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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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N: Comunque per la vendita di cibo, bisogna rimanere nei mercato locale.<br />

V: Sì sì sì sì<br />

N: Altrimenti comincia a diventare, cioè, diventa <strong>de</strong>lle follie, cioè, si arriva al paradosso,<br />

all’assurdo che noi, in Italia, stiamo sopravvivendo grazie alle coltivazioni che sono fatte nel Terzo<br />

Mondo dove muoiono di fame.<br />

P: È sì sì.<br />

N: Questo è un paradosso che non si ve<strong>de</strong> perché non si ve<strong>de</strong>, però è così.<br />

P: Sì sì<br />

V: Sì sì! Questa è la realtà che vedo nelle aree di riforma agraria <strong>de</strong>l nord-est <strong>de</strong>l Brasile, una zona poverissima,<br />

dove loro rimpiangevano il fatto che non avevano soldi per usare i concimi, i pesticidi, le erbicidi, e tutto quello di cui<br />

hanno bisogno, i diserbanti no?, per fare l’agricoltura. E tutto sommato fanno obbligati un’agricoltura biologica<br />

perché non avendo soldi per fare quello, piantano sempre <strong>de</strong>lla stessa pianta, che diventa il seme, la semente per la<br />

prossima e così via. E questa esperienza vostra, quello che avevo letto da Fukuoka, che avevo visto nel vi<strong>de</strong>o<br />

<strong>de</strong>ll’Emilia mi aveva di molto colpita. Perché da un lato, può servire anche come, per sfamare questa gente. Perché<br />

non hanno… l’i<strong>de</strong>a <strong>de</strong>lla policoltura esiste da noi da tanto tempo, dal punto di vista <strong>de</strong>lla produzione contadina, ed<br />

è quella che fa la differenza tra la produzione contadina e la produzione capitalista, che è il fatto che – la capitalista<br />

è tutta a monocoltura e in latifondi, ma a latifondi molto più grandi di 200 ettari. E la produzione contadina la<br />

policoltura, ma una policoltura dove di sono i campi di carote, i campi di patate, i campi di questo e i campi di<br />

quell’altro.<br />

Z: È, poi senti, io ti voglio dire anche quest’acquaflash che ho avuto, appunto, studiando con<br />

Emilia anche su questo discorso <strong>de</strong>lla policoltura, no? E se te vedi un po’ come sono i rapporti<br />

all’interno <strong>de</strong>lla nostra società, no?, cioè ci sono grosse separazione, cioè viviamo all’insegna <strong>de</strong>lla<br />

separazione non <strong>de</strong>ll’unione, no? Quindi fasce di età separate, i bambini a scuola <strong>de</strong>vono avere un<br />

mese in più per stare in quella classe, non possono stare… cioè, se dici per esempio, come fanno<br />

gli Staineriani di fare classi di età miste, e mettere i bambini più grandi con bambini più piccoli, i<br />

genitori <strong>de</strong>i bambini più piccoli si incavolano, no?, come se stare con un bambino più piccolo<br />

fosse <strong>de</strong>qualificanti, no? Cioè, sono cose assur<strong>de</strong>, i vecchi stanno tutti isolati in <strong>de</strong>lle strutture, no?<br />

Ora magari non in Italia ma in Europa sì. Pensando che noi in fondo mangiamo piante tutte <strong>de</strong>lla<br />

stessa età e tutte <strong>de</strong>llo stesso tipo, separate, cioè, che coltiviamo, no?, cose separate… In fondo il<br />

cibo, noi siamo anche quello che mangiamo no?, se ci pensi…<br />

V: Sì<br />

Z: Cioè, abbiamo tutte file di soldati tutti uguali, <strong>de</strong>vono essere <strong>de</strong>lla stessa dimensione se no al<br />

mercato lo smerciano anche male, no?, perché ci sono <strong>de</strong>gli standard anche di produzione, no?<br />

P: Sì sì.<br />

Z: Non siamo in una comunità sana, in una comunità che ve<strong>de</strong> tutte le età insieme, che si<br />

scambiano fra loro competenze, esperienze, no? Non c’è… Cioè, la morte per dire è una cosa che<br />

viene rimossa, no? totalmente. La nascita non ne parliamo, no? È sforzata artificialmente, anche se<br />

la gente procrea da sola, però comunque viene trattata come si fosse una macchina. E questo è<br />

anche quello che mangiamo, secondo me, no? In fondo, in un orto sinergico, le piante nascono e<br />

muoiono lì. E dopo morte restano lì e continuano ad avere effetti, no? Quello che fanno le piante.<br />

E quindi, ora magari è un discorso un po’ simbolico, però secondo me, si dice sempre che noi<br />

siamo quello che mangiamo, allora, vediamola anche in senso più largo, no? questo…<br />

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