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J. Aumann, LA SPIRITUALITA' CRISTIANA ... - Preticattolici.it

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Oates, Londra 1949; 1. SCHUSTER, Saint Benedict and His Times, B. Herder, St. Louis 1951; T.<br />

MAYNARD, Saint Benedict and His Monks, P. J. KFNEDY, New York 1954.<br />

34 C. PEIFER, «The Rule of St. Benedict », in op. c<strong>it</strong>., p. 73.<br />

35 Circa la relazione tra la Regola di san Benedetto e la Regula Magistri, Cf. C. PEIFER, art. c<strong>it</strong>.,<br />

pp. 79-90.<br />

e delle pratiche monastiche precedenti e un contributo personale ai<br />

necessari adattamenti del monachesimo ai bisogni dei tempi.<br />

La Regola di S. Benedetto può essere divisa, come la Regula<br />

Magistri, in due sezioni principali: il Prologo e i primi sette cap<strong>it</strong>oli che<br />

contengono la dottrina spir<strong>it</strong>uale; gli altri (capp. 8-73) che illustrano<br />

le norme per la v<strong>it</strong>a e la disciplina del monastero. La maggior parte<br />

della prima sezione è presa quasi letteralmente dalla Regula Magistri,<br />

e inizia con la ben nota frase: « Ascolta, o figlio mio, i precetti del<br />

maestro, sia attento il tuo cuore ». Segue poi la sfida: « Le mie parole<br />

sono rivolte a te, chiunque tu sia, che rinunzi alla tua volontà, e che.<br />

per servire nella milizia di Cristo Signore, vero Re, cingi l'armatura<br />

temprata e splendida dell'obbedienza » '. Il concetto centrale del<br />

Prologo è che il monastero è una « scuola per il servizio del Signore » e<br />

S. Benedetto conclude il Prologo con le parole:<br />

« Non lasciare sub<strong>it</strong>o, impaur<strong>it</strong>o, la via della salvezza, che non si può<br />

intraprendere se non per un ingresso stretto. Col progresso poi della<br />

v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale e della fede, dilatato il cuore, con indicibile soav<strong>it</strong>à<br />

d'amore si corre sulla via dei comandamenti di Dio. In modo che,<br />

senza scostarci mai dal suo insegnamento, perseverando nella sua<br />

dottrina fino alla morte nel monastero, ci associamo con la nostra<br />

pazienza alle sofferenze di Cristo e mer<strong>it</strong>iamo così di avere anche<br />

parte con Lui nel suo regno. Amen ».<br />

Nel primo cap<strong>it</strong>olo S. Benedetto elenca quattro tipi di monaci: i<br />

cenob<strong>it</strong>i che vivono in comun<strong>it</strong>à sotto una regola e un abate; gli<br />

erem<strong>it</strong>i o anacoretí, che hanno vissuto nel monastero per lungo tempo<br />

e sono ora sufficientemente forti per vivere una v<strong>it</strong>a di sol<strong>it</strong>udine nel<br />

deserto; i saraba<strong>it</strong>i monaci secondo la loro volontà che seguono le<br />

proprie inclinazioni invece di vivere secondo una regola monastica; e i<br />

36 Tutte le c<strong>it</strong>azioni della Regola di san Benedetto sono della ed. T. FRY, L<strong>it</strong>urgical Press,<br />

Collegeville, MN, 1981.<br />

girovaghi che sono costantemente in movimento, trascinandosi da un<br />

monastero all'altro senza mai fermarsi in un posto. Dopo aver<br />

stabil<strong>it</strong>o la sua preferenza per la v<strong>it</strong>a monastica cenob<strong>it</strong>ica, S.<br />

Benedetto parla delle qual<strong>it</strong>à e dei doveri dell'abate e delle norme<br />

riguardanti il consiglio comun<strong>it</strong>ario; inoltre offre una serie di massime<br />

per la v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale. La prima sezione si conclude con la spiegazione

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