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J. Aumann, LA SPIRITUALITA' CRISTIANA ... - Preticattolici.it

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i doveri del proprio stato e quali virtù emergono nella sua v<strong>it</strong>a,<br />

perché il genuino fenomeno mistico<br />

151 Cf. Opera omnia, vol. 1, pp. 80-82, 174; vol. 3, pp. 369, 470, 571-572; vol. 4, p. 3.<br />

contribuisca alla perfezione dell'individuo e non diventi occasione<br />

di orgoglio.<br />

L'ultimo passo, quello del reale discernimento degli spir<strong>it</strong>i, è il più<br />

impegnativo perché è difficile determinare se la causa sia<br />

veramente soprannaturale o se vi possa essere una spiegazione<br />

naturale o diabolica. La meta divina autentica è distinta dalla<br />

falsa meta dell'illusione o dell'intervento diabolico per il peso<br />

dell'umiltà; per la flessibil<strong>it</strong>à che è la prudenza; per la stabil<strong>it</strong>à<br />

che è la pazienza; per la forma che è la ver<strong>it</strong>à; e per il colore che è<br />

la tinta dorata della car<strong>it</strong>à .Riguardo all’insegnamento pos<strong>it</strong>ivo<br />

teologico, Gerson preferisce la teologia mistica a quella<br />

speculativa perché essa facil<strong>it</strong>a l'unione con Dio; produce la<br />

pazienza e l'umiltà, mentre la teologia speculativa susc<strong>it</strong>a<br />

l'orgoglio. Ciò che egli intende per teologia mistica è la conoscenza<br />

esperienziale di Dio experimentalis Dei perceptio), sebbene tratti<br />

di ciò sia da un punto di vista speculativo che pratico. Gerson,<br />

infatti, ammette che può accadere ad un teologo speculativo di<br />

spiegare la teologia mistica meglio di uno che la esperimenta<br />

realmente; per questo motivo la teologia pratica mistica dovrebbe<br />

essere guidata dalla teologia mistica speculativa.<br />

Nel suo trattato speculativo di teologia mistica Gersone insegna<br />

che la riflessione conduce alla med<strong>it</strong>azione e questa ultima alla<br />

contemplazione; ma la contemplazione è essenzialmente<br />

un'operazione affettiva: è un amore estatico. La contemplazione,<br />

così, chiama in gioco il più alto appet<strong>it</strong>o dell'anima, che è detto<br />

sinderesi, abbandonando le operazioni delle passioni (appet<strong>it</strong>o<br />

sens<strong>it</strong>ivo) e la volontà. L'amore proprio alla contemplazione o<br />

esperienza mistica è quello che trascina l'anima all'unione con<br />

Dio e la gode nella gioia e nella felic<strong>it</strong>à.<br />

Gerson, dunque, identifica l'unione estatica con la<br />

contemplazione, ma chiarifica poi quello che lui vuol dire con<br />

questa specie di unione. Le potenze più basse, comprese<br />

l'immaginazione e la ragione, cessano di agire; esse sono sospese<br />

quando l'anima è assorb<strong>it</strong>a nella contemplazione. La mente è fissa<br />

in Dio e le potenze affettive alienate dalle cose sensibili; tutta<br />

l'operazione è chiamata « semplificazione<br />

69 Cf. ibid., vol. 1, pp. 43-45.

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