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PDF QUI - nonsolofantasy

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valere da solo ora. «Be', questo mi fa domandare cosa scopriremo su Lini. Sarà<br />

qualche regina seanchan? E mastro Gill magari sarà il re dell'Arad Doman in<br />

incognito?»<br />

Perrin sorrise. «Sospetto che siano i suoi attendenti. Gill è chi dice di<br />

essere, almeno. Probabilmente a Balwer è venuto un colpo per non averlo capito.»<br />

«Scommetto che l'aveva capito» disse Faile, inginocchiandosi accanto a lui.<br />

«Perrin, dicevo sul serio a proposito di questo processo. Sono preoccupata.»<br />

«Non lascerò che mi prendano» disse lui. «Ho detto solo che avrei presenziato<br />

a un processo e avrei dato loro un'opportunità per presentare delle prove.»<br />

«Allora qual è lo scopo?» chiese Faile.<br />

«Mi dà più tempo per pensare» disse lui «e potrebbe impedirmi di doverli<br />

uccidere. Il loro capitano, Damodred... qualcosa in lui odora meglio di molti<br />

degli altri. Non come un fanatico pieno di odio o rabbia. Questo ci farà<br />

riottenere la nostra gente e mi permetterà di perorare la mia causa. Poter dire<br />

la propria dà una bella sensazione. Forse è quello di cui avevo bisogno, tutto<br />

questo tempo.»<br />

«Bene, d'accordo» disse Faile. «Ma in futuro, per favore, ricordati di<br />

avvisarmi dei tuoi piani.»<br />

«Lo farò» disse lui, sbadigliando e sdraiandosi. «In realtà, mi è venuto in<br />

mente solo all'ultimo momento.»<br />

Faile trattenne la lingua con qualche difficoltà. Almeno da questi negoziati<br />

era uscito qualcosa di buono. Lei aveva osservato Berelain quando aveva<br />

incontrato Damodred e raramente aveva visto gli occhi di una donna scintillare a<br />

quel modo. Faile avrebbe potuto avvalersene.<br />

Abbassò lo sguardo. Perrin stava già russando piano.<br />

Perrin si ritrovò seduto con la schiena contro qualcosa di duro e liscio. Il<br />

cielo troppo scuro, quasi malvagio del sogno del lupo ribolliva sopra la<br />

foresta, che era un misto di abeti, querce ed ericacee.<br />

Si alzò in piedi, poi si voltò e guardò quello contro cui era stato<br />

appoggiato. Un'imponente torre d'acciaio che si estendeva verso il cielo<br />

turbolento. Troppo dritta, con mura che sembravano un singolo pezzo di metallo<br />

senza saldature, la torre trasudava una sensazione completamente innaturale.<br />

Ti ho detto che questo posto era malvagio, trasmise Hopper, all'improvviso<br />

seduto accanto a Perrin. Sciocco cucciolo.<br />

«Non sono venuto qui per scelta» protestò Perrin. «Mi sono svegliato qui.»<br />

La tua mente è concentrata su di esso, disse Hopper. Oppure la mente di uno<br />

con cui sei connesso.<br />

«Mat» disse Perrin, senza capire come lo sapesse. I colori non apparvero. Non<br />

lo facevano mai, nel sogno del lupo.<br />

Un cucciolo sciocco come te?<br />

«Forse più sciocco.»<br />

Hopper odorò d'incredulità, come riluttante ad accettare che fosse possibile.<br />

Vieni, trasmise il lupo. È tornato.<br />

«Cosa è...»<br />

Hopper scomparve. Perrin lo seguì accigliato. Ora poteva cogliere con<br />

facilità l'odore di dove Hopper era andato. Comparvero sulla strada di Jehannah,<br />

e quello strano muro di vetro viola era di nuovo lì, a dividere la strada a<br />

metà, estendendosi alto nell'aria e in lontananza in entrambe le direzioni.<br />

Perrin si diresse verso un albero. I suoi rami spogli sembravano intrappolati<br />

nel vetro, immobili.<br />

Hopper camminava lì vicino. Abbiamo visto questa cosa prima, trasmise. Molto,<br />

molto tempo fa. Così tante vite fa.<br />

«Cos'è?»<br />

Una cosa di uomini.<br />

Il messaggio di Hopper includeva immagini confuse. Dischi lucenti, che<br />

volavano. Strutture di acciaio di un'altezza impossibile. Cose dell'Epoca<br />

Leggendaria? Hopper non capiva il loro uso più di quanto comprendesse la<br />

funzione di un carretto o di una candela.<br />

Perrin guardò lungo la strada. Non riconosceva questa parte di Ghealdan.<br />

Doveva essere più lontano verso Lugard. Il muro era apparso in un luogo diverso<br />

rispetto alla volta precedente.<br />

A Perrin venne un'idea e si mosse lungo la strada con pochi rapidi balzi. A<br />

cento passi di distanza, si guardò indietro e i suoi sospetti furono confermati.<br />

Quel vetro non formava un muro, ma un'enorme cupola. Trasparente, con una

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