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PDF QUI - nonsolofantasy

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Quello sciocco di Isam, pensò Graendal, ficcando i fogli nel suo zaino. E<br />

quel Manto Bianco idiota!<br />

Stava sudando. Non avrebbe dovuto sudare.<br />

Gettò alcuni ter'angreal dalla scrivania nello zaino, poi frugò nell'armadio<br />

in cerca di qualche cambio di vestiti. Lui poteva trovarla dovunque nel mondo.<br />

Ma forse uno dei regni specchio delle Pietre Portale. Sì. Lì le sue connessioni<br />

non erano...<br />

Si girò, le braccia piene di seta, e rimase di sasso. Una figura era in piedi<br />

nella stanza. Alta, come un pilastro abbigliato in vesti nere. Senza occhi.<br />

Labbra sorridenti del colore della morte.<br />

Graendal si gettò in ginocchio, lanciando da parte i vestiti. Del sudore le<br />

scese lungo la tempia fin sulla guancia.<br />

«Graendal» disse l'alto Myrddraal. La sua voce era orribile, come l'ultimo<br />

sussurro di un uomo morente. «Hai fallito, Graendal. »<br />

Shaidar Haran. Molto male. «Io...» disse lei, umettandosi le labbra secche.<br />

Come far sembrare questo una vittoria? «È andato tutto secondo il piano. È<br />

soltanto...»<br />

«Conosco il tuo cuore, Graendal. Posso assaporare il tuo terrore.»<br />

Lei strinse forte gli occhi.<br />

«Mesaana è caduta» sussurrò Shaidar Haran. «Tre Prescelti, distrutti dalle<br />

tue azioni. Le strutture dei tuoi piani sono un reticolo di fallimento, una<br />

cornice di incompetenza.»<br />

«Io non ho avuto nulla a che fare con la caduta di Mesaana!»<br />

«Nulla? Graendal, l'onirichiodo era E. Quelle che hanno combattuto assieme a<br />

Mesaana hanno detto che hanno cercato di spostarsi, di attirare le Aes Sedai<br />

verso un luogo dove potessero far scattare la loro trappola. Non avrebbero<br />

dovuto combattere dentro la Torre Bianca. Non sono potute andar via. A causa<br />

tua.»<br />

«Isam...»<br />

«Uno strumento affidato a te. Il fallimento è tuo, Graendal.»<br />

Lei si umettò di nuovo le labbra. La sua intera bocca si era seccata. Doveva<br />

esserci una via d'uscita. «Ho un piano migliore, più audace. Rimarrai<br />

impressionato. Al'Thor mi ritiene morta, perciò posso...»<br />

«No.» Una voce tanto calma, ma così orribile. Graendal si ritrovò a non<br />

riuscire a parlare. Qualcosa le aveva sottratto la voce. «No» continuò Shaidar<br />

Haran. «Questa opportunità è stata data a qualcun altro. Ma Graendal, tu non<br />

sarai dimenticata.»<br />

Lei alzò lo sguardo, provando un impeto di speranza. Quelle labbra morte<br />

erano allargate in un sorriso, quello sguardo senza occhi fisso su di lei.<br />

Graendal provò un orribile tuffo allo stomaco.<br />

«No,» disse Shaidar Haran «non mi dimenticherò di te, e tu non dimenticherai<br />

cosa verrà dopo.»<br />

Graendal sgranò gli occhi, poi urlò quando lui allungò una mano verso di lei.<br />

Il cielo rombava; l'erba attorno a Perrin tremava. Era macchiata di nero,<br />

proprio come nel mondo reale. Perfino il sogno del lupo stava morendo.<br />

L'aria era piena di odori che non le appartenevano. Un fuoco che ardeva.<br />

Sangue che si seccava. La carne morta di una bestia che lui non riconosceva.<br />

Uova chemarcivano<br />

pensò. No, non sarà così.<br />

Radunò la propria volontà. Quegli odori sarebbero scomparsi<br />

Lo fecero, rimpiazzati dalle fragranze dell'estate. Erba, porcospini,<br />

maggiolini, muschio, topi, colombe dalle ali azzurre, fringuelli viola.<br />

Comparvero, balzando a nuova vita in un cerchio attorno a lui.<br />

Digrignò i denti. La realtà si diffondeva da lui come un'ombra, l'oscurità<br />

che scompariva dalle piante. Sopra di lui, le nubi ondeggiarono, poi si<br />

separarono. Dal cielo scaturì la luce del sole. Il tuono si placò.<br />

È Hopper vive, pensò Perrin. È così! Posso fiutare il suo manto, sentirlo<br />

balzare tra l'erba.<br />

Un lupo apparve davanti a lui, formandosi come dalla nebbia. Argenteo,<br />

ingrigito da anni di vita. Perrin fremette nel suo potere. Era reale.<br />

E poi vide gli occhi del lupo. Senza vita.<br />

L'odore divenne stantio e sbagliato.<br />

Perrin stava sudando dallo sforzo di concentrarsi così tanto. Qualcosa dentro<br />

di lui si disgregò. Stava venendo nel sogno del lupo con troppa forza; cercare

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