DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

ALLEGATO 8
Intervista a Antonio De Falco – Agricoltura Sinergica
Settignano, novembre 2003
A: … di non strutturalo, l’altro è strutturato, con aiuole o bancale come li chiamiamo noi, deriva
dallo spagnolo di Emilia, bancale. Questo campo qui come vedi è stato coperto di cartoni per
fermare l’erba spontanea che era molto pieno qui e contemporaneamente prepararle per le patate
in primavera. Nel frattempo per non lasciare inattiva la terra, che per star bene, per
autofertilizzarsi, per vivere ha bisogno sempre di radici. E quindi abbiamo seminato tante fave che
può darsi verranno raccolte, le prime verranno raccolte, il resto invece verrà tagliato e verrà
lasciato in pacciamatura per arricchire anche la terra di azoto essenzialmente, perché le leguminose
fissano molto azoto e lo cedono poi alla pianta, sia dalle radici in vita, sia dalla pianta una volta
morta in decomposizione. Quindi in primavera dove vedi le fave, è stato semplicemente fatto un
buco nel cartone e messo la fava.
V: Ma prima si fa qualcosa nella terra per prepararla?
A: È, l’unica cosa che si fa, questa è stata leggermente mossa perché era molto pestata, era come la
vedi qui. Altrimenti se il campo è abbastanza buono si toglie solo con un sarchiatore, le erbe
superficiali, senza stare a togliere le radici. Poi, coprendo tutto di cartone non arriva luce, quindi
queste piante s’indeboliscono, alcune spariscono, la gramminea ci vuole un po’ di più per farla
sparire, però comunque si ridimensiona moltissimo. Queste passeranno tutto l’inverno, queste
fave, può darsi che in primavera, se il tempo è stato buono, diano frutto, già all’inizio della
primavera, aprile. Altrimenti quando sarà il tempo delle patate, aprile più o meno, taglieremmo le
piante e nello stesso buco metteremo delle patate. Ricopriremmo di pacciamatura, e le patate
vengono tra il cartone e la terra. Quindi, non scavi prima, non scavi dopo. Semplicemente alzi il
cartone e raccoglie le patate, senza fatica, patate pulite neanche da lavare… Qualcuna ce n’è già.
(…)
A: … e anche della permacoltura. Cioè diceva, dice Luciano, per fare un qualcosa bisogna che ci
siano minimo due buone ragioni, altrimenti non ne vale la pena. E quindi cerchiamo di fare e
ottenere più risultati contemporaneamente. Qui, blocchiamo le erbe selvatiche, prepariamo piante
che danno da mangiare e contemporaneamente arricchiamo il terreno. Dopo la raccolta delle
patate, qui potremo fare le aiuole come in quell’altro campo e farlo partire come una coltivazione
intensiva. Questo, nel… per esempio in FUKUOKA lui fa molto coltivazione estesa…
V: Sì…
A: Però le nostre realtà sono… abbiamo bisogno di un piccolo luogo vicino a casa dove avere
tanto da mangiare. Anche perché non tutti hanno ettari da terreno. Molti hanno pochi metri di
terreno e in quei pochi metri l’importante è che venga tanto. E più tu metti, più piante ci sono,
contrariamente a quanto dice la scienza agronoma, agraria attualmente, più piante ci sono, più si
arricchisce il terreno, non s’impoverisce…
V: È c’è una scelta, c’è un criterio, quale piante mescolare…?
A: Sicuramente, sicuramente. Anche se non è così, anche se non è così fisso questo criterio, cioè,
non seguiamo molto le consociazioni, anche perché abbiamo visto che in un terreno che resta
sano e selvatico, anche il discorso della consociazione è relativo. Basta che il terreno sia sano e
pieno di piante. Sempre coperto… Qui puoi vedere un po’ un esempio di cosa c’è in un’aiuola.
Hai le fave – la leguminosa non manca mai – quindi o saranno fave, o saranno ceci, o saranno poi
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