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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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<strong>de</strong>l suolo, <strong>de</strong>l ph e <strong>de</strong>lle rese produttive. Secondo l’autore esistono due tipi diversi di<br />

agricoltura naturale: una, l’agricoltura naturale completa – chiamata da lui agricoltura Mahayana –<br />

e l’altra, l’agricoltura naturale limitata al mondo relativo – chiamata da lui agricoltura Hinayana.<br />

“L’agricoltura naturale Mahayana nasce da sola quando esiste un’unità fra uomo e natura. Si<br />

conforma alla natura com’è, e alla mente come è. Deriva dalla convinzione che se la persona<br />

abbandona temporaneamente la volontà umana e si lascia guidare dalla natura, questa<br />

rispon<strong>de</strong> provve<strong>de</strong>ndo tutto. (…)<br />

D’altra parte l’agricoltura naturale ristretta cerca di seguire la via <strong>de</strong>lla natura;<br />

consapevolmente tenta con l’«organico» o altri metodi di seguire la natura. (…)<br />

Il punto di vista ristretto <strong>de</strong>ll’agricoltura naturale dice che è bene per il coltivatore<br />

portare materiali organici al suolo, è bene allevare animali, e che questa è la maniera migliore e<br />

più efficiente per usare la terra. (…)<br />

L’agricoltura naturale pura, invece, (…) non va da nessuna parte e non cerca nessuna<br />

vittoria. (…) Lo scopo vero <strong>de</strong>ll’agricoltura non è coltivare le piante, ma la coltivazione e il<br />

perfezionamento <strong>de</strong>gli esseri umani” (FUKUOKA, 1980:138/139).<br />

Secondo l’autore, l’agricoltura naturale Hinayana e quella scientifica – alle quali<br />

aggiungo anche quella organica – <strong>de</strong>rivano dalla natura studiata con conoscenze analitiche.<br />

La differenza è che, mentre l’agricoltura Hinayana “cerca di eliminare le conoscenze e le<br />

azioni umane per <strong>de</strong>dicarsi al maggior uso possibile <strong>de</strong>lle sole forze <strong>de</strong>lla natura, (…) quella<br />

scientifica usa i poteri <strong>de</strong>lla natura e aggiunge le conoscenze e le azioni umane nello sforzo di<br />

creare un modo superiore di coltivare” (FUKUOKA, 2001:107). FUKUOKA ritiene essere<br />

ormai impossibile raggiungere la vera agricoltura naturale Mahayana dato che i raccolti e gli<br />

animali domestici non appartengono più alla natura. Questo non vale però per l’agricoltura<br />

naturale Hinayana, che cerca di avvicinarsi il più possibile alla natura. Per raggiungerla, è<br />

necessario esaminare attentamente una situazione di laissez-faire, e cioè, di osservare la<br />

natura abbandonata dall’uomo e cercare di ricostruire, per quanto possibile, quella<br />

situazione.<br />

Infine, l’agricoltura sinergica, praticata e diffusa da Emilia HAZELIP, si è sviluppata a<br />

partire dal lavoro di FUKUOKA. Trattasi di una agricoltura che permette al suolo<br />

coltivato di mantenersi selvaggio, anche con alcuni adattamenti come può essere l’uso<br />

<strong>de</strong>lle macchine. Questa agricoltura richie<strong>de</strong> molto lavoro per mantenere in un suolo<br />

coltivato fertile e sano la sua dinamica selvaggia, non potendo quindi essere <strong>de</strong>finita come<br />

l’agricoltura <strong>de</strong>l «Non Fare» di Fukuoka.<br />

“La Sinergia implica il funzionamento dinamico e concertato di vari organi per<br />

realizzare una funzione. (…) [Questa] sinergia è presente tra la terra ed i microrganismi che la<br />

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