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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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337<br />

<strong>Il</strong> ministero profetico di Maometto<br />

In altri termini, egli cerca delle prove che le parole “Spirito Santo”<br />

sono state aggiunge in un’epoca posteriore al testo giovanneo.<br />

Abbiamo già studiato a lungo il problema delle varianti, sia per<br />

<strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong> sia per il <strong>Corano</strong> (Capitolo IIIC del<strong>la</strong> terza sezione) e<br />

abbiamo concluso che nel<strong>la</strong> quasi totalità dei casi esse appaiono<br />

come errori di copiatura e che sono rive<strong>la</strong>bili con il semplice<br />

paragone dei manoscritti fra loro.<br />

A quali risultati arriva <strong>la</strong> ricerca del dott. Bucaille? Esistono delle<br />

varianti di lettura riguardanti Giovanni 14:26? Sì, una so<strong>la</strong>! In una<br />

traduzione siriaca del IV o del V secolo <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “santo” è omessa<br />

nel testo. Non c’è che <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “Spirito”. Si legge dunque: “Ma il<br />

Paracleto, lo Spirito che il Padre invierà nel mio nome…”.<br />

Che valore attribuire ad una so<strong>la</strong> variante che appare in una<br />

traduzione? Giovanni scrive il suo Vangelo in greco. Lo studio dei<br />

papiri greci, dal 200 al 400 d.C. rive<strong>la</strong> che essi riportano tutti le<br />

parole “Santo Spirito”. <strong>Il</strong> Codice Sinaitico e il Codice Vaticano del<br />

350 d.C., non contengono <strong>la</strong> variante. Anche il Codice Alessandrino,<br />

del 450 d.C., riporta “Spirito Santo”.<br />

<strong>Il</strong> procedimento del dott. Bucaille equivale a voler trovare una<br />

variante nel<strong>la</strong> traduzione persiana del <strong>Corano</strong>, effettuata da un<br />

comitato di studiosi nel 345 dell’Egira, di cui oggi esistono parecchi<br />

manoscritti. Che importanza accorderemo ad una simile variante<br />

in una traduzione persiana?<br />

È ragionevole fare una decisione dottrinale sul<strong>la</strong> base di una<br />

scoperta di una singo<strong>la</strong> variante, tanto per il <strong>Corano</strong> quanto per <strong>la</strong><br />

<strong>Bibbia</strong>?<br />

La risposta è NO perché questa variante può provenire solo da<br />

un errore di copiatura.<br />

Anche il dott. Bucaille ammette <strong>la</strong> possibilità di un errore di<br />

copiatura quando chiede se lo scriba abbia semplicemente<br />

dimenticato una paro<strong>la</strong>. Comunque egli preferisce pensare che<br />

l’ommissione sia stata intenzionale, quindi chiede:<br />

…oppure, posto di fronte ad un testo da ricopiare che<br />

pretendeva far sentire e par<strong>la</strong>re lo Spirito Santo, non ha osato<br />

scrivere ciò che gli sembrava un’assurdità?<br />

La <strong>Bibbia</strong> e il <strong>Corano</strong> contengono innumerevoli versetti che<br />

affermano che Dio par<strong>la</strong> e sente. Allora perché sarebbe assurdo

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