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PDF QUI - nonsolofantasy

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Annaspò. Un pezzo enorme delle mura settentrionali semplicemente non c'era<br />

più. Gemette, guardandosi indietro nell'altra direzione. Deepe si era trovato<br />

accanto a lui...<br />

Trovò l'Asha'man steso sul camminamento lì vicino, la testa sanguinante. La<br />

sua gamba destra terminava in uno squarcio lacero di carne e osso rotto sopra il<br />

punto dove si sarebbe dovuto trovare il ginocchio. Ituralde imprecò e barcollò<br />

avanti, mettendosi in ginocchio accanto all'uomo. Del sangue si stava addensando<br />

sotto Deepe, ma lui si muoveva ancora. Vivo.<br />

Devo suonare l'allarme...<br />

Allarme? Quell'esplosione sarebbe stato un allarme sufficien- te. Dentro le<br />

mura, gli edifici erano stati demoliti, schiacciati da pietre che volavano a<br />

ventaglio dal foro. Fuori, i Trolloc stavano avanzando a balzi, portando zattere<br />

per attraversare il fossato.<br />

Ituralde tolse all’Asha'man la sua cintura e la usò per legargli la coscia.<br />

Era tutto quello che riusciva a pensare di fare. La testa gli pulsava ancora per<br />

l'esplosione.<br />

La città è perduta... Luce! Perduta così, in un attimo.<br />

Delle mani lo stavano aiutando a rialzarsi. Intontito, si guardò attorno.<br />

Connel: era sopravvissuto all'esplosione, anche se la sua giacca era ridotta a<br />

brandelli. Tirò via Ituralde mentre un paio di soldati prendevano Deepe.<br />

I minuti successivi furono indistinti. Ituralde barcollò giù dalle scale<br />

delle mura, quasi crollando a terra di testa per quindici piedi sul selciato.<br />

Solo le mani di Connel gli impedirono di cadere. E poi... una tenda? Una grossa<br />

tenda dai lati aperti? Ituralde sbattè le palpebre. Un campo di battaglia non<br />

sarebbe dovuto essere così silenzioso.<br />

Ondate di calore lo investirono. Lui urlò. Suoni assalirono le sue orecchie e<br />

la sua mente. Urla, roccia spezzata, trombe che suonavano, un martellare di<br />

tamburi. Uomini che morivano. Lo colpì tutto quanto assieme, come se gli<br />

avessero strappato via dei tappi dalle orecchie.<br />

Si riscosse, annaspando. Era nella tenda dei malati. Antail - l'Asha'man<br />

silenzioso dai capelli radi - era in piedi sopra di lui. Luce, quanto si sentiva<br />

esausto! Troppo poco sonno misto allo sforzo di essere Guarito. Mentre i suoni<br />

di battaglia lo consumavano, si ritrovò le palpebre pericolosamente pesanti.<br />

«Lord Ituralde,» disse Antail «ho un flusso che non ti farà star bene, ma ti<br />

farà pensare di sì. Potrebbe essere nocivo per te. Vuoi che proceda?»<br />

«Io...» disse Ituralde. Quella parola gli usò come un borbottio. «È...»<br />

«Sangue e dannate ceneri» bofonchiò Antail. Protese una mano. Un'altra ondata<br />

di Potere si riversò attraverso Ituralde. Fu come una scopa che spazzava dentro<br />

di lui, spingendo via tutta la fatica e la confusione, ripristinando i suoi<br />

sensi e facendolo sentire come se avesse avuto una perfetta notte di sonno. Il<br />

suo occhio destro non gli faceva più male.<br />

C'era qualcosa di residuo, in profondità, una spossatezza nelle sue ossa.<br />

Poteva ignorarla. Si mise a sedere, inspirò ed espirò, poi guardò verso Antail.<br />

«Questo sì che è un flusso utile, figliolo. Avresti dovuto dirmi che potevi fare<br />

questo!»<br />

«È pericoloso» ripetè Antail. «Più pericoloso della versione femminile, mi è<br />

stato detto. Per certi versi più efficace. Stai scambiando lucidità per una<br />

spossatezza più profonda più tardi.»<br />

«Più tardi non saremo nel mezzo di una città che viene conquistata dai<br />

Trolloc. Se lo vuole la Luce, perlomeno. Deepe?»<br />

«Mi sono occupato di lui per primo» disse Antail, facendo un gesto verso<br />

l'Asha'man steso su un vicino giaciglio, i suoi abiti bruciacchiati e il suo<br />

volto coperto di sangue. La sua gamba destra terminava in un moncherino guarito<br />

e pareva che stesse respirando, anche se era privo di sensi.<br />

«Connel!» disse Ituralde.<br />

«Mio signore» disse il soldato, avvicinandosi. Aveva trovato una squadra di<br />

soldati per fungere da scorta personale.<br />

«Investighiamo questo caos» disse Ituralde. Uscì dalla tenda dei malati,<br />

diretto al palazzo Cordamora. La città era nel caos, con gruppi di Saldeani e<br />

Domanesi che correvano di qua e di là. Connel, mostrando lungimiranza, mandò un<br />

messaggero a trovare Yoeli.<br />

Il palazzo si trovava vicino, appena davanti al cancello principale. Il suo<br />

muro era stato danneggiato nell'esplosione, ma l'edificio pareva ancora saldo.<br />

Ituralde lo aveva usato come centro di comando. Gli uomini si sarebbero

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