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J. Aumann, LA SPIRITUALITA' CRISTIANA ... - Preticattolici.it

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» . Non si deve leggere la Bibbia per conoscere intellettualmente Dio e<br />

parlare di lui (benché essa ci riveli anche Dio nella sua essenza, cf. Es<br />

3,14), ma per comprendere ciò che Dio e per noi e rispondere alla sua<br />

presenza: « L'uomo vuole sperimentare in qualche modo la presenza di<br />

Dio attraverso i segni che lo manifestano e desidera entrare in<br />

comunione con Lui ad un livello quasi esperienziale » '.<br />

1 « Cost<strong>it</strong>uzione dogmatica sulla divina Rivelazione », Dei Verbum, nn. 21-24, passim. Tutte le<br />

c<strong>it</strong>azioni dei documenti del Vaticano Il sono prese da A. F<strong>LA</strong>NNERY (ed.), Vatican Council Il: The<br />

Conciliar and Post Documents, Costello Publishing Company, Northport, N.Y., 1975. In <strong>it</strong>aliano cf.<br />

qualsiasi traduzione dal latino dei documenti del Concilio Vaticano II.<br />

2 Y. CONGAR, < Christ in the Economy of Salvation and in our Dogmatic Tracts >>, in E.<br />

SCHILLEBEECKX and B. WILLEMS (ed.), Who is Jesus of Nazareth, Paulist Press, Glen Rock,<br />

N.J., 1965, PP. 5-6.<br />

Cf. Y. CONGAR, art. c<strong>it</strong>., p. 6.<br />

3 P. GRELOT, , in P.<br />

BE NOIT and R. F. Roland E. Murphy (ed.), The Braeking of Bread, Paulist Press, Glen Bock, N.<br />

J., 1969, p. 7.<br />

I Padri del Vaticano Il espressero la medesima idea: « Piacque a Dio<br />

nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e manifestare il mistero<br />

della sua volontà (Ef. 1,9), mediante il quale l'uomo per mezzo di<br />

Cristo, Verbo fatto carne, nello Spir<strong>it</strong>o Santo ha accesso al Padre ed è<br />

reso partecipe della natura divina (Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa<br />

rivelazione, infatti, Dio invisibile (cf. Col 1,15; 1 Trn 1,17), nel suo<br />

grande amore parla agli uomini come ad amici (cf. Es 33,11; Gv<br />

15,14-15) e s'intrattiene con essi (cf. Bar 3,38) per inv<strong>it</strong>arli ed<br />

ammetterli alla comunione con sé » '.<br />

Poiché Dio si fa conoscere a noi da ciò che fa per noi, dagli interventi<br />

nella nostra storia umana, noi dobbiamo sempre parlare dei misteri di<br />

Dio, dice Congar, « in maniera da unire una profonda percezione di<br />

ciò che essi sono in se stessi ad un'esperienza v<strong>it</strong>ale di ciò che essi<br />

sono per noi » .<br />

Dio ha stabil<strong>it</strong>o il patto adempiuto in Gesù Cristo, ma occorre<br />

rispondere all'iniziativa divina con la fede, la car<strong>it</strong>à e la speranza<br />

(anche se la stessa risposta dell'uomo è sempre sugger<strong>it</strong>a da Dio). Il<br />

nuovo rapporto risultante dall'intervento personale di Dio nella storia<br />

umana produce qualcosa di unico nelle diverse religioni. Il un<br />

rapporto nel quale Dio si avvicina all'uomo, e l'uomo per mezzo di un<br />

libero atto di fede, si offre a qualunque esperienza Dio voglia<br />

proporgli. Così puntualizza a tale propos<strong>it</strong>o Hans Urs von Balthasar:<br />

« Il rapporto tra Dio e l'uomo... è determinato, nella Bibbia, dal<br />

punto di vista di Dio... Dio sceglie, promette, domanda, rifiuta e<br />

mantiene... L'uomo non deve tanto fermarsi sulla sua nostalgia del<br />

divino in sé, ma sulla Parola di Dio. L'azione è condotta al di là di ogni<br />

realizzazione puramente umana di sé e diviene obbedienza a Dio e alla

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