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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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<strong>Il</strong> <strong>Corano</strong> e <strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong><br />

di Marco, parecchi studiosi conservatori, in accordo con i Padri<br />

del<strong>la</strong> Chiesa, come Origene, Giro<strong>la</strong>mo e Clemente d’Alessandria,<br />

stabiliscono <strong>la</strong> data di redazione del Vangelo di Marco negli anni<br />

50.<br />

Come vedremo più in là, <strong>la</strong> scelta dell’anno 70 fatta dal dott.<br />

Bucaille non tiene conto né delle prove interne né delle prove<br />

esterne. Essa deriva da un postu<strong>la</strong>to di base che si ispira al<strong>la</strong> critica<br />

delle forme, e secondo il quale l’adempimento miracoloso delle<br />

profezie è impossibile.<br />

Matteo<br />

Non sappiamo nemmeno quando Matteo abbia redatto il suo<br />

Vangelo. Come lo vedremo più tardi, Matteo è citato nelle lettere<br />

più antiche e negli scritti cristiani più antichi che possediamo.<br />

Papias afferma che Matteo fu il primo a mettere per iscritto le<br />

parole di Gesù.<br />

<strong>Il</strong> Vangelo stesso ci informa che Matteo era un esattore delle tasse<br />

prima di rispondere a Gesù che lo chiamò a seguirlo. In quanto<br />

esattore delle tasse, egli doveva conoscere il <strong>la</strong>tino e l’aramaico per<br />

poter tenere i rendiconti delle somme che erano dovute ai Romani;<br />

inoltre doveva senza dubbio conoscere il greco che era <strong>la</strong> lingua<br />

commerciale dell’epoca. Di conseguenza abbiamo delle buone<br />

ragioni per credere che possedeva tutte le qualifiche necessarie<br />

per riportare le parole di Gesù. In un “altro Hadith”, Papias dichiara<br />

che Matteo scrisse le logia o parole di Gesù in dialetto ebraico<br />

(aramaico).<br />

Mentre Gesù andava di vil<strong>la</strong>ggio in vil<strong>la</strong>ggio, Matteo lo seguiva<br />

e scriveva le lezioni che Gesù insegnava. Queste note non erano<br />

certamente datate, come non lo furono le Sure del <strong>Corano</strong>.<br />

D’altronde è evidente che non aveva una grande importanza<br />

sapere quale giorno e in quale vil<strong>la</strong>ggio Gesù aveva pronunciato<br />

le parole “voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro<br />

celeste” (Matteo 5:48).<br />

Si pensa che più tardi, un uomo che, come Luca, aveva formato<br />

<strong>la</strong> sua collezione personale degli atti e delle parole di Gesù, si servì<br />

del<strong>la</strong> materia che Marco aveva ricevuto da Pietro e tradusse in<br />

greco <strong>la</strong> raccolta di Matteo delle parole di Gesù. Egli le aggiunse<br />

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