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J. Aumann, LA SPIRITUALITA' CRISTIANA ... - Preticattolici.it

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logicamente, secondo il nostro punto di vista, la v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale deve<br />

essere una partecipazione al « mistero di Cristo ». Conseguentemente,<br />

Cristo è per tutti i tempi, ieri, oggi, sempre, cosicché ogni tentativo di<br />

costruire una spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à che sia « píú contemporanea » o « più adatta<br />

ai tempi » è puramente un'illusione.<br />

Questo non significa, comunque, che dobbiamo considerare la v<strong>it</strong>a<br />

spir<strong>it</strong>uale come un cristocentrismo di tale estensione da non dare un<br />

accento proprio a Dio-Padre, a DioSpir<strong>it</strong>o Santo, alla Trin<strong>it</strong>à delle<br />

Persone che ab<strong>it</strong>ano nell'anima attraverso la grazia. Ciò che Congar<br />

ha detto riguardo alla teologia in generale può essere applicato anche<br />

alla teologia della v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale: « non ci sembra che solo una teologia<br />

cristologica debba essere presa in considerazione, così come Karl<br />

Barth proponeva, né che si debba seguire l'idea di E. Mersch di Cristo<br />

come il « primo intellegibile ». P, fuori dubbio che noi raggiungiamo<br />

una conoscenza perfetta del mistero intimo di Dio solo attraverso<br />

Gesù Cristo, (inventionis, acquis<strong>it</strong>ionís) proveniente da Dio stesso<br />

(revelationis), ma è solo per mezzo del mistero di Dio che possiamo<br />

credere totalmente al mistero dell'Incarnazione e capire, perciò, Gesù<br />

Cristo » '.<br />

Tuttavia, fatte queste precisazioni, possiamo ripetere che la v<strong>it</strong>a<br />

spir<strong>it</strong>uale è centrata in Cristo ed è, di fatto, una partecipazione al<br />

mistero di Cristo. Per conoscere questa v<strong>it</strong>a, è necessario capire il più<br />

possibile il Cristo. A tale scopo occorre r<strong>it</strong>ornare al Nuovo Testamento<br />

che registra molto di ciò che Cristo ha detto e ha fatto per nostro<br />

insegnamento:<br />

20 Y. CONGAR, art. c<strong>it</strong>., pp. 24-25.<br />

« Vista da questa prospettiva, l'esperienza cristiana può significare<br />

solo la progressiva cresc<strong>it</strong>a della nostra esistenza nella esistenza di<br />

Cristo, grazie alla continua azione eserc<strong>it</strong>ata da Cristo che prende<br />

forma nel credente... Qui non vi sono possibil<strong>it</strong>à perché questa analisi<br />

dell'esistenza possa girare impercettibilmente nel circu<strong>it</strong>o chiuso del '<br />

conoscimento di sé ' da cui Cristo, l'attuale oggetto della fede,<br />

potrebbe essere anche escluso, segretamente e innocuamente, per<br />

essere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, tutt'al più, da un ' Gesù storico ' (historisch) che, per<br />

questa esistenza, sarebbe una ' occasione ' puramente storica<br />

(geschickt1ich). Ma l'intera forza della prova consiste, piuttosto, nel<br />

principio ' Non sono io che vivo, ma Cristo vive in me ', nell'oggettivo,<br />

insuperabile fatto che tutta la sfera dell'io è stata annullata dalla sfera<br />

di Cristo » `.<br />

A questo punto ci sono da fare parecchie osservazioni. Per prima<br />

cosa, non dobbiamo leggere il Nuovo Testamento così come si legge la

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