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PDF QUI - nonsolofantasy

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«Porta qualcuno che ce l'ha.»<br />

«Impossibile» disse l'Eelfinn. «Ascoltatemi. Il fuoco non è necessario. Vi<br />

guiderò per metà della strada fino alla stanza centrale, la Camera dei Legami,<br />

se vi lascerete indietro quel fuoco orribile. Ci offende. Noi vogliamo solo<br />

esaudire i vostri desideri.»<br />

La creatura stava ovviamente provando a placarli di nuovo, ma la sua cadenza<br />

era sbagliata, in conflitto con la melodia di Thom. Mat osservò la creatura, poi<br />

iniziò a cantare appresso al flauto che suonava. Non aveva la miglior voce tra<br />

quelli che conosceva, ma non era nemmeno tremenda. L'Eelfinn sbadigliò, poi si<br />

mise a sedere accanto alla parete e chiuse gli occhi. Entro pochi momenti stava<br />

dormendo.<br />

Thom abbassò il flauto dalle labbra, con aria impressionata.<br />

«Ben fatto» sussurrò Noal. «Non avevo idea che fossi così fluente nella<br />

Lingua Antica.»<br />

Mat esitò. Non si era nemmeno reso conto di aver parlato in quell'idioma.<br />

«La mia Lingua Antica è arrugginita,» disse Noal, sfregandosi il mento «ma ho<br />

capito parecchio. Il problema è che non sappiamo ancora la strada attraverso<br />

questo posto. Come la troveremo senza uno di loro a guidarci?»<br />

Aveva ragione. Birgitte aveva vagato per mesi, non sapendo mai se il suo<br />

obiettivo fosse solo a pochi passi di distanza. La camera dove Mat aveva<br />

incontrato i capi degli Eelfinn... lei aveva detto che, una volta lì, loro<br />

dovevano negoziare con te. Quella doveva essere la Camera dei Legami che<br />

l'Eelfinn aveva menzionato.<br />

Povera Moiraine. Era giunta attraverso uno dei portali rossi; sarebbe dovuta<br />

essere protetta da qualunque trattato gli Eelfinn avessero stipulato con le<br />

antiche Aes Sedai. Ma quel portale era stato distrutto. Non c'era modo di uscire<br />

da lì.<br />

La prima volta che Mat era venuto lì, loro l'avevano lodato come saggio per<br />

aver pensato di chiedere il permesso di prendere congedo. Anche se lui si<br />

lamentava ancora del fatto che gli Eelfinn non avessero risposto alle sue<br />

domande, poteva capire che non era quello ciò che loro facevano. Gli Aelfinn<br />

erano per le domande; gli Eelfinn esaudivano richieste. Ma travisavano quelle<br />

richieste ed esigevano qualunque prezzo volevano. Mat aveva innocentemente<br />

chiesto che i buchi della sua memoria fossero colmati, un modo per liberarsi<br />

delle Aes Sedai e una via d'uscita dalla torre.<br />

Se Moiraine non aveva saputo questo e non aveva chiesto un passaggio per<br />

l'esterno come aveva fatto lui... o se aveva chiesto un passaggio fino al<br />

portale, non sapendo che era stato distrutto...<br />

Mat aveva chiesto una via d'uscita. Loro gliel'avevano data, ma lui nón<br />

riusciva a ricordare cos'era. Tutto si era fatto nero e si era svegliato a<br />

pendere dall'ashandarei.<br />

Mat tirò fuori qualcosa dalla sua tasca, tenendolo stretto nel pugno. «Gli<br />

Aelfinn e gli Eelfinn vanno in giro qua dentro in qualche modo» mormorò.<br />

«Dev'esserci una via giusta.»<br />

«Una via» disse Noal. «Quattro scelte, seguite da quattro scelte, seguite da<br />

quattro scelte... Le probabilità contro di noi sono enormi!»<br />

«Probabilità» disse Mat, protendendo la mano. La aprì, rivelando un paio di<br />

dadi. «Cosa importa a me delle probabilità?»<br />

I due guardarono i suoi dadi d'avorio, poi alzarono gli occhi verso la sua<br />

faccia. Mat poteva sentire la sua fortuna crescere. «Dodici risultati. Tre per<br />

ciascuna porta. Se tiro un uno, un due<br />

o un tre, andiamo dritto. Quattro cinque o sei e prendiamo la strada di destra,<br />

e così via.»<br />

«Ma Mat» sussurrò Noal, guardando l'Eelfinn addormentato. «I tiri non saranno<br />

equivalenti. Per esempio non puoi tirare un uno, e un sette è molto più<br />

probabile...»<br />

«Tu non capisci, Noal» disse Mat, tirando i dadi sul pavimento. Quelli<br />

sbatacchiarono sulle piastrelle simili a scaglie, schioccando come denti. «Non<br />

importa cos'è probabile. Non quando ci sono io nei paraggi.»<br />

I dadi si fermarono. Uno di essi si impigliò in un piccolo solco tra due<br />

piastrelle e rimase immobile in modo precario, uno degli spigoli in aria.<br />

L'altro si arrestò mostrando un solo puntino.<br />

«Che ne dici di questo, Noal» disse Thom. «Pare che possa tirare un uno,<br />

dopotutto.»

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