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PDF QUI - nonsolofantasy

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Questo non era come gli eventi che aveva visto passando tra gli anelli durante<br />

la sua prima visita al Rhuidean. Quelle erano state possibilità. Le visioni di<br />

quest'oggi sembravano più reali. Si sentiva quasi certa che quello che aveva<br />

sperimentato non era semplicemente una tra molte possibilità. Quello che aveva<br />

visto sarebbe avvenuto. Passo dopo passo, l'onore sottratto al suo popolo. Passo<br />

dopo passo, gli Aiel trasformati da fieri a miserabili.<br />

Doveva esserci di più. Arrabbiata, si alzò in piedi e fece un altro passo. Non<br />

accadde nulla. Camminò per tutto il tragitto fino al limitare delle colonne, poi<br />

si voltò furiosa.<br />

«Mostratemi altro» pretese. «Mostratemi quello che ho fatto per causare questo!<br />

È la mia discendenza che ci porterà alla rovina! Qual è la mia parte in questo?»<br />

Si diresse di nuovo fra le colonne.<br />

Nulla là. Parevano morte. Allungò una mano e ne toccò una, ma<br />

non c'era vita. Nessun ronzio, nessuna sensazione di Potere. Chiuse gli occhi,<br />

facendo uscire un'ultima lacrima dall'angolo di ciascuno di essi. Quelle due<br />

lacrime le scorsero giù per la faccia, lasciando una linea di fredda umidità<br />

sulle sue guance.<br />

«Posso cambiarlo?» chiese.<br />

Se non posso, pensò, questo mi impedirà di tentare?<br />

La risposta era semplice. No. Lei non poteva vivere senza fare qualcosa per<br />

evitare quel fato. Era venuta al Rhuidean in cerca di conoscenza. Be', l'aveva<br />

ottenuta. Più abbondante di quanto avesse voluto.<br />

Aprì gli occhi e strinse i denti. Gli Aiel si assumevano le loro<br />

responsabilità. Gli Aiel combattevano. Gli Aiel portavano avanti l'onore. Se lei<br />

era l'unica a sapere di questi orrori del loro futuro, allora era suo dovere -<br />

in qualità di Sapiente - agire. Lei avrebbe salvato il suo popolo.<br />

Si allontanò dalle colonne, poi scattò in una corsa. Aveva bisogno di<br />

tornare, di consultarsi con le altre Sapienti. Ma prima aveva bisogno di quiete,<br />

fuori nella Terra delle Tre Piegature. Tempo per pensare.<br />

Scegliere i nemici<br />

Elayne sedeva ansiosa, le mani in grembo, ascoltando i boati distanti. Aveva<br />

scelto di proposito la sala del trono piuttosto che una stanza delle udienze<br />

meno formale. Oggi era necessario che venisse vista come regina.<br />

La sala del trono era imponente, con i suoi maestosi pilastri e i suoi<br />

ornamenti lussuosi. Lampade dorate su sostegni ardevano in una lunga doppia fila<br />

da ciascun lato della stanza, interrotte solo dai pilastri. Uomini della Guardia<br />

in bianco e rosso erano in piedi di fronte a essi, le corazze brunite che<br />

scintillavano. Le colonne di marmo erano accompagnate dal folto tappeto cremisi,<br />

intessuto al centro con il Leone dell'Andor in oro. Conduceva verso Elayne, che<br />

indossava la Corona di Rose. Il suo abito seguiva la moda tradizionale piuttosto<br />

che quella preferita di questi tempi nella corte; le maniche erano ampie, con i<br />

polsi cascanti in una punta ricamata d'oro sotto la sua mano.<br />

Quello schema era ripreso dal suo corpetto, che era abbastanza alto da essere<br />

modesto, ma abbastanza basso da ricordare a tutti che Elayne era una donna. Una<br />

ancora non maritata. Sua madre aveva sposato un uomo di Cairhien nei primi tempi<br />

del suo regno. Altri potevano domandarsi se Elayne avrebbe fatto lo stesso per<br />

cementare la sua presa lì.<br />

Risuonò un altro boato distante. Il suono degli spari dei draghi stava<br />

diventando familiare. Non proprio un rombo di tuono... più basso, più regolare.<br />

A Elayne era stato insegnato come nascondere il suo nervosismo. Prima dai<br />

suoi tutori, poi dalle Aes Sedai. Qualunque cosa pensasse certa gente, Elayne<br />

Trakand sapeva controllare la sua collera quando ne aveva bisogno. Teneva le<br />

mani in grembo e costringeva la sua lingua a restare immobile. Mostrare<br />

nervosismo sarebbe stato molto peggio della rabbia.<br />

Dyelin occupava una sedia vicino al trono. Quella donna solenne portava i<br />

suoi capelli dorati sciolti attorno alle spalle e stava lavorando in silenzio a<br />

un tombolo da ricamo. Dyelin diceva che la rilassava, fornendo alle mani<br />

qualcosa da fare mentre la mente era occupata. La madre di Elayne non era<br />

presente. Oggi sarebbe stata una distrazione troppo grossa.<br />

Elayne non poteva permettersi lo stesso lusso di Dyelin. Doveva essere vista<br />

al comando. Purtroppo, 'comandare' spesso voleva dire star seduta sul suo trono,<br />

gli occhi in avanti, proiettando determinazione e controllo mentre aspettava. Di

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