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PDF QUI - nonsolofantasy

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«Gaebril era uno dei Reietti» disse lei.<br />

Lo scrocchiare di ramoscelli si interruppe.<br />

«In realtà era Rahvin» continuò lei. «Ha preso il controllo dell'Andor<br />

tramite l'uso dell'Unico Potere, costringendo la gente a fare come diceva.»<br />

Tallanvor sibilò, i rametti che riprendevano a scrocchiare mentre si<br />

riaffrettava verso di lei. «Ne sei sicura?»<br />

«Sicura? No. Ma ha senso. Non possiamo ignorare quello che sta succedendo nel<br />

mondo, Tallanvor. Il tempo, il modo in cui il cibo si guasta in un attimo, i<br />

movimenti di questo Rand al'Thor. Non è un falso Drago. I Reietti devono essere<br />

di nuovo in libertà.<br />

«Tu cosa faresti se fossi uno di loro? Raduneresti un esercito e<br />

conquisteresti? Oppure entreresti semplicemente in un palazzo e prenderesti la<br />

regina come tua consorte? Corromperesti la sua mente in modo che ti lasciasse<br />

fare quello che desideri. Otterresti le risorse di un'intera nazione, tutto con<br />

uno sforzo minimo. Soltanto alzare un dito...»<br />

Morgase sollevò la testa e guardò in lontananza. Verso nord. Verso l'Andor.<br />

«La chiamano Coercizione. Un flusso oscuro e malvagio che annulla la volontà di<br />

chi lo subisce. Io non dovrei conoscere la sua esistenza.<br />

«Tu dici che penso a lui. E vero. Penso a lui e lo odio. Odio me stessa per<br />

quello che gli ho permesso di fare. E una parte del mio cuore sa che, se lui<br />

comparisse qui e pretendesse qualcosa da me, io gliela darei. Non riuscirei a<br />

farne a meno. Ma questa cosa che provo per lui - questa cosa che fonde il mio<br />

desiderio e il mio odio come due ciocche in una treccia — non è amore.»<br />

Morgase si voltò e guardò Tallanvor. «Conosco l'amore, Tallanvor, e Gaebril<br />

non l'ha mai avuto da me. Dubito che una creatura come lui possa comprendere<br />

l'amore.»<br />

TaUanvor incontrò gli occhi di Morgase. I suoi erano grigio scuro, teneri e<br />

puri. «Donna, tu mi dai di nuovo quelTenorme speranza. Sta' attenta a ciò che<br />

giace ai tuoi piedi.»<br />

«Ho bisogno di tempo per pensare. Ti asterresti per il momento dall'andare a<br />

Tear?»<br />

Lui si inchinò. «Morgase, se vuoi qualunque cosa da me - qualunque cosa -<br />

tutto quello che devi fare è chiedere. Pensavo di averlo messo in chiaro.<br />

Toglierò il mio nome dalla lista.»<br />

Tallanvor si ritirò. Morgase lo guardò, la sua mente una tempesta malgrado<br />

l'immobilità degli alberi e della polla davanti a lei.<br />

La fíne di una leggenda<br />

Di notte, Gawyn non riusciva a vedere le ferite della Torre Bianca.<br />

Nell'oscurità non si poteva distinguere la differenza tra un mosaico<br />

meravigliosamente intricato e un muro pieno di piastrelle scompagnate. Di notte,<br />

gli edifici più belli di Tar Valon diventavano una forma scura come ogni altra.<br />

E di notte, i buchi e le cicatrici sulla Torre Bianca erano rattoppati con<br />

una benda di oscurità. Naturalmente in una notte buia come quella causata da<br />

queste nuvole non si poteva nemmeno distinguere il colore della Torre. Bianca o<br />

nera; di notte, non aveva davvero importanza.<br />

Gawyn camminava per i terreni della Torre Bianca, indossando pantaloni rigidi<br />

e una giacca rossa e oro. Come un'uniforme, ma di nessuna determinata fazione.<br />

Lui non sembrava avere una fazione determinata di questi tempi. Quasi<br />

inconsciamente, si ritrovò a camminare verso l'ingresso orientale della Torre,<br />

come per salire alle stanze dove dormiva Egwene. Si fece forza, voltandosi<br />

dall'altra parte.<br />

Sarebbe dovuto essere a letto. Ma dopo quasi una settimana passata a<br />

sorvegliare la porta di Egwene di notte, era - come piaceva dire ai soldati - a<br />

un pranzo di mezzanotte. Forse sarebbe potuto rimanere nelle sue stanze a<br />

rilassarsi, ma i suoi alloggi nelle caserme della Torre Bianca gli sembravano<br />

limitanti.<br />

Lì vicino, due gatti selvatici incedevano attraverso ciuffi d'erba, i loro<br />

occhi che riflettevano la luce delle torce di un posto di guardia. I gatti si<br />

accovacciarono bassi, osservandolo come se riflettessero - per un breve istante<br />

- se valeva o meno la pena di attaccarlo. Un gufo non visto si librò nell'aria<br />

lì sopra, l'unica prova del suo passaggio una penna solitaria che fluttuò giù.<br />

Era più facile fingere di notte. Alcuni uomini vivevano la loro intera vita a

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