basata anche sull’autogestione: non esistono capi e le decisioni
sono prese nei cerchi, sia nei singoli villaggi che negli incontri della confederazione. “Per
consentire a tutti di esprimersi al meglio, si utilizza ‘il bastone della parola’, un metodo
mutuato da alcune tribù di nativi americani. Il bastone, uno qualunque in realtà, viene
investito di un forte significato simbolico.
Chi lo detiene può parlare liberamente e senza limiti di tempo” (OLIVARES,
2003:65). Poi lo ripassa a un altro, finché tutti quelli che lo desiderano abbiano parlato e la
questione sia stata risolta.
394 La parte in corsivo è stata citata da CARDANO, M. Lo specchio, la rosa e il loto. Roma: Seam, 1997, p.
18. Secondo OLIVARES, dallo studio fatto da CARDANO all’inizio degli anni ’90 fino a oggi c’è
stata una maggiore apertura verso l’uso dell’elettricità, che viene ora accettata nella falegnameria e in
una o due stanze in ogni villaggio. Si stanno anche diffondendo l’uso di pannelli fotovoltaici che,
nella maggior parte dei casi, gli sono stati regalati. Anche qui viene usata le cenere per lavare i piatti.
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