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PDF QUI - nonsolofantasy

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mostrava traccia. Le Fanciulle si sparpagliarono avanti, i veli al loro posto,<br />

Sulin in testa. Effettuarono una rapida ispezione delle capanne, facendosi segno<br />

a vicenda con rapidi gesti, poi tornarono.<br />

«Nessuno?» chiese Faile.<br />

«No» disse Sulin, abbassando con cautela il suo velo. «Questo posto è<br />

deserto.»<br />

«Chi costruirebbe un villaggio come questo,» disse Perrin «e a Ghealdan,<br />

addirittura?»<br />

«Non è stato costruito qui» disse Masuri.<br />

Perrin si voltò verso la snella Aes Sedai.<br />

«Questo villaggio non è originario di questa zona» disse Masuri. «Il legno è<br />

diverso da qualunque cosa io abbia mai visto prima.»<br />

«Il Disegno geme» disse Berelain piano. «I morti che camminano, gli strani<br />

decessi. Nelle città, spariscono stanze e il cibo si guasta.»<br />

Perrin si grattò il mento, ricordando un giorno in cui la sua ascia aveva<br />

tentato di ucciderlo. Se interi villaggi stavano scomparendo e riapparendo in<br />

altri posti, se la Macchia stava crescendo da fenditure in cui il Disegno si<br />

stava sfilacciando... Luce! Quanto stavano peggiorando le cose?<br />

«Bruciate il villaggio» disse lui voltandosi. «Usate l'Unico Potere. Ripulite<br />

più piante contaminate che potete. Forse possiamo impedire che si diffonda.<br />

Sposteremo l'esercito da quel campo a un'ora di distanza e resteremo qui domani,<br />

se vi serve più tempo.»<br />

Per una volta, nessuna delle Sapienti né delle Aes Sedai tirò su col naso per<br />

lamentarsi di quell'ordine diretto.<br />

Caccia con noi, fratello.<br />

Perrin si ritrovò nel sogno del lupo. Si ricordava vagamente di essersi<br />

seduto insonnolito alla luce sempre più fioca di una lampada aperta, un'unica<br />

fiamma che tremolava sulla sua punta, attendendo di udire un rapporto da quelli<br />

che si stavano occupando dello strano villaggio. Stava leggendo copia dei viaggi<br />

di Jain Farstrider che Gaul aveva trovato fra quello che avevano recuperato a<br />

Malden.<br />

Ora Perrin era steso supino nel mezzo di un vasto campo con erba alta che<br />

arrivava alla vita di un uomo. Aveva lo sguardo in alto, con l'erba che gli<br />

sfiorava le guance e le braccia mentre tremolava al vento. Nel cielo ribolliva<br />

quella stessa tempesta, qui come nel mondo della veglia. Più violenta qui.<br />

Fissandola - con la sua visuale incorniciata dai fili d'erba verde e marrone<br />

e i gambi di miglio selvatico - poteva quasi percepire la tempesta avvicinarsi.<br />

Come se stesse strisciando giù dal cielo per avvilupparlo.<br />

Giovane Toro! Vieni a cacciare!<br />

La voce era quella di un lupo. Perrin seppe per istinto che lei era chiamata<br />

Danza Quercia, dal modo in cui aveva scorrazzato tra gli alberelli da cucciola.<br />

C'erano anche altri. Bisbigliante. Luce del Mattino. Scintille. Sconfinato. Una<br />

dozzina buona di lupi lo chiamarono, alcuni lupi vivi che dormivano, altri<br />

spiriti di lupi che erano morti.<br />

Lo chiamarono con un misto di odori, immagini e suoni. L'odore di un'antilope<br />

che punteggiava la terra con i suoi balzi. Foglie cadute che si sbriciolavano<br />

sotto lupi in corsa. I ringhi di vittoria, l'euforia di un branco che correva<br />

assieme.<br />

Quegli inviti risvegliarono qualcosa in profondità dentro di lui, il lupo che<br />

tentava di tenere segregato. Ma un lupo non poteva rimanere segregato a lungo.<br />

Scappava o moriva; non avrebbe tollerato la cattività. Agognava balzare in piedi<br />

e accogliere con gioia quell'invito, perdendosi nel branco. Lui era Giovane Toro<br />

ed era il benvenuto qui.<br />

«No!» disse Perrin, mettendosi a sedere e tenendosi la testa fra le mani. «Io<br />

non mi perderò in voi.»<br />

Hopper si sedette nell'erba alla sua destra. Il grosso lupo grigio squadrò<br />

Perrin, gli occhi dorati fissi e spalancati, riflettendo i lampi dei fulmini da<br />

sopra. L'erba arrivava fino al collo di Hopper.<br />

Perrin abbassò una mano dalla sua testa. L'aria era pesante, piena di<br />

umidità, e odorava di pioggia. Sopra l'odore del tempo e quello del campo secco,<br />

poteva sentire quello della pazienza di Hopper.<br />

Sei invitato, Giovane Toro, trasmise Hopper.<br />

«Non posso cacciare con te» spiegò Perrin. «Hopper, abbiamo parlato di<br />

questo. Sto perdendo me stesso. Quando vado in battaglia, divento adirato. Come

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