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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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Nel 1936 i villaggi di queste province si raggrupparono in 23 cantoni (“comarche”).<br />

La provincia di Murcie aveva sei fe<strong>de</strong>razioni cantonali, Alicante nove, Castellon <strong>de</strong> la Plata<br />

otto e Albacete quattro. Vale la pena di sottolineare che la struttura di queste<br />

organizzazioni cantonali non aveva niente a che ve<strong>de</strong>re con i cantoni tradizionali<br />

<strong>de</strong>ll’amministrazione pubblica o <strong>de</strong>llo Stato. Più che un criterio politico, essa rispon<strong>de</strong>va al<br />

bisogno di unione diretta.<br />

Lo sviluppo e la moltiplicazione <strong>de</strong>i collettivi levantini stupirono anche quelli che<br />

si mostravano più ottimisti riguardo alle possibilità di ricostruzione sociale. Nonostante<br />

tutte le difficoltà, essi passarono dai circa 400 nel novembre 1937 agli 800 alla fine <strong>de</strong>l<br />

1938, raggruppando più <strong>de</strong>l 40% <strong>de</strong>lla popolazione <strong>de</strong>lla regione. Per meglio capire queste<br />

cifre basta dire che le cinque province levantine totalizzavano 1.172 località. Di queste, il<br />

78% furono organizzate collettivamente, dando origine a 800 collettivi, numero più<br />

elevato di quello <strong>de</strong>ll’Aragona. Tale fatto era dovuto al maggiore consolidamento <strong>de</strong>lle<br />

classi sociali e alle caratteristiche <strong>de</strong>i contadini che, dovuto all’azione <strong>de</strong>l sindacato locale,<br />

erano più organizzati, avevano più fiducia nelle loro possibilità, più attitudine alla lotta e<br />

potere materiale, nonostante gli ostacoli alla collettivizzazione imposti dalle autorità<br />

rimaste al posto <strong>de</strong>lle Guardie d’Assalto.<br />

“Quasi sempre, nel Levante, le collettività174 [nacquero] per iniziative <strong>de</strong>l sindacato<br />

<strong>de</strong>i contadini <strong>de</strong>l luogo; ma non tardarono a costituire un’organizzazione autonoma. Col<br />

sindacato si mantenne solo un contatto esterno costituendo esse la congiunzione necessaria<br />

tra collettivisti e individualisti. Infatti questi vi portavano i loro prodotti per scambiarli con<br />

altri generi. (…) Nel suo seno erano state create <strong>de</strong>lle commissioni – per il riso, le arance,<br />

l’orticoltura, le patate, ecc. –, che facevano capo all’amministrazione di un magazzino di<br />

raccolta e di ridistribuzione. Anche la collettività aveva il suo magazzino e le sue commissioni.<br />

Più tardi però quest’inutile sdoppiamento fu eliminato. I magazzini furono unificati; le<br />

commissioni furono composte di collettivisti e individualisti iscritti al sindacato” (LEVAL,<br />

1952:146). Fu creata anche una commissione mista per l’acquisto <strong>de</strong>lle macchine, sementi,<br />

concimi, pesticidi e prodotti veterinari. Avvenne così la socializzazione.<br />

Rapidamente si verificò la ten<strong>de</strong>nza a unificare e razionalizzare tutto. Il<br />

razionamento e il salario familiare 175 furono stabiliti per cantone e i villaggi più ricchi<br />

174 LEVAL si riferisce ai collettivi usando questo termini. Sempre che si tratti di una sua citazione,<br />

rispetterò la terminologia usata da lui.<br />

175 Le categorie salariali erano di solito: uomo solo; donna sola; coniugi senza figli; figlio o fratello a<br />

carico <strong>de</strong>l collettivista; ragazzo con età compresa tra i 10 e i 14 anni; ragazza con età compresa tra i<br />

10 e i 14 anni; ragazzo in inizio di attività lavorativa; ragazza in inizio di attività lavorativa.<br />

Nonostante l’impostazione libertaria di questi collettivi, nella maggior parte <strong>de</strong>i casi il salario <strong>de</strong>lle<br />

donne era inferiore a quello <strong>de</strong>gli uomini, e in alcuni casi, come a Jativa, corrispon<strong>de</strong>va alla metà.<br />

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