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DOTTORATO DI RICERCA - Departamento de Geografia

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la cucina; si vangò <strong>de</strong>l terreno per piantarvi la mandioca; si fece un piccolo giardinetto davanti<br />

alla casa” (ROSSI (Cardias), 1993:23/24). E così, tra le spese di mantenimento e l’acquisto<br />

<strong>de</strong>gli strumenti agricoli necessari a portare avanti i lavori, presto finì il piccolo capitale<br />

portato dall’Italia.<br />

Il lavoro da eseguire era tanto, soprattutto perché la maggior parte <strong>de</strong>i pionieri non<br />

era abituata a quel tipo di attività. Non si <strong>de</strong>ttero un’organizzazione sociale, regolamenti,<br />

né capi. Spesso si accordavano sul lavoro da svolgere e, talvolta, alcuni <strong>de</strong>ci<strong>de</strong>vano da soli<br />

di che occuparsi. Le <strong>de</strong>cisioni più importanti venivano ampiamente discusse e votate, e le<br />

assemblee erano lo spazio per questo scambio di opinioni. Rossi rammenta che non<br />

mancarono le dispute tra i membri, ma niente che portasse a qualcosa di serio.<br />

Verso la fine di ottobre 1890 i coloni ritennero che qualcuno doveva tornare in<br />

Italia per raccontare personalmente come andavano le cose a Cecilia. Rossi fu quello<br />

scelto e, partendo dal Porto di Paranaguà il 24 ottobre, sbarcò a Genova il 25 novembre.<br />

Dopo un giro di propaganda a Pisa, Cecina, Livorno, La Spezia, Torino, Milano e Brescia,<br />

numerose furono le persone che si offrirono di raggiungere la colonia. Dal febbraio al<br />

maggio numerosi gruppi si susseguirono, elevando il numero di integranti a 150 nel<br />

giugno 1891.<br />

Secondo GOSI, la campagna propagandistica aveva avuto successo e, oltre ai<br />

coloni, Cecilia ricevette libri e giornali raccolti da Turati e Bissolati, aiuti e sovvenzioni da<br />

parte <strong>de</strong>l Museo Civico di Genova, <strong>de</strong>ll’Orto Botanico di Pisa e <strong>de</strong>lla Fratellanza Artigiana<br />

di Firenze. Anche la stampa italiana seguì con attenzione l’esperimento anarchico,<br />

riportando notizie – non sempre vere – sulla colonia e sugli emigranti. Non mancarono<br />

anche le contrarietà e i dissensi in se<strong>de</strong> burocratica, tanto da obbligare Rossi a scrivere una<br />

lettera ad Andrea Costa pregandolo di inviare una circolare a tutte le prefetture <strong>de</strong>ll’Italia<br />

Settentrionale e Centrale chie<strong>de</strong>ndo ai prefetti di non opporre difficoltà agli emigranti che<br />

vi si presentassero con una sua lettera. Ma tali difficoltà non impedirono a Rossi di<br />

raggiungere il suo obiettivo. Egli colse anche l’occasione <strong>de</strong>l suo soggiorno in Italia per<br />

preparare la quinta edizione <strong>de</strong>l suo libro, nel quale incluse un capitolo sulla Colonia<br />

Cecilia, in un testo nitidamente propagandistico.<br />

Ma nonostante il successo <strong>de</strong>lla propaganda svolta e il numero sempre in crescita di<br />

candidati <strong>de</strong>cisi a partecipare all’esperimento – o forse proprio per questo – non<br />

mancarono le polemiche con gli anarchici rispetto alla pertinenza o meno di consi<strong>de</strong>rare il<br />

socialismo sperimentale come parte integrante <strong>de</strong>ll’anarchismo. La discussione più seria fu<br />

quella tenuta con Malatesta, legata alla questione legalitaria e alla scissione che essa causò<br />

nel movimento anarchico.<br />

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