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J. Aumann, LA SPIRITUALITA' CRISTIANA ... - Preticattolici.it

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prossimo. Da qui l'anima raggiunge lo stato di apatheia o pace<br />

dell'anima che è anche frutto di preghiera e di grazia.<br />

S. Massimo classifica i cristiani in tre gruppi: gli incipienti, che sono<br />

guidati dal timore; i proficienti, che hanno una ben fondata speranza<br />

di ricompensa e sono perciò ancora in qualche modo mercenari; e i<br />

perfetti, che sono veri figli di Dio, animati da amore filiale. I perfetti<br />

gustano una preghiera contemplativa, prodotta dal dono della<br />

sapienza, che Massimo chiama « gli occhi della fede ». Attraverso la<br />

sapienza, inoltre, l'anima riceve la conoscenza di Dio, chiamata<br />

56 Cf. P. SHERWOOD, Op. c<strong>it</strong>., pp. 70-99.<br />

teologia. Essa è il frutto della preghiera. Ma il più grande di tutti i<br />

doni spir<strong>it</strong>uali goduti dai perfetti è la car<strong>it</strong>à divina. t la cartà che<br />

rende divina l'anima, l'abil<strong>it</strong>a all'esperienza della sua filiazione<br />

adottiva e la unisce a Dio in un legame di matrimonio mistico. Tutto<br />

ciò avviene attraverso Cristo. In S. Massimo perciò, il modello e la<br />

causa della perfezione cristiana è Gesù Cristo, e l'anima della<br />

perfezione cristiana la car<strong>it</strong>à. Con S. Massimo, dice Bouyer, la<br />

spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à cristiana « recupera qualcosa del primo vigoroso impulso<br />

del Vangelo » ".<br />

57 Cf. L. BOUYER, Op. cít.> p. 436.<br />

CAPITOLO IV<br />

IL MONACHESIMO IN OCCIDENTE<br />

Conserviamo pochi documenti del monachesimo occidentale prima<br />

della metà del IV secolo; nel frattempo però esso era già fiorente in<br />

Oriente'. Ad ogni modo, poiché c'era una costante comunicazione tra<br />

Roma e i centri del monachesimo di Eg<strong>it</strong>to, Palestina e Alessandria, è<br />

probabile che i cristiani di Roma conoscessero il movimento<br />

monastico. t certo che S. Atanasio vis<strong>it</strong>ò Treviri durante il suo primo<br />

esilio tra il 336 e il 338 e fu a Roma nel 340. La sua V<strong>it</strong>a di Antonio,<br />

che ebbe un ruolo molto importante nella divulgazione della v<strong>it</strong>a<br />

monastica, fu sub<strong>it</strong>o tradotta in latino dai cristiani occidentali.<br />

D'altra parte, è possibile che la v<strong>it</strong>a monastica in Occidente si sia<br />

sviluppata anche senza alcuna diretta influenza del Gli asceti, le<br />

vergini e le vedove osservavano gia<br />

alcune pratiche caratteristiche della v<strong>it</strong>a monastica. Anche Eusebio<br />

parla di una v<strong>it</strong>a ascetíca in sol<strong>it</strong>udine agli inizi della I metà del III<br />

secolo'. Ma la fuga dal mondo, uno degli ele

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