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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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Il territorio evolve tramite un processo i<strong>de</strong>ntificato da RAFFESTIN come<br />

territorializzazione-<strong>de</strong>territorializzazione-riterritorializzazione (processo TDR). “Il primo<br />

termine <strong>de</strong>l processo, la territorializzazione, implica che, quando uno stato è compiuto, esso<br />

sia una territorialità, vale a dire un insieme codificato di relazioni. In realtà questo stato è<br />

piuttosto un equilibrio instabile in quanto è sufficiente una variazione nell’informazione<br />

ricevuta perché esso cambi ovvero i rapporti all’interno <strong>de</strong>l sistema si modifichino. La<br />

<strong>de</strong>territorializzazione è, in senso primo, l’abbandono <strong>de</strong>l territorio, ma può essere anche<br />

interpretata come la soppressione <strong>de</strong>i limiti, <strong>de</strong>lle frontiere (…). La <strong>de</strong>territorializzazione<br />

corrispon<strong>de</strong> a una crisi, vale a dire alla scomparsa <strong>de</strong>i limiti. (…) La riterritorializzazione, (…)<br />

può farsi su qualunque cosa, oltre allo spazio, la proprietà, il <strong>de</strong>naro, ecc.” (RAFFESTIN,<br />

1984:78) e corrispon<strong>de</strong> allo stabilimento di un nuovo equilibrio e di un nuovo ciclo di<br />

territorializzazione.<br />

Ogni ciclo di territorializzazione, ad eccezione <strong>de</strong>l primo, si stabilisce su un<br />

territorio già costruito, reificato, che viene reinterpretato dagli attori <strong>de</strong>l processo, i quali<br />

<strong>de</strong>positano la loro sapienza ambientale, sopprimendo ciò che viene consi<strong>de</strong>rato superato e<br />

utilizzando/valorizzando ciò che viene invece ritenuto utile/importante per il<br />

funzionamento <strong>de</strong>l sistema. L’interazione fra i successivi cicli di territorializzazione<br />

<strong>de</strong>termina la massa territoriale, la quale offre importanti indicazioni sul valore <strong>de</strong>l patrimonio<br />

territoriale e le sue possibilità di usi futuri.<br />

Il territorio ha dunque una profondità storica, il cui studio serve ad acquisire le<br />

regole di sapienza ambientale responsabili per la realizzazione <strong>de</strong>l tipo e <strong>de</strong>lla personalità<br />

<strong>de</strong>l luogo in epoche prece<strong>de</strong>nti. Le strutture territoriali che vengono conservate da un<br />

ciclo di territorializzazione a un altro sono chiamate invarianti strutturali e costituiscono i<br />

sedimenti attraverso i quali è possibile realizzare tale studio. MAGNAGHI i<strong>de</strong>ntifica tre tipi<br />

diversi di sedimenti: i sedimenti di sapienza ambientale, riguardanti i saperi relativi ai rapporti<br />

<strong>de</strong>lla comunità insediata con l’ambiente, importanti per la riqualificazione ambientale e la<br />

proposizione di nuovi mo<strong>de</strong>lli di sviluppo; i sedimenti i<strong>de</strong>ntitari, riguardanti i saperi relativi<br />

alla presenza di mo<strong>de</strong>lli socioculturali di lunga durata, responsabili per la <strong>de</strong>terminazione<br />

<strong>de</strong>ll’i<strong>de</strong>ntità <strong>de</strong>l luogo; i sedimenti materiali, riguardanti gli elementi di memoria reificata nel<br />

paesaggio che continuano a far parte, anche se reinterpretati e con usi diversi, <strong>de</strong>lla cultura<br />

e <strong>de</strong>lla vita quotidiana <strong>de</strong>l ciclo di territorializzazione successivo. “L’interazione fra i<br />

successivi atti territorializzanti <strong>de</strong>termina in ogni luogo la massa territoriale che è costituita<br />

dall’accumulo storico di atti territorializzanti di diversa natura (...) che nel loro insieme ne<br />

<strong>de</strong>terminano il valore” (MAGNAGHI, 2001:24).<br />

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