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PDF QUI - nonsolofantasy

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l'Assassino lo stava seguendo, l'avrebbe recuperato e basta. Perrin si concentrò<br />

sul muoversi più velocemente che poteva, coprendo leghe con ogni battito di<br />

cuore. Poteva andare più rapido del suo avversario? Il paesaggio era indistinto<br />

al suo passaggio. Montagne, foreste, laghi, prati.<br />

Proprio mentre pensava che forse aveva ottenuto un vantaggio, una figura<br />

apparve proprio accanto a lui, vibrando una spada verso il suo collo. Perrin si<br />

tuffò, schivando a malapena l'attacco. Ringhiò, sollevando il suo martello, ma<br />

l'Assassino scomparve.<br />

Perrin si fermò dov'era, frustrato. L'Assassino poteva muoversi più veloce di<br />

lui e poteva arrivare sotto la cupola balzando più avanti, poi aspettando che<br />

Perrin si muovesse su di lui. Da lì, poteva saltare direttamente da Perrin e<br />

attaccare.<br />

Non posso seminarlo, si rese conto Perrin. L'unico modo per essere certo,<br />

l'unico modo per proteggere Faile e gli altri, era uccidere l'Assassino.<br />

Altrimenti l'uomo avrebbe recuperato il chiodo, ovunque Perrin l'avesse messo,<br />

poi l'avrebbe riposizionato per intrappolare la sua gente.<br />

Perrin si guardò attorno per orientarsi. Era su un pendio poco alberato e<br />

poteva vedere Montedrago a nord di lui. Lanciò un'occhiata a est e vide la punta<br />

di un'enorme struttura spuntare sopra le cime degli alberi. La Torre Bianca. La<br />

città poteva fornire un vantaggio a Perrin, rendere più facile nascondersi in<br />

uno dei molti edifici o vicoli.<br />

Perrin balzò in quella direzione, portando il chiodo con sé, la cupola da<br />

esso creata che viaggiava con lui mentre si muoveva. Sarebbero arrivati a uno<br />

scontro, dopotutto.<br />

Oscurità della Torre<br />

Gawyn sedeva su una panchina nei giardini del Palazzo di Caemlyn. Erano<br />

passate diverse ore da quando aveva mandato via la messaggera di Egwene. Una<br />

luna gibbosa era sospesa nel cieio. Dei servitori passavano ogni tanto a vedere<br />

se gli servisse qualcosa. Parevano preoccupati per lui.<br />

Gawyn voleva solo guardare il cielo. Erano passate settimane dall'ultima<br />

volta che era stato in grado di farlo. L'aria si stava raffreddando, ma lui<br />

lasciò la sua giacca appesa sullo schienale della panchina. L'aria aperta gli<br />

dava una bella sensazione... diversa, in qualche modo, dalla stessa aria sotto<br />

un cielo coperto.<br />

Con l'ultima luce del crepuscolo che svaniva, le stelle brillavano come<br />

bambini esitanti, facendo capolino ora che il frastuono del giorno era scemato.<br />

Era così bello poterle finalmente vedere di nuovo. Gawyn inspirò a fondo.<br />

Elayne aveva ragione. Buona parte dell'odio di Gawyn per al'Thor proveniva<br />

dalla frustrazione. Forse dalla gelosia. Al'Thor stava giocando un ruolo più<br />

vicino a quello che Gawyn avrebbe scelto per sé stesso. Governare nazioni,<br />

capeggiare eserciti. Guardando le loro vite, chi aveva assunto il ruolo di<br />

principe e chi quello di pastore sperduto?<br />

Forse Gawyn resisteva alle richieste di Egwene perché voleva comandare,<br />

essere quello che portava a termine le gesta eroiche. Se fosse diventato suo<br />

Custode, avrebbe dovuto farsi da parte e aiutare lei a cambiare il mondo. C'era<br />

onore nel tenere in vita una persona importante. Un grande onore. Qual era lo<br />

scopo delle grandi gesta? Il riconoscimento che portavano o le vite migliori che<br />

generavano?<br />

Farsi da parte. Aveva ammirato uomini come Sleete per la loro disponibilità a<br />

farlo, ma non li aveva mai compresi. Non davvero. Non posso lasciarla a farlo da<br />

sola, pensò. Devo aiutarla. Da dentro la sua ombra.<br />

Perché lui l'amava. Ma anche perché era per il meglio. Se due bardi cercavano<br />

di suonare due canzoni diverse allo stesso tempo, facevano entrambi rumore. Ma<br />

se uno si faceva indietro per dare armonia alla melodia dell'altro, allora la<br />

bellezza poteva essere più grande di quella che ciascuno creava da solo.<br />

E in quel momento, finalmente, comprese. Si alzò in piedi. Non poteva andare<br />

da Egwene come un principe. Doveva andare da lei come un Custode. Doveva badare<br />

a lei, servirla. Eseguire il suo volere.<br />

Era tempo di tornare.<br />

Mettendosi addosso il mantello, si avviò lungo il sentiero verso il Palazzo.<br />

Le serenate iniziali di varie rane dello stagno si interruppero - seguite da<br />

schizzi - mentre lui le superava ed entrava nell'edificio. Non dovette camminare

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