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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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la convivenza, anche per quelli che posse<strong>de</strong>vano un i<strong>de</strong>ale da portare avanti, soprattutto<br />

perché tale i<strong>de</strong>ale presupponeva una vita piacevole. Dall’altro, la gran<strong>de</strong> differenza tra le<br />

persone che si dirigevano alla colonia, molte <strong>de</strong>lle quali senza nessuna i<strong>de</strong>ntificazione col<br />

movimento anarchico né col progetto di Rossi. Inoltre, richiama l’attenzione sulla<br />

convinzione <strong>de</strong>ll’anarchico nella possibilità di costante cambiamento <strong>de</strong>ll’essere umano.<br />

“Per lui, cambiate le condizioni esterne e date le condizioni perché ognuno potesse<br />

svilupparsi, l’essere umano gradualmente e naturalmente cambierebbe (…). Quello su cui non<br />

contava era la resistenza <strong>de</strong>lle persone al cambiamento” (MÜELLER, 1989: 303).<br />

GOSI, inoltre, informa che Sanftleben, l’editore di Utopie und Experiment, cercando<br />

di offrire un altro sguardo sulla fine <strong>de</strong>lla Cecilia, ottenne da Malatesta e da Hebert,<br />

corrispon<strong>de</strong>nti a Curytiba <strong>de</strong>l giornale «Les Temps Nouveaux», altri particolari. Malatesta,<br />

in due lettere, una <strong>de</strong>l maggio l’altra <strong>de</strong>ll’agosto 1895, informava che la colonia non<br />

esisteva più perché il governo brasiliano, servendosi dal fatto che i coloni avrebbero<br />

appoggiato gli insorti contro il presi<strong>de</strong>nte Ma. Deodoro da Fonseca, si era riappropriato<br />

<strong>de</strong>lla terra, obbligando i coloni a disper<strong>de</strong>rsi. Hebert, facendo riferimento a un’intervista<br />

fatta a Rossi, conclu<strong>de</strong> che lo scioglimento <strong>de</strong>lla colonia si dovette alle troppe difficoltà<br />

incontrate, quali le difficoltà d’importare ciò di cui si aveva bisogno, il tempo impiegato e i<br />

costi con le autorità doganali e le società di trasporto.<br />

Mi piacerebbe, infine, richiamare l’attenzione sul fatto che Rossi, in nessun<br />

momento, abbia difeso l’uguaglianza nella colonia. Per lui, questa non esisteva perché gli<br />

esseri umani sono, naturalmente, disuguali: quel che esistette, sempre, furono opportunità<br />

uguali, perché tutti potessero svilupparsi nelle loro possibilità. Questo è il motivo per cui<br />

si privilegiava la libertà. Soltanto go<strong>de</strong>ndo di totale libertà l’uomo sarebbe capace di<br />

svilupparsi all’interno <strong>de</strong>lle possibilità che gli erano offerte e in questo modo, costruire<br />

l’esperienza di vita anarchica.<br />

La libertà si manifestava anche in ciò che si riferisce alla distribuzione <strong>de</strong>i prodotti<br />

<strong>de</strong>l lavoro all’interno <strong>de</strong>lla Cecilia e all’accesso alla cassa comune: nonostante le difficoltà<br />

imposte, tutti avevano la stessa libertà d’accesso alle risorse da essa prodotte, in modo che<br />

fossero soddisfatte tutte le necessità individuali. Infine, questa forma di condurre la<br />

Colonia avvicina Rossi ancora di più alle i<strong>de</strong>e difese da KROPOTKIN. Garantendo ai<br />

membri <strong>de</strong>lla colonia, allo stesso tempo, la libertà necessaria perché potessero svilupparsi<br />

d’accordo con le loro possibilità e, all’interno <strong>de</strong>i limiti imposti, le risorse minime per la<br />

loro riproduzione, l’anarchico metteva in pratica il motto <strong>de</strong>l comunismo libertario da<br />

ciascuno secondo le sue possibilità e a ciascuno secondo le sue necessità.<br />

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