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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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statuti condivisi tra i diversi attori coinvolti, così come di stili di sviluppo peculiari,<br />

incentrati soprattutto sulla valorizzazione <strong>de</strong>lle i<strong>de</strong>ntità collettive presenti nel territorio.<br />

L’altro aspetto, lo “studio e <strong>de</strong>scrizione <strong>de</strong>i sistemi territoriali locali per individuare: attori e<br />

sistemi di attori potenziali interagenti con il milieu in chiave di trasformazione <strong>de</strong>i valori in<br />

risorse verso esiti di sostenibilità; reti di attori per la formazione di patti condivisi che stanno<br />

alla base <strong>de</strong>l progetto di statuto e <strong>de</strong>lle sue regole di trasformazione <strong>de</strong>l territorio; sistemi di<br />

azione economica (nodi e reti <strong>de</strong>l sistema locale) che si fondano sulla sostenibilità attraverso la<br />

valorizzazione <strong>de</strong>l patrimonio territoriale e <strong>de</strong>lla municipalità nel governo <strong>de</strong>llo sviluppo”<br />

(MAGNAGHI, 2000a:135). Infine, il “paragrafo” sulle nuove pratiche sociali, “evi<strong>de</strong>nzia in<br />

particolare la nuova geografia sociale <strong>de</strong>l territorio che <strong>de</strong>scrive le insorgenze contro<br />

l’omologazione e l’impoverimento prodotti dalla globalizzazione” (MAGNAGHI,<br />

2000a:136).<br />

Il terzo capitolo, intitolato Le norme statutarie, sarebbe anch’esso suddiviso in due<br />

parti: “a) una serie di principi generali e specifici di sostenibilità; b) un capitolo <strong>de</strong>dicato<br />

all’integrazione <strong>de</strong>i vincoli e alle invarianti strutturali” (MAGNAGHI, 2000a:138). Rispetto<br />

alla prima parte, l’autore sottolinea l’importanza <strong>de</strong>lla <strong>de</strong>finizione <strong>de</strong>i principi generali e<br />

specifici di sostenibilità come prerequisiti a ogni statuto <strong>de</strong>i luoghi dato che a diversi livelli<br />

di <strong>de</strong>grado <strong>de</strong>vono corrispon<strong>de</strong>re diverse risposte. Rispetto alla seconda parte, sottolinea il<br />

suo carattere sperimentale data l’unicità <strong>de</strong>i componenti che integrano e <strong>de</strong>terminano<br />

l’i<strong>de</strong>ntità di ogni luogo. Secondo lui, le “invarianti strutturali dovrebbero indicare i caratteri<br />

i<strong>de</strong>ntitari di questi «beni» 249 , costituenti il valore di un luogo rispetto ai quali caratteri attivare<br />

direttive, prescrizioni, azioni per la tutela e la valorizzazione secondo obiettivi prestazionali<br />

riferiti alla sostenibilità <strong>de</strong>llo sviluppo, dal momento che è la permanenza e la durevolezza di<br />

tali caratteri a costituire l’indicatore principale <strong>de</strong>lla sostenibilità” (MAGNAGHI, 2000a:141).<br />

Infine, il quarto capitolo, intitolato Le regole <strong>de</strong>lla trasformazione, sarebbe composto da<br />

una serie di regole i<strong>de</strong>ntificate con l’obiettivo di promuovere l’aumento <strong>de</strong>l valore <strong>de</strong>l<br />

patrimonio territoriale in modo durevole – per esempio regole a carattere multisettoriale e<br />

integrato per gli spazi aperti e l’agricoltura; regole per la riqualificazione, espansione e<br />

costruzione di nuovi insediamenti; regole finalizzate alla chiusura <strong>de</strong>i cicli – di acqua,<br />

rifiuti, ecc. -; relative all’uso di materiali da costruzione, ecc. – tutto questo avendo come<br />

scopo il raggiungimento <strong>de</strong>lla sostenibilità <strong>de</strong>llo sviluppo.<br />

249 L’autore si riferisce “a «beni» che possono configurarsi come i caratteri fondativi <strong>de</strong>ll’i<strong>de</strong>ntità locale,<br />

invarianti non per disposto normativo, ma nel senso che non sono variati nei tempi lunghi <strong>de</strong>i cicli di<br />

territorializzazione e che riguardano sistemi ambientali, reti ecologiche, bacini idrografici, sistemi costieri,<br />

paesaggi storici, tipologie insediative territoriali e urbane caratterizzanti l’i<strong>de</strong>ntità di lunga durata, tessuti<br />

agrari” (MAGNAGHI, 2000a: 141), ecc. La nota è mia.<br />

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